Rendimenti a +0,5% solo grazie all’educazione finanziaria

Educazione finanziaria, protezione del consumatore e inclusione. Sono questi i tre pilastri alla base dell’empowerment finanziario dell’individuo e della stabilità generale del sistema finanziario. Tra questi tre, è la prima a giocare un ruolo fondamentale

Un risparmiatore “educato” nelle tematiche finanziarie registra redimenti annuali superiori di circa lo 0,5% rispetto a chi non possiede competenze di base. È questo uno dei benefici che una corretta educazione finanziaria comporta all’investitore. Ma non solo: chi ha conoscenze finanziarie dimostra di saper superare più agilmente i momenti di crisi, con resilienza e progettualità. Ma cos’è esattamente l’educazione finanziaria? Qual è lo stato dell’arte in Italia? E qual è il suo ruolo nei momenti di crisi? Pictet AM risponde a queste domande.

Educazione finanziaria, cos’è

Secondo l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’educazione finanziaria “è il processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base”. Non solo: per educarsi dal punto di vista finanziario, infatti, è fondamentale comprendere i rischi e le opportunità dietro le opzioni disponibili per fare scelte informate e consapevoli, anche grazie all’aiuto dei professionisti.

Empowerment finanziario in Italia

Sebbene centrale per il benessere personale e sociale, oltre che per lo sviluppo generale dell’economia di un paese, i cittadini con una corretta educazione finanziaria sono ancora troppo pochi, secondo le indagini dell’Ocse.
In Italia, ad esempio, solo il 30% degli individui ha ricevuto una corretta alfabetizzazione finanziaria nel corso della vita, con enormi disparità di genere, ruolo professionale e distribuzione territoriale. Tra i più penalizzati, paradossalmente, proprio gli studenti: “circa uno su cinque non possiede le competenze minime necessarie per prendere decisioni finanziarie responsabili e ben informate”.
Un danno, quella della scarsa educazione finanziaria, che penalizza anche gli investitori. I risparmiatori dotati di alfabetizzazione finanziaria, infatti, registrano rendimenti annuali superiori di circa lo 0,5%. I motivi, secondo la Banca d’Italia, principalmente quattro: chi possiede competenze finanziarie riesce a evitare i prodotti complessi e costosi, individua un corretto grado di rischio del portafoglio, mostra una maggiore propensione alla progettualità economica e si cautela contro l’incertezza lavorativa e sanitaria.

Educazione finanziaria e Covid-19

Un fatto cui prestare attenzione è il ruolo che l’educazione finanziaria ricopre durante i periodi di crisi. Secondo un’analisi del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, infatti, già in epoca pre-Covid-19 in Italia oltre il 36% degli intervistati non disponeva di risorse per affrontare più di due mesi senza reddito. Educazione ed esperienza le variabili che incidono positivamente sulla capacità di pianificazione a lungo termine: sono proprio i possessori di una laurea o più (39%) e gli over 65 (40%) quelli in grado di coprire una mancanza di reddito fino a sei mesi.

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