Singapore, l’unica in Asia nella top 10 delle città green

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Il ruggito della città del leone si tinge di verde. Così Singapore, al 20esimo posto tra gli stati più piccoli del mondo, diventa un esempio per il resto del globo

Delle prime 10 città all’interno della classifica delle metropoli più verdi del mondo, è l’unica all’interno dell’operosa (e inquinante) Asia. Si tratta di Singapore, che sin dalla sua proclamazione come città-stato indipendente nel 1965 ha legato il suo progresso economico e sociale a un’imprescindibile promessa di sviluppo sostenibile. Già all’epoca, infatti, “il primo ministro fondatore, Lee Kuan Yew, era deciso a evitare gli errori di altre città asiatiche in rapida crescita: anziché costruire l’ennesima giungla di cemento, la sua ambizione era creare qualcosa di più simile alle città giardino della Gran Bretagna” affermano gli esperti di Pictet Asset Management. Così Singapore, al numero 8 delle città più verdi del 2022 secondo il Green city index di Resonance (società di consulenza attiva nell’ambito immobiliare, del turismo e dello sviluppo economico), mostra come il 20esimo stato più piccolo al mondo possa diventare un esempio per il resto del globo. Ecco come ha fatto.

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“La partenza non era particolarmente promettente” continuano da Pictet AM. La città aveva diversi problemi nella gestione delle acque reflue; la maggioranza dei suoi fiumi erano inquinati; le foreste erano state in gran parte abbattute; le risorse naturali presenti nel territorio erano poco più che scarse. Per questo motivo, “sono stati messi a punto piani chiari e sempre più integrati per l’edilizia abitativa, i trasporti e le infrastrutture, ma lasciando sempre ampio spazio agli spazi pubblici verdi5,7 milioni di abitanti del 2020la sua copertura verdeal 2019 aveva raggiunto oltre 250 ettari”. Così facendo, Singapore non ha solo visto crescere la sua popolazione dai 2 milioni del 1965 ai 5,7 milioni di abitanti del 2020, ma è anche riuscita ad aumentare la sua copertura verde dal 36% del 1986 al 47% del 2007, ripulendo anche i suoi fiumi, e al 2019 aveva raggiunto oltre 250 ettari di verde. 

Ma questo non basta. Ora, “Singapore sta passando alla fase successiva: da città giardino a città nella natura. E non è più sufficiente piantare alberi e creare spazi pubblici verdi” continuano da Pictet AM. Come fare? La città sta rendendo più verdi gli spazi urbani complessi, facendo crescere pianti rampicanti su muri di cemento, pilastri e persino lampioni; sta realizzando percorsi pedonali e ciclabili alberati, piantumando nuovo verde al di sotto dei viadotti; sta sostituendo la vegetazione persa nelle nuove costruzioni residenziali e industriali con terrazze a terra, sul tetto o di livello intermedio; sta ingegnerizzando i corsi d’acqua, che vengono rinaturalizzati e resi verdi con nuove piantumazioni come le mangrovie, che aiutano a fermare l’erosione della costa e a catturare le emissioni di co2; infine, sta tutelando i suoi spazi verdi con nuove leggi e creando nuovi standard green per le costruzioni. E questo è solo l’inizio: con il suo Green Plan 2030 punta a essere in prima linea in 5 aree di attività principali: città nella natura, abitare sostenibile, reset energetico, economia green e futuro resiliente.

“Non è un approccio facile e richiede concentrazione e pensiero a lungo termine. Ma, come mostra Singapore, è possibile anche negli ambienti più difficili e con poco spazio” concludono da Pictet AM.

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