Banche, la Bce fissa nuove scadenze sul clima: ecco il calendario

Rita Annunziata
9.11.2022
Tempo
di lettura
: 3'
Nuova tabella di marcia targata Bce: entro il 2024 le banche europee dovranno allinearsi alle indicazioni sulla gestione dei rischi climatici e ambientali. In tre tappe

Dopo aver pubblicato la Guida sui rischi climatici e ambientali nel novembre del 2020, Francoforte fa i conti con un sistema (quello bancario) “ancora lontano” da una loro “adeguata gestione”

Entro marzo 2023 gli istituti di credito dell’eurozona dovranno classificare adeguatamente i rischi climatici e ambientali ed effettuare una valutazione completa del loro impatto sulle attività bancarie

Nuova stretta della Bce sul clima. Questa volta con un’esplicita tabella di marcia, in tre tappe, entro il 2024. E apposite penali per gli istituti ritardatari. Una decisione che giunge dopo la pubblicazione dell’esame tematico condotto su un campione di 186 banche (107 significative sottoposte alla vigilanza diretta della banca centrale e 79 meno significative sottoposte alla vigilanza delle rispettive autorità nazionali) che mostra un sistema “ancora lontano da un’adeguata gestione dei rischi climatici e ambientali”.


Stando all’indagine infatti, anche se l’85% delle banche ha adottato almeno delle pratiche di base nella maggior parte delle aree esaminate, mancano ancora metodologie sofisticate e informazioni granulari sui rischi ambientali e climatici. Ciò significa che hanno effettuato una mappatura iniziale delle loro esposizioni a tali rischi, hanno assegnato specifiche responsabilità all’interno dell’organizzazione, hanno stabilito i primi Kpi (Key performance indicator o indicatori chiave di prestazione) e hanno sviluppato una strategia di mitigazione qualitativa per almeno una parte delle loro esposizioni; tuttavia, la maggior parte continua a sottovalutare l’ampiezza e la portata di tali rischi, quasi la totalità degli istituti (96%) presenta dei “punti ciechi” che non ne consentono la corretta individuazione e circa il 10% non ha mostrato alcun progresso significativo nell’ultimo anno.


“In questa fase, nella gran parte dei casi, prevale ancora un approccio attendista nella definizione delle strategie”, ammonisce la banca centrale. “In particolare, gli impegni strategici a lungo termine non sono supportati da obiettivi intermedi, limiti e soglie, oppure sono fissati in modo tale da avere un impatto immediato trascurabile sotto il profilo dell’esposizione dell’istituto”. Di conseguenza, nonostante i progressi compiuti su più fronti, la Bce esprime “significative preoccupazioni” in merito alle capacità di esecuzione di circa la metà degli istituti di credito sottoposti all’esame. Anche perché, aggiunge, circa il 55% ha elaborato delle prassi ma non è riuscito “ad attuarle in modo efficace”.


Sulla base di questo scenario, la Bce ha dunque elaborato un calendario di scadenze specifiche affinché le banche dell’eurozona soddisfino progressivamente tutte le aspettative di vigilanza enunciate nella sua Guida sui rischi climatici e ambientali pubblicata nel novembre 2020. In tre fasi, come anticipato in apertura:

  • entro marzo 2023 dovranno classificare adeguatamente i rischi climatici e ambientali ed effettuare una valutazione completa del loro impatto sulle attività bancarie;
  • entro dicembre 2023 dovranno includere i rischi climatici e ambientali nella loro governance, nella strategia e nel risk management;
  • entro dicembre 2024 dovranno soddisfare tutte le restanti aspettative di vigilanza in tema di rischi climatici e ambientali (delineate nella guida del 2020), compresa la piena integrazione nel processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale interna e nelle prove di stress testing.


Le scadenze, avverte Francoforte, saranno “attentamente monitorate” e - laddove necessario - verranno “intraprese misure esecutive”.


Gli articoli pubblicati sono stati realizzati da giornalisti e contributors di We Wealth e vengono forniti a Poste Premium a scopo informativo.


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