Nuvole sul comparto growth: quando il cloud può non bastare

Nell’ultimo decennio sono stati favoriti i titoli growth a discapito di quelli value, ma per quanto continuerà questo trend? Gli investitori devono valutare se si tratta di un fenomeno provvisorio o meno

“Recentemente, il rally dei titoli value si è indebolito e i titoli growth hanno riguadagnato terreno, riducendo notevolmente il divario di performance”. Così Tim Murray, CFA, Capital Markets Strategist, Multi-asset division di T. Rowe Price. Il rialzo dei titoli growth è stato sostenuto dai “fondamentali interessanti di questo universo rispetto a quello value, con una crescita dei ricavi molto forte e margini in aumento negli ultimi dieci anni” commenta Murray.
Inoltre, la pandemia ha rafforzato e favorito alcuni trend tecnologici, in particolare il commercio retail online, i social media, lo streaming video e il cloud computing, ma anche la spinta verso le energie rinnovabili potrebbe fornire ulteriori venti di coda.
“Tuttavia”, prosegue l’esperto, “con queste importanti aspettative, le valutazioni dei titoli growth sono state spinte a livelli estremi rispetto ai titoli value, lasciando poco margine di errore in caso di risultati deludenti”.


Fonte: T. Rowe Price da FactSet Research Systems Inc.

In futuro, però, gli investitori dovrebbero valutare se i trend che hanno favorito i titoli growth nell’ultimo decennio potranno continuare a prevalere oppure se è un fenomeno provvisorio.

I trend contrari ai titoli growth

“A nostro avviso, la significativa differenza nelle valutazioni tra i titoli growth e quelli value potrebbe non essere sostenibile, e i possibili catalizzatori, tra cui l’aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse, potrebbero ridurre il divario nel medio termine” spiega Murray.
Varie sono le condizioni che, se dovessero concretizzarsi, potrebbero favorire secondo l’esperto i titoli value, a discapito di quelli growth. Tra queste, l’aumento della spesa pubblica negli Stati Uniti, l’aumento delle tasse sugli utili generati all’estero e una regolamentazione più severa nei confronti delle aziende tech. Proprio a livello di regolamentazione, un’altra stretta arriva dal governo cinese dopo l’approvazione di quella che ad oggi si configura come la più rigida legge sui dati della privacy al mondo, con ripercussioni dirette sui player del comparto tecnologico. Per questo, “al momento continuiamo a favorire i titoli value” conclude Murray.

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