Investimenti, tre considerazioni da fare ora che l’orso è tornato

Elaborare e restare fedeli a una strategia non regala emozioni da “grande scommessa”, ma è ciò di cui la maggioranza degli investitori ha bisogno

Per gli investitori, questo 2022 finora è stato un anno di svolta: purtroppo, in negativo. Qualcuno si sarà sorpreso, perché non capitava da un po’. Fino ad alcuni mesi fa, infatti, nessun calo azionario era durato a lungo per via di un dilagante movimento buy-the-dip (cioè: “comprare quando c’è una discesa”). Ora Wall Street è entrata ufficialmente in un mercato orso, ha ceduto oltre il 20% dal precedente picco. Non accadeva dal crollo del 2020 dovuto ai primi lockdown

Al 15 giugno, l’S&P 500 ha perso il 23,7% e l’Euro Stoxx 600 il 17,6%. La chiusura delle politiche di sostegno monetario che avevano dato il via al rally post-covid, ora sta generando una reazione di segno opposto – con le maggiori banche centrali impegnate ad accelerare la stretta monetaria (il cui effetto è proprio quello di ridurre la circolazione della liquidità). 

Come spesso accade in queste circostanze, le rassicurazioni dei gestori non mancano. Sulla base dell’esperienza storica, infatti, il fattore tempo gioca a favore degli investitori. Il discorso, però, è un po’ più complicato di così. Per reggere senza contraccolpi eccessivi a una fase di debolezza è essenziale aver preparato una corretta pianificazione prima dell’evento negativo. Ad esempio, non aver caricato il portafoglio di prodotti rischiosi in prossimità della pensione. Secondo Judith Ward, consulente certificata Cfp e Thought leadership director di T. Rowe Price, ci sono almeno tre buoni elementi da considerare durante i periodi di volatità di mercato

Il primo è, come accennato, l’importanza dell’orizzonte temporale. Il mercato azionario, nel suo complesso tende a offrire un ritorno positivo se lo spazio di osservazione si fa sufficientemente lungo. Se si guarda solo la performance annuale, “l’indice S&P 500 ha registrato perdite a due cifre in 13 degli ultimi 94 anni (fino al 2021)”, ha affermato Ward. Eppure, “in un qualsiasi periodo di cinque anni, l’S&P 500 ha registrato perdite a due cifre solo sette volte, di recente nel 2004 e nel 2008”. Se si arriva, poi, a un’osservazione di 15 anni l’S&P 500 non ha mai registrato una performance negativa (quantomeno dal 1928 in poi). 

Certo, questi dati si riferiscono al solo indice americano di riferimento e non valgono in assoluto: i risultati cambiano se si seleziona un altro indice. Un esempio? Se si fosse puntato tutto sul Ftse Mib italiano a inizio 2004, oggi (15 giugno 2022) si sarebbe perso il 16,88% dell’investimento nominale – senza nemmeno contare i costi di gestione e l’inflazione.
In generale, se l’orizzonte temporale è lungo i saliscendi del mercato non dovrebbero motivare una revisione della strategia. Ma se si sta per passare alla fase di decumulo (spesa) del risparmio, o si sta mettendo in conto un’uscita economica importante a medio-breve termine il discorso si complica, specialmente se il portafoglio non era ben bilanciato in origine. 

Il secondo suggerimento di Ward, infatti, riguarda proprio la diversificazione. Investire attraverso i fondi permette di esporsi a diverse imprese e asset class limitando le fluttuazioni delle fasi negative come quella che stiamo attraversando. “La diversificazione non può assicurare un profitto o proteggere dalle perdite in un mercato in ribasso, ma può aiutare ad attenuare gli alti e bassi di un portafoglio”, ha scritto Ward in un suo recente intervento. Se non si tollera, per attidudine o necessità pratica, il rischio di un disinvestimento in perdita, ridurre la componente azionaria in favore di altre, tipicamente obbligazioni di emittenti solidi, consente di stabilizzare il rendimento (ma anche di ridurlo un po’ a lungo termine). 

Infine, resta da capire come risolvere un problema tutt’altro che semplice: esiste un momento giusto per investire? Rinunciando a voler predire quando un mercato ha raggiunto “il fondo” per rientrare nel momento migliore, un approccio razionale in una strategia di lungo termine consiste nell’investimento periodico programmato. “Per evitare di essere eccessivamente influenzati dalle emozioni, cercate di ridurre il numero di decisioni che prendete”, ha affermato l’esperta di T. Rowe Price, “prendete in considerazione la possibilità di automatizzare l’ammontare dei contributi, la tempistica e persino gli aumenti dei contributi”. 

In breve, ha concluso Ward, “quando gestite i vostri investimenti, guardate oltre la volatilità del momento e concentratevi invece sulla vostra strategia a lungo termine”.

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