Cos'è la "trappola di Borsa" e perché potremmo esserci finiti dentro

La settimana chiusa il 3 marzo si è conclusa con un rialzo dell'1,3% per l'S&P 500, tamponando un orientamento che sembrava puntare verso il basso dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione americana di gennaio. Il bilancio da inizio anno, per l'indice di riferimento Usa, rimane positivo al 5,79%, ma l'orientamento degli investitori sembra particolarmente difficile da interpretare in questa fase.
Ad esempio, l'indice sintetico Fear & Greed elaborato dalla Cnn, che riassume l'orientamento del mercato sulla base di sette indicatori, si è mantenuto stabile in posizione neutrale a quota 55 punti nell'ultima settimana. Al suo interno, però, si osservano dinamiche abbastanza contrastanti. A indicare un certo pessimismo è soprattutto la fuoriuscita di capitali dalle obbligazioni ad alto rendimento (e alto rischio). Questo avviene soprattutto quando le attese sull'andamento dell'economia sono negative, perché le società particolarmente indebitate rischiano di andare incontro a maggiori difficoltà nel rimborso dei debiti. Nei sette giorni al 1° marzo, ha calcolato Bank of America, i deflussi retail dai fondi dedicati ai bond high yield in Europa sono stati pari a 158 milioni di dollari (-0,6%) - in proporzione, la categoria di fondi più colpita.
“Il trend risk-on”, nel quale aumentano le attese di un prossimo rialzo dei mercati, “sta rallentando soprattutto nel mercato obbligazionario, a causa dell'aumento dei tassi privi di rischio”, hanno affermato gli analisti di Bofa in una nota di venerdì scorso, “il risk-off è stato evidente anche nel debito e nelle azioni relativi ai mercati emergenti, mentre i fondi obbligazionari governativi hanno registrato notevoli afflussi”.
Rischio di un'inversione di tendenza
Recentemente, il chief investment officer di Morgan Stanley, Mike Wilson, aveva definito i rialzi azionari osservati da inizio anno come un tipico segnale ingannevole per gli investitori, una “bull trap”, tenendo conto che il peggioramento degli utili aziendali che di solito si accompagna a potenziali perdite nel valore dei titoli deve essere ancora osservato per diverse società.
"Con il mercato azionario che mostra segni di esaurimento dopo l'ultima riunione della Fed, l'S&P 500 si trova su un supporto tecnico critico. Considerando la nostra view sugli utili, marzo è un mese ad alto rischio di ripresa del mercato orso", avevano dichiarato gli analisti guidati da Wilson, "in definitiva, riteniamo che questo rally sia una bull trap".
"Il quadro non è di facile lettura in quanto dall’ultimo trimestre del 2022, il rimbalzo del mercato azionario ha interessato prevalentemente il comparto value e, in particolare dai mercati emergenti e dall’Europa, con DAX e Ftse Mib che sono già tornati sui massimi di gennaio 2022", ha dichiarato a We Wealth il consulente e fondatore di DLD Capital Scf, Edoardo Fusco Femiano. "I veri 'ritardatari' sono S&P500 e Nasdaq che sono ancora lontani dai massimi storici. In questo contesto, non possiamo escludere che potremmo trovarci in una bull trap", ha aggiunto, "sotto questo fronte, le indicazioni chiave potrebbero venire dal Nasdaq, che oggi scambia su un livello molto delicato, rappresentato dalla media mobile a 200 giorni e 200 settimane. Il comparto growth è quello maggiormente influenzato dalle condizioni di liquidità e dal livello dei tassi d’interesse: una ritrovata leadership del comparto growth rispetto al value consoliderebbe l’idea che il minimo di ottobre sia il minimo di periodo".
Con il termine bull trap si intende la situazione nella quale un rialzo nei prezzi del mercato azionario, anziché indicare uno slancio che apre una fase positiva è, piuttosto, un falso segnale.
Nel gergo tecnico, la rottura di un breakout, ovvero l'innalzamento del prezzo del titolo o indice oltre una certa soglia, viene solitamente interpretata come l'indicazione di uno slancio positivo, da cogliere eventualmente acquistando titoli. Qualche volta, però, il superamento della soglia non si consolida in un nuovo trend rialzista e chi si era mosso aumentando la propria esposizione subisce una perdita.
A proposito del futuro andamento dell'azionario Usa, ha affermato Morgan Stanley, “se i tassi d'interesse e il dollaro Usa continueranno a salire, pensiamo che questi livelli di supporto chiave per le azioni cederanno rapidamente, e l'orso riprenderà con più forza”. E se questi elementi potrebbero determinare “l'orientamento a breve termine dei prezzi delle azioni” l'andamento degli utili aziendali “ci diranno in ultima analisi se si tratta di un nuovo mercato toro o di una trappola".
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