Fallimento Svb non farà cambiare rotta alla Bce, ecco i motivi

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Nel meeting di marzo la BCE è attesa apportare un nuovo rialzo di 50 punti base nonostante le turbolenze di mercato legate al caso SVB

Il fallimento di Silicon Valley Bank (SVB), il secondo più grande fallimento bancario nella storia degli Stati Uniti, ha alimentato le turbolenze sui mercati globali. Lunedì 13 marzo le Borse europee hanno bruciato oltre 290 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato con forti ribassi soprattutto per il settore bancario. Tra gli investitori si è diffuso il timore di un rischio sistemico per il sistema finanziario.

A tranquillizzare i mercati ha contribuito l’intervento della Federal Reserve che, con l’approvazione del Dipartimento del Tesoro USA, ha dato il via a un nuovo Bank Term Funding Program volto a fornire finanziamenti d’emergenza a qualsiasi banca si trovi a far fronte a notevoli ritiri di denaro da parte dei depositari. “Stiamo intraprendendo azioni decisive per proteggere l’economia statunitense rafforzando la fiducia del pubblico nel nostro sistema bancario”, hanno affermato una dichiarazione congiunta il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, il segretario al Tesoro Janet Yellen e il presidente della FDIC Martin Gruenberg.

In Europa l’indice Euro Stoxx Banks è scivolato indietro del 10% circa nell’ultima settimana anche se i rischi di contagio per le banche del Vecchio Continente sono stati definiti “limitati” da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che ritiene improbabile che gli istituti di credito europei presentino significative esposizioni dirette verso SVB. Inoltre, nessuna banca europea presenta un profilo di raccolta e di business simile a quello della Silicon Valley Bank.
 

La Bce andrà avanti per la sua strada

Il caso SVB apre un nuovo filone di preoccupazione che le banche centrali dovranno tenere in considerazione. Fed & co si mostreranno meno restrittive per noi rischiare di compromettere la stabilità finanziaria? In attesa del meeting Fed di settimana prossima, che potrebbe già da subito mostrarsi meno aggressiva, questo giovedì tocca alla Bce. Il consensus continua a indicare un probabile rialzo di 50 punti base, con i dati dell’inflazione di febbraio dell’area euro che avevano rafforzato in seno alla Bce la convinzione della necessità di procedere a ulteriori rialzi dei tassi.

“Nonostante le turbolenze di mercato legate al crollo di SVB, ritengo probabile che alla riunione della BCE di questa settimana venga annunciato un rialzo di 50 punti base”, argomenta Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price, che elenca diversi motivi a favore di tale mossa.

In primo luogo, i dati sull’inflazione core hanno sorpreso significativamente al rialzo. Molti esperti ritengono che l’inflazione resterà “sticky” ai livelli attuali, mentre alcuni sostengono che potrebbe raggiungere il 6% prima dell’estate, per poi iniziare a scendere. Questi dati elevati sull’inflazione spot manterranno la BCE in modalità falco, nonostante l’attuale instabilità dei mercati.

Evitare di spaventare i mercati

Ci sono anche importanti ragioni di stabilità finanziaria che spingono la BCE ad attenersi a un rialzo di 50 pb. Se da un lato la Presidente Christine Lagarde ha chiarito che l'”intenzione” di un rialzo di 50 pb non è un pre-impegno, dall’altro ha sottolineato che sarebbe necessario uno scenario estremo perché la BCE non segua questa intenzione. “Se la BCE aumenterà di 25 punti base, invierà ai mercati finanziari il segnale che le banche dell’area euro potrebbero essere vulnerabili a rischi simili a quelli del sistema bancario statunitense. La BCE deve attenersi al copione precedentemente comunicato se vuole evitare di spaventare il mercato”, spiega Wieladek.

Dopo il crac SVB i titoli bancari sono un’occasione? Con tassi Bce più alti quali settori sovrappesare in portafoglio? 
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Più incertezza su mosse future

Guardando a quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi, le complicazioni non mancano. Le aspettative d’inflazione a medio termine sono scese dal 3% al 2,5%, il che sosterrà l’opinione delle colombe secondo cui la politica monetaria sia già abbastanza rigida. Per quanto riguarda le famiglie dell’Eurozona, l’ecosistema macrofinanziario è già sottoposto a un certo stress. Tuttavia, la domanda di credito e le condizioni di prestito per le imprese non si sono deteriorate come nelle precedenti fasi di crisi.

Infine, rimarca l’esperto di T. Rowe Price, un eventuale contagio dal caso SVB al sistema bancario europeo potrebbe portare a una contrazione del credito, che spingerebbe l’economia verso una recessione. Permane anche il rischio di un’altra impennata dei prezzi del gas durante l’estate, quando i Paesi di solito si riforniscono di scorte per l’inverno.

“A mio avviso – conclude Wieladek – questi fattori fanno sì che la BCE sarà molto più vaga riguardo al suo futuro orientamento monetario – potrebbe persino affermare che stia passando a un approccio basato sui dati (prendendo in prestito il linguaggio della Fed)”.

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