Le nicchie tech che resistono

Laura Magna
Laura Magna
22.6.2022
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Robotica, Big data, mobilità elettrica, fintech: i segmenti tecnologici che si sono mostrati più resilienti nei primi cinque mesi dell’anno sono quelli che guidano i trend secolari di cambiamento dell’industria tradizionale. Ecco perché

Dal record di novembre il Nasdaq è letteralmente crollato, perdendo il 30% del proprio valore. E i fondi della categoria azionario tecnologico hanno ceduto da inizio anno quasi il 19%. Se il biennio pandemico è stata l’epoca dei titoli hi tech, il 2022 sarà ricordato come l’anno della grande rotazione, dalla tecnologia growth ai settori ciclici value.

Il rosso dei portafogli sbilanciati su Faang e affini si fa sempre più profondo. Ma il movimento contingente – e la pioggia di vendite che colpisce il settore a ogni notizia negativa - non dovrebbe cambiare la dinamica di lunghissimo termine che i trend tecnologici secolari continuano a contenere al loro interno. Nel breve termine bisognerà muoversi con cautela perché nuovi ribassi sono possibili, ma vale la pena, non appena il vento cambierà di nuovo, trovarsi pronti per riposizionarsi sul fronte digitale.

Quanto alle performance dei fondi, ci sono delle nicchie che hanno resistito meglio ai colpi inferti dal crollo di fiducia e dal picco di inflazione. A guardare la classifica dei fondi hi-tech top performer nel primo trimestre, si riconoscono appunto quei comparti che rappresentano i megatrend destinati a restare nei prossimi decenni. C’è da dire, in ogni caso, che nessun fondo di questa categoria ha messo a segno un rendimento positivo da inizio anno. A contenere meglio le perdite è il Fondo Big Data di Edmond De Rothschild (-3,7%): a un anno la performance è positiva di oltre il 9% rispetto a una perdita media di settore superiore al 10%. I big data sono d’altronde un game changer di molte industrie e sono in una fase ancora embrionale dello sviluppo. Secondo in classifica, il Pharus Sicav Electric Mobility Niches (-5,2%), che invidua nella mobilità elettrica il suo fattore di crescita. Ancora, ben sotto la media di settore, si colloca il Fondo Eiger Robotics di Mfsa (-6,5%). Nella top ten compaiono fondi specializzati sulle infrastrutture digitali, sui nuovi trend industriali e sul fintech globale. Insomma, niente titoli dello stay-at-home, niente smart working, sale riunioni virtuali o e-commerce (e neppure il metaverso, la cui comprensione è ancora poca), ma molti abilitatori della transizione digitale delle industrie tradizionali. A cui evidentemente neppure la tempesta perfetta del mese di maggio è riuscita a tarpare del tutto le ali.

Giornalista professionista dal 2002, una laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi sull'intelligenza artificiale e un master della Luiss in Giornalismo e Comunicazione di Impresa. Scrivo di macroeconomia, mercato italiano e globale, investimenti e risparmio gestito, storie di aziende. Ho lavorato per Il Mattino di Napoli; RaiNews24 e la Reuters a Roma; poi Borsa&Finanza, il Mondo e Plus24 a Milano. Oggi mi occupo del coordinamento del Magazine We Wealth (e di quello di tre figli tra infanzia e adolescenza). Collaboro anche con MF Milano Finanza.

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