Ritorno ai fondamentali: investire growth in un mercato instabile

Per combattere l’instabilità del mercato, occorre concentrarsi sui fondamentali e sui trend di crescita secolare. Ne parliamo con T. Rowe Price

In un contesto sfidante e con un mercato instabile, bisogna concentrarsi sui fondamentali. È questa la strategia di investimento di Paul Greene, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV US Large-Cap Core Growth Equity di T. Rowe Price. Con un obiettivo: identificare le rare aziende potenzialmente in grado registrare forti tassi di crescita in vari contesti economici. “Siamo disposti a detenere alcuni titoli che possono sembrare costosi nel breve termine, se riteniamo che il tasso al quale il business sta creando valore potrebbe sostenere un ulteriore rialzo nei prossimi anni”.

Resistere oggi per vincere domani

I prezzi delle azioni tendono a seguire gli utili e il free cash flow di una società nel lungo termine. Su questo presupposto, l’esperto di T. Rowe Price invita ad assumere una visione a lungo termine, che potrebbe aiutare a scoprire delle opportunità. “Tuttavia, la discrepanza tra il sentiment transitorio del mercato e la nostra visione dei fondamentali aziendali può talvolta essere problematica per gli investitori nel breve termine”. I rialzi e i ribassi, infatti, possono essere particolarmente violenti e potenzialmente non in linea con i fondamentali di lungo periodo. I titoli growth potrebbero continuare a risultare più vulnerabili a causa della rapida espansione dei multipli di valutazione che si è verificata. Già nel 2021, infatti, l’MSCI world growth index ha registrato una performance annuale del 21,40%, contro il 22,35% dell’MSCI world e il 22,79% dell’MSCI world value. In questo contesto, “differenziare tra volatilità e rischio aziendale effettivo è più vitale che mai”, afferma Greene. “La profonda comprensione dei fattori chiave della creazione di valore può aiutare a evitare di reagire in modo eccessivo alle forti fluttuazioni degli utili o ad altre battute d’arresto che consideriamo temporanee”.

Chi scegliere?

L’attenzione degli esperti è rivolta alle società leader radicati di settore (o che potrebbero diventarlo), aziende di qualità e con un potere di determinazione dei prezzi, che può aiutare le loro attività a resistere in un ambiente inflazionistico. Le partecipazioni esistenti e future vengono rivalutate costantemente, escludendo le aziende la cui valutazione eccessiva potrebbe ostacolare la performance delle azioni in un periodo pluriennale.
Nonostante i mercati abbiano penalizzato alcune società di servizi digitali a causa delle preoccupazioni per l’inflazione persistente e l’aumento dei tassi d’interesse, gli esperti di T. Rowe Price credono che alcune delle principali tendenze di crescita secolare dovrebbero guidare la creazione di valore nei prossimi anni: il passaggio al cloud computing, ad esempio, potrebbe avere ancora molto spazio di manovra, dato che le soluzioni software basate sul cloud sono fondamentali per tutte le aziende. “Tra i fornitori di software-as-a-service, favoriamo le aziende con un ampio mercato e a team di gestione lungimiranti che investono nell’innovazione”. La view è positiva anche verso i giganti tecnologici che forniscono l’infrastruttura critica alla base di questi trend.
I dati dell’U.S. Census Bureau mostrano che il canale online ha rappresentato circa il 13% delle vendite al dettaglio nel terzo trimestre del 2021: la convergenza accelerata dell’e-commerce e della pubblicità online mirata rappresentano due mercati enormi che potrebbero avere ancora spazio significativo per un’ulteriore penetrazione.

Focus elettrico

Lo sconvolgimento dell’industria automobilistica potrebbe creare enormi opportunità nel prossimo decennio per le aziende che sono ben posizionate nei veicoli elettrici e nella guida autonoma. Il presidente degli Stati Uniti (Usa), Joe Biden, il 2 marzo 2022 ha ricordato in un tweet che Ford sta investendo 11 miliardi di dollari per costruire veicoli elettrici, creando 11.000 posti di lavoro in tutto il paese, mentre General Motors (GM) sta effettuando il più grande investimento della sua storia: 7 miliardi di dollari per costruire veicoli elettrici, creando 4.000 posti di lavoro nel Michigan. Il tutto, senza contare il colosso guidato da Elon Musk, la cui risposta sul social non ha tardato ad arrivare: il fondatore di Tesla ha infatti ricordato come la società abbia creato più di 5.0000 di posti di lavoro negli Usa, investendo più del doppio di Ford e GM insieme.
“La transizione dal motore a combustione interna dovrebbe accelerare significativamente nei prossimi cinque-dieci anni” conclude l’esperto. “I progressi nelle tecnologie delle batterie e gli impianti di produzione su larga scala aiutano i veicoli elettrici a raggiungere la parità di costo con i veicoli alimentati a combustibile fossile”. Nel frattempo, un contesto normativo favorevole in molti paesi, la costruzione di infrastrutture per caricare le batterie e una crescente enfasi sulla necessità di ridurre le emissioni di carbonio dovrebbero anche agire come venti di coda.

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