Il Dragone è pronto a spiccare il volo. I segnali di ripartenza

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Nonostante le tensioni geopolitiche che ostacolano il percorso, la Cina si prepara a una ripartenza duratura. Parola di Robeco, che guarda alle opportunità di crescita futura in grado di sostenere il mercato azionario

Tra palloni spia abbattuti, incontri cancellati con gli Stati Uniti e altri invece portati fino in fondo con la Russia, l’idea che sta trapelando dai media occidentali in questo momento non sembra particolarmente simpatizzante nei confronti della Cina.

La tensione geopolitica tra Pechino e Washington non è di certo una novità, è un po’ come l’influenza stagionale che ritorna con costanza ogni anno, alle volte più grave e alle volte un semplice raffreddore. Sembra che per risolvere la tensione di quest’anno non sarà sufficiente un’aspirina, considerando anche la competizione per il dominio nella produzione di semiconduttori. Secondo Robeco però si tratta ormai di un rischio quasi permanente, che sì, può creare tensioni, ma no, non avrà un impatto diretto sui titoli azionari nel breve-medio termine.

Un anno di crescita che rispecchia le aspettative?

Solo un paio di mesi fa, con l’inizio dell’anno del coniglio, si parlava di una Cina che, grazie alle riaperture, avrebbe ripreso terreno e, da questo punto di vista, il Dragone non delude: “I lavoratori delle zone più rurali stanno tornando nelle grandi città dopo il Festival delle lanterne, e con loro il tasso di ripresa delle attività di costruzione sta crescendo rapidamente su base annua. L’inflazione rimane contenuta al 2,1% e anche le piccole medie imprese hanno iniziato il nuovo anno con uno slancio positivo”, sottolineano con ottimismo Jie Lu e Helen Keung, esperti di Robeco.

Nonostante questo, nella recente sessione annuale del Congresso nazionale del popolo (NCP), la Cina ha fissato un obiettivo di crescita economica modesto e inferiore alle stime del Fondo Monetario Internazionale, puntando circa al 5% nel 2023. L’ambizione è quello di evitare di cadere nel tranello dell’euforia dopo la recente e repentina ripresa del manufatturiero e rimanere prudenti, considerando anche che la crescita del 2022, attestatasi intorno al 3%, è stata una delle performance più deboli degli ultimi decenni per il Dragone, che si è visto schiacciato da tre anni di controlli sul Covid, oltre che una crisi nel settore immobiliare.

Le “Due Sessioni” dopo un altro anno di instabilità

Dobbiamo essere calmi e determinati, cercare il progresso tramite la stabilità, agire energeticamente ed essere pronti alla lotta”, così Xi Jinping, nominato ufficialmente presidente per la terza volta, ha riassunto le decisioni prese durante le “Due Sessioni”, ovvero la Conferenza politica consultiva del popolo cinese e il Congresso nazionale del popolo, tenutesi la prima settimana di marzo a Pechino.

Avere una crescita economica stabile rimane uno degli obiettivi più importanti per il governo del Dragone, e per farlo la Cina ha deciso di puntare sullo sviluppo del consumo interno, rinforzando la fiducia dei suoi cittadini. Come? Investendo nel turismo, nella ristorazione, nei servizi al dettaglio e creando nuovi lavori: il piano è di realizzare circa 12 milioni di nuovi posti di lavoro nelle aree urbane.

Ma il focus non è solo su chi si trova entro i confini cinesi, l’ambizione è anche quella di intensificare gli investimenti che arrivano dall’estero, entrando anche a far parte di progetti internazionali, come l’Accordo globale e progressivo per il partenariato transpacifico.

Rialzare il mercato, una sfida complicata con un piacevole risultato (si spera)

La Cina si trova ancora davanti molte sfide da affrontare. Oltre alle tensioni geopolitiche si devono aggiungere un mercato immobiliare ancora debole e un settore delle esportazioni vacillante. Non significa però che il Dragone non sia pronto a spiccare il volo nuovamente. Anche la Banca Popolare Cinese sembra disposta ad aiutare in questo senso: fermo restando l’obiettivo di mantenere liquidità nel lungo termine, visto come unico mezzo per supportare l’economia, la sua politica monetaria continuerà a essere flessibile ed espansiva.

Ci sono, inoltre, alcuni megatrend che non faranno altro che rinforzare le ali della Cina: economia sostenibile, innovazione e aggiornamento tecnologico rappresentano la base industriale da cui il colosso cinese prende e continuerà a prendere la sua forza.

E non bisogna dimenticarsi, concludono gli esperti di Robeco, “che il mercato azionario cinese continua ad avere valutazioni interessanti, ancora al di sotto del suo livello medio, e che la revisione degli utili potrebbe rappresentare un propulsore di crescita nel futuro”.

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