Petrolio Wti, sopra i $30 al barile: effetto di breve o lungo termine?

Il brusco calo del prezzo del petrolio che ha creato un nuovo precedente storico ha portato a chiedersi se non sia il caso di approfittare delle basse valutazioni, in vista di un potenziale upside futuro. La risposta è sì, ma senza farci l’abitudine

Petrolio Wti nuovamente al di sopra dei 30 dollari al barile, dopo i minimi toccati lo scorso 20 aprile quando, in sede di scadenza del contratto di maggio, il greggio è stato liquidato, e per via del rolling sul nuovo contratto di giugno, e per timore di una consegna fisica del bene.

“A nostro avviso, c’è il potenziale per un sostanziale rialzo anticiclico dei prezzi del petrolio e delle azioni del settore energia, che potrebbe durare dai 12 ai 24 mesi” ha commentato Shawn Driscoll, gestore del fondo T. Rowe Price Funds Sicav – Global Natural Resources Equity, T. Rowe Price.
Tuttavia, ha aggiunto, “il nostro outlook a lungo termine per il greggio e il settore energetico è meno positivo”.

Wti sopra i $30 al barile: obiettivo $45-50

Secondo l’esperto, i progressi compiuti da automazione e tecniche di gestione dei giacimenti di petrolio scisto statunitense renderanno gli idrocarburi “sempre più facili da estrarre e meno costosi, lasciando probabilmente il petrolio intrappolato in un mercato orso

Per permettere un ristoro del comparto energetico, domanda ed offerta dovranno anzitutto commisurarsi. L’iniziativa degli Stati produttori di tagliare il proprio output, evitando di riempire serbatoi, cisterne, finanche petroliere, unita ad una parziale ripresa delle attività produttive successiva al lockdown potrebbe dare nuova energia al petrolio. “A nostro avviso, il West Texas Intermediate Crude Oil potrebbe raggiungere i 45-50 dollari al barile entro il prossimo anno”, ha infatti aggiunto l’esperto.

Petrolio, un futuro da orso. Perenne

Meno probabile è che tali nuovi investimenti perdurino nel lungo termine: dopo che i prezzi del petrolio hanno registrato il secondo crollo in cinque anni, i mercati dei capitali potrebbero essere meno inclini a fornire il proprio sostegno. “Per le società di servizi petroliferi e di esplorazione e produzione (E&P), i cui ricavi tendono a mostrare una maggiore sensibilità ai prezzi dell’energia, tutto questo dovrebbe tradursi in un mix più equilibrato di produzione e flussi di cassa”.

Il settore potrebbe inoltre essere interessato da una serie di attività di M&A che porteranno i principali player di settore (specie nell’ambito dello shale oil statunitense) ad effettuare acquisizioni strategiche, che sbloccheranno nuovo valore aumentando l’efficienza dell’estrazione.

Nonostante un outlook di settore ottimistico sul breve termine e ribassista sul lungo periodo, l’esperto di T. Rowe Price ritiene che nel comparto energetico vi siano alcune opportunità selettive, in grado di bilanciare prospettive a breve e lungo: è il caso delle compagnie petrolifere integrate (così come nel settore E&P e nelle società di servizi petroliferi) che presentano bilanci solidi, valutazioni basse e potenziale di un rialzo anticiclico dei prezzi.

“La selezione dei titoli sarà quindi fondamentale: alcune società energetiche, infatti, non riusciranno a superare la crisi o si troveranno troppo indebolite per competere efficacemente”.

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