Gestire un’impresa è oggi profondamente diverso rispetto a solo pochi anni fa. Significa affrontare un processo di cambiamento continuo in tempi molto più rapidi e con modalità spesso radicali. Per farlo, ogni realtà, grande o piccola che sia, deve capire che i rischi operativi non possono essere ignorati, ma vanno gestiti, con il giusto mix delle tre C: competenze, conoscenze e capitali. Chi si occupa di ciò?
Gestire un’impresa è anche gestire i rischi
Inserite all’interno di un mercato sempre più complesso, le imprese di successo sono quelle che dimostrano di avere la capacità di innovarsi e cambiare in linea con le nuove tendenze, ma soprattutto di essere resilienti e in grado di consolidare sistemi a tutela del proprio business. “I nuovi paradigmi della gestione d’impresa stanno portando management team, imprenditori e investitori a comprendere che non considerare e non gestire i rischi può avere effetti catastrofici non solo sulle aspettative di crescita, ma addirittura sulla sopravvivenza stessa di un’azienda” commenta Enrico Guarnerio, Fondatore e CEO di Strategica Group. “Parliamo di rischi legati alla continuità del business in caso di eventi ad alto impatto come una pandemia o una catastrofe naturale, ma anche di problematiche relative alla gestione delle supply chain (sempre più attuali), di rischi legati alla responsabilità civile e dei manager, di rischi ambientali e di inquinamento, fino all’emergente cyber risk nelle sue molteplici manifestazioni”.
Superstizione e poca conoscenza della materia
“In Italia, soprattutto nelle realtà medie o di dimensioni più contenute, predomina ancora una tradizionale gestione aziendale “familiare”, con un approccio talvolta scaramantico e poco manageriale quando si tratta di affrontare tematiche come quella dei rischi e della loro gestione” prosegue Guarnerio. “L’approccio è quello del Non è mai successo nulla, perché dovrebbe succedere adesso?. Il problema è che, soprattutto considerato l’aumento della complessità degli ambienti in cui le aziende si muovono e i rischi a cui sono esposte, la domanda giusta è Quando succederà, non Se succederà”.
Purtroppo spesso anche chi si affida alle assicurazioni lo fa male interpretando il loro ruolo: “L’assicurazione è solo l’ultimo step di un percorso che parte dallo studio dei possibili scenari, prosegue con l’individuazione e l’analisi dei rischi, prevede azioni di prevenzione e attività di protezione, e solo alla fine trasferisce il rischio residuo ad una compagnia con l’assicurazione”. Aggiunge Guarnerio: “L’assicurazione è come un abito su misura. Le polizze devono essere commisurate alle esigenze e ai rischi dell’azienda per essere efficaci, altrimenti si rivelano solo una spesa, quando invece sono un investimento. Tra l’altro, dimostrare di conoscere i propri rischi e di aver messo in campo attività per la loro gestione consente alle aziende di ottenere condizioni economiche migliori quando il loro broker va a contrattare il prezzo della polizza con le compagnie”.
Non è tutto: effettuando un’attività di risk assessment un’azienda potrebbe anche scoprire che alcuni rischi sono antieconomici da trasferire con un’assicurazione e che invece conviene ritenerli, prevedendo accantonamenti in autonomia per far fronte ai possibili eventi avversi – accantonamenti che nel caso non si verifichino sinistri rimangono “in casa”. Tutto questo non sarebbe possibile senza un consulente di Risk e Insurance Management.
Chi è il consulente di Risk e Insurance Management
Quanto detto spiega perché la figura del consulente di Risk e Insurance Management sia così fondamentale per un’azienda. Tuttavia, orientarsi e scegliere a chi affidarsi non è così semplice. “Proprio perché è una figura molto specializzata, una prima difficoltà è individuare una persona a cui rivolgersi che abbia reali competenze. In Italia manca ancora un percorso strutturato e condiviso di formazione ad hoc, e non esiste un albo. Di conseguenza diventa complesso trovare il giusto professionista, non solo esperto ma anche che abbia le competenze specifiche che servono all’azienda” spiega Guarnerio. “Una seconda difficoltà – che però viene meno nel momento in cui si dialoga con un vero consulente di Risk e Insurance Management, che sa trasmettere e far capire il valore aggiunto di ciò che fa – è comprendere che strutturare delle attività di gestione del rischio è non tanto una spesa, quanto un investimento nel futuro dell’azienda”.
Poter ricorrere a soggetti esterni all’impresa che possano svolgere questo tipo di attività sotto forma consulenziale o come Temporary Manager rappresenta una grande opportunità, soprattutto per quelle piccole e medie imprese per cui una figura interna dedicata sarebbe sovradimensionata. Questo specialista esterno lavora al fianco di un referente interno, collaborando con lui per individuare e poi mettere in atto le attività di risk e insurance management più adatte alle specificità di business e strutturali dell’azienda. Col tempo, non solo il referente interno, ma anche tutte le altre persone coinvolte in queste attività grazie alla professionalità portata dal consulente di Risk e Insurance Management sviluppano una cultura del rischio che diventa virtuosa per l’azienda.
Scegliere dei professionisti del rischio
“Il nostro modello di consulenza” conclude Guarnerio “prevede un percorso strutturato, in cui i nostri professionisti affiancano il team dell’azienda. In Strategica abbiamo una lunga esperienza: nati venticinque anni fa come analisti del rischio, nel corso degli anni siamo cresciuti e abbiamo implementato metodi e soluzioni per tutte le fasi del percorso di gestione dei rischi operativi. Oggi Strategica è un gruppo, un’organizzazione composta da strutture societarie e professionali distinte e dedicate ai diversi momenti di questo percorso, che– proprio perché parte di un unico gruppo – lavorano in modo sinergico, garantendo qualità e valore aggiunto. Inoltre, siamo in grado di offrire i nostri servizi di consulenza, analisi strategica e brokeraggio assicurativo in 120 Paesi nel mondo, grazie ai nostri partner che come noi condividono un approccio da boutique, su misura, con la qualità come valore imprescindibile”.