Clean energy: la nuova economia energetica piace sempre di più

Il passaggio verso la clean energy non è più un’utopia. Governi, tecnologia e necessità di affrontare i cambiamenti climatici spingono per un sistema energetico pulito, senza inquinamento

Secondo i dati dell’Outlook for 2021 and 2022 dell’International energy agency (Iea), saranno 4 mila i miliardi di dollari di investimenti annuali in energia pulita e infrastrutture necessari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi del 2015. “La transizione dai combustibili fossili alle fonti energetiche pulite ha subìto un’accelerazione negli ultimi anni”, afferma Katie Deal, Investment Analyst di T. Rowe Price, “grazie alla crescente competitività dei costi dell’energia solare ed eolica e alla spinta dei governi per ridurre le emissioni di gas serra”.

Nel 2020, infatti, la capacità massima generativa degli impianti di energia rinnovabile è aumentata del 45% rispetto al 2019, attestandosi a 280 gigawatt (gw), il più alto aumento anno su anno dal 1999, continua lo studio dell’Iea. Tuttavia, la corsa all’energia pulita è tutt’altro che conclusa, dato che secondo gli esperti la decade 2020-2030 sarà centrale per sradicare vecchi comportamenti e instillarne di più virtuosi in quanto a tutela dell’ambiente. Ad esempio, si stima che lo sviluppo del solare fotovoltaico continuerà a battere i record, con aggiunte annuali alla capacità generativa che raggiungeranno i 162 gw entro il 2022, quasi il 50% in più rispetto al livello pre-pandemia del 2019, sostiene l’Iea. Nonostante secondo l’ente saranno circa 5 i milioni di persone che potrebbero perdere il proprio posto di lavoro da qui al 2030 con il declino del settore dei combustibili fossili, le nuove occupazioni offerte dal settore delle energie rinnovabili potrebbero raggiungere i 13 milioni: la disoccupazione creata sarebbe quindi più che riassorbita. “I governi potrebbero accelerare ulteriormente questa tendenza, costringendo gli investitori a coltivare una profonda comprensione delle potenzialità offerte, così da identificare i probabili beneficiari di questo cambiamento di politica” spiega Deal.

Clean energy, di che cosa si tratta

Secondo l’Iea, con energie rinnovabili o “pulite” si definiscono fonti di calore ed elettricità derivanti da risorse solari, eoliche, oceaniche, idriche, geotermiche e di biomassa, così come da biofossili e idrogeno ricavati da risorse rinnovabili”. Tre i vantaggi principali derivanti dall’utilizzo delle energie rinnovabili invece che dei combustibili fossi nella produzione di energia: le fonti utilizzate sono disponibili gratuitamente in natura, non sono potenzialmente soggette all’esaurimento ed emettono quantità minime di gas a effetto serra.

Le normative Usa a favore della clean energy

Le normative e la pressione politica potrebbero supportare l’adozione dell’energia pulita, l’economia e le dinamiche nei settori delle utilities, dell’energia e dell’industria. Per esempio, negli Stati Uniti “insieme ai poteri normativi delle sue agenzie federali, Biden mira a utilizzare la legislazione per portare l’industria dell’energia elettrica verso l’obiettivo di zero emissioni nette di carbonio entro il 2035” chiarisce Deal. Infatti, l’Infrastructure Investment and Jobs Act, un disegno di legge bipartisan in attesa di approvazione da parte della Camera da 73 miliardi di dollari, dovrebbe favorire il raggiungimento di tre obiettivi: modernizzazione della rete elettrica nazionale, garanzia per l’efficacia delle catene di approvvigionamento energetico più importanti e sostegno allo sviluppo di tecnologie pulite innovative come la cattura del carbonio e l’utilizzo di energie rinnovabili per la produzione del cosiddetto idrogeno verde. Inoltre, un ulteriore pacchetto di spesa, che i Democratici mirano a far passare attraverso la riconciliazione del bilancio, potrebbe contribuire a questo progetto. Questo “estenderebbe i crediti d’imposta esistenti sulla produzione e sugli investimenti per i progetti di energia pulita, ne creerebbe di nuovi per le tecnologie emergenti e includerebbe altri incentivi per spingere l’industria energetica e ridurre le proprie emissioni di gas serra” conclude Deal.

“Consideriamo la transizione verso l’energia pulita come una tendenza secolare durevole, resa possibile dall’innovazione tecnologica e dagli imperativi sociali, che dovrebbe svolgersi nei prossimi decenni. Insieme ad altri sforzi legislativi e regolatori, la legge bipartisan sulle infrastrutture dovrebbe a nostro avviso avere importanti effetti sull’adozione dell’energia pulita, l’economia in generale, le dinamiche nel settore delle utility e in altri comparti industriali, data la grande innovazione e le capacità rivoluzionarie attualmente all’ordine del giorno nelle società energetiche”.

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