Cina, Singapore, Tailandia e Corea del Sud: l’outlook sull’Asia 2022

I paesi dell’Asia ex-Giappone sembrano essere ben posizionati per rimbalzare nel 2022. Gli esperti di T. Rowe Price ne evidenziano i punti di forza e le incognite

Dopo che la variante Delta e i lenti progressi nelle campagne vaccinali sono stati protagonisti nel 2021 di alcuni Paesi del sud-est asiatico, le economie dell’Asia (Giappone escluso) sembrano essere ben posizionate per il 2022. Ad affermarlo è Anh Lu, portfolio manager della Asia ex-Japan equity strategy di T. Rowe Price. Alcuni paesi asiatici, come Singapore, Tailandia e Corea del Sud, hanno allentato le restrizioni e riaperto i propri confini, dando la possibilità al turismo di recuperare lentamente. La Cina, che ha subito numerosi cambiamenti in ambito normativo, potrebbe presentare opportunità d’investimento nuove. In aggiunta, la carenza di beni intermedi (soprattutto materie prime) e le conseguenti interruzioni nelle catene di approvvigionamento (che hanno causato problemi per la ripresa economica globale) potrebbero essere temporanee.

Prospettive economiche costruttive

Dall’analisi effettuata dagli esperti di T. Rowe Price all’interno del 2022 Global Market Outlook, le prospettive per i mercati Asia ex-Giappone rimangono costruttive. “I saldi fiscali e delle partite correnti continuano a sostenere sia le azioni che le valute” commenta l’esperto. Le valute, infatti, si sono dimostrate più stabili che in passato, contribuendo a contenere le prospettive di inflazione regionale, già favorevoli per via degli stimoli fiscali attuati nel 2020, minori rispetto alle economie sviluppate. Secondo T. Rowe Price, è probabile che le Banche centrali proseguiranno con interventi di politica monetaria contenuti, dato che le attuali pressioni inflazionistiche sembrano dovute a shock temporanei dell’offerta (e non a una forte domanda interna).

Il caso cinese

Il 2021 è stato un intenso anno di cambiamenti normativi per la Cina. Il 2022 potrebbe essere decisivo per comprendere tempi e modalità con cui il presidente Ki Jinping attuerà i propri obiettivi, incentrati sull’anticorruzione, la protezione ambientale e l’uguaglianza sociale. “Non crediamo che la stretta normativa abbia reso i titoli cinesi invendibili”, commenta Lu. Al contrario, “riteniamo che i nuovi regolamenti possano innescare un reset o un consolidamento nelle industrie interessate, creando potenzialmente nuove opportunità”. Ad impressionare, sono le nuove imprese cinesi. Secondo il 2021 EY Global IPO Trends report redatto da EY, l’attività di Ipo in Asia-Pacifico ha continuato a crescere nel 2021, con un numero di operazioni e proventi in aumento rispettivamente del 28% e del 22% rispetto al 2020. Il settore trainante? Tech e innovazioni, i cui maggiori players competono a livello internazionale con i rivali più consolidati. La ritrovata stabilità del mercato sembra aver tranquillizzato anche i timori degli investitori esteri, per cui i nuovi regolamenti rappresentano una minaccia per i titoli growth della “new economy”.

Tendenze a lungo termine

L’esperto di T. Rowe Price ha individuato sette tendenze a lungo termine che potrebbero contribuire alla ricerca di interessanti opportunità d’investimento bottom-up: la maggiore attenzione del governo cinese all’ambiente; l’aggiornamento delle infrastrutture industriali; il dividendo demografico (ovvero, il potere di spesa delle famiglie a doppio reddito senza figli, anche dette “dink”, che secondo alcune stime degli esperti potrebbero quadruplicare in Cina nel prossimo decennio, con implicazioni per i modelli di consumo); la diversificazione del risparmio da parte delle famiglie cinesi; il cambiamento dell’ecosistema internet in Cina; la sostituzione delle importazioni e l’aumento del commercio intra-regionale.

Un trend perseguibile?

In un contesto di prospettive interessanti, resta ancora da analizzare una serie di incognite. “La stagione dei guadagni del terzo trimestre in Asia è stata piuttosto mista, con il 50% delle aziende che ha dichiarato di aver battuto le stime di consenso sui guadagni” spiega l’esperto. Quindi, dopo un anno record per i profitti, sostenere i margini potrebbe essere un problema per gli utili nel 2022.
Altro punto d’attenzione, la Corea del Sud, che ha recentemente sotto-performato il mercato di riferimento, per via del “rallentamento del ciclo globale dell’elettronica e dei dati sul prodotto interno lordo (Pil) del terzo trimestre che hanno deluso”. Deboli consumi privati, forte componente tecnologica e calo degli investimenti in costruzioni e strutture hanno invece compensato le robuste esportazioni.
Terzo punto d’attenzione, quello che era stato il mercato più performante nel terzo trimestre del 2021, l’India, ha subito un rallentamento. Valutazioni elevate e inflazione sono i rischi chiave da monitorare per il 2022, pure in un contesto positivo.
In quarta analisi, la Cina potrebbe decidere per ulteriori cambiamenti politici, che potrebbero alimentare le tensioni con gli Stati Uniti. Il settore immobiliare rimane un sorvegliato speciale.
Infine, il perdurare dei rischi legati alla diffusione di nuove varianti del Coronavirus.

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