Come vincere il problema (e le paure) della liquidità disinvestita

La gestione della liquidità sui conti correnti non deve spaventare. Sebbene il mercato dei rendimenti obbligazionari abbia registrato un’importante battuta d’arresto nel corso degli anni, esistono ancora opportunità interessanti. Scopriamo dove con Pharus

Il problema dei tassi bassi o negativi è chiaro agli investitori. Il tema più allarmante è che tale condizione continuerà nei prossimi anni, sebbene l’ammontare di titoli che corrispondono tassi di interessi negativi sia in calo: parliamo di una riduzione da 18 a 13 mila miliardi di dollari nel primo trimestre 2021, con un rendimento medio obbligazionario che attualmente si attesta al -0,27%. Ai dati Bloomberg si affiancano tre ragioni più complesse da gestire nel medio termine: l’andamento demografico aumenta la domanda di risparmio, il che pesa sui rendimenti; il livello del debito è in costante crescita, il che funge da freno alla ripresa; le forze deflazionistiche nel lungo periodo non rallentano e voci quali l’adozione tecnologica all’interno dell’economia e la globalizzazione (smorzatasi con il Covid) sono destinate a confermarsi, commenta Riccardo Volpi, Fund Manager di Pharus. “Una condizione particolare se si considera che una delle principali preoccupazioni di periodo per la liquidità disinvestita è rappresentata proprio dal vigoroso rialzo dei prezzi, cui solo ora iniziano a fare seguito azioni restringenti di politica monetaria”.

Le domande sul mercato obbligazionario

Entrando nello specifico del mercato obbligazionario, la domanda ‘come gestire la propria liquidità in un contesto di inflazione non trova facile risposta. I titoli di Stato continuano a rendere zero, seppur in una fase di tendenziale ripresa; i bond investment grade sono soggetti a forte rischio tasso, poiché per investirvi ed essere profittevoli si allunga la duration in portafoglio; infine, il credito high yield, che offre oggi risultati interessanti, è particolarmente soggetto a storni di mercato, problematica in scenari avversi a causa della qualità più bassa (singola A) del credito, commenta Volpi.
“Come Pharus, crediamo molto nel mondo corporate, ma ad una condizione: adottando una forte selettività degli asset. Attualmente, in media, il mondo corporate in Europa offre rendimenti a cinque anni leggermente sopra lo zero; in America, attorno all’1,5%. Ritorni decisamente poco accattivanti. Il quadro migliora se ci si sposta sull’high yield, con l’Europa che rende l’1% a 5 anni, e gli Stati Uniti il 3%. In tal caso, è però necessario avere a disposizione i giusti mezzi di analisi”.

L’approccio di Pharus in più fasi

In Pharus, prosegue Volpi, “troviamo opportunità combinando due condizioni del mercato: massimizzare il rischio/rendimento (la cosiddetta spread duration) e definire in dettaglio la qualità delle aziende (la cosiddetta ‘selezione’). Per arrivare a questi due obiettivi abbiamo sviluppato un sistema proprietario di valutazione e unito un approccio dall’alto, top down, e un approccio dal basso, bottom up”.
L’approccio top down di Pharus si basa su tre azioni: analisi macro del ciclo economico all’interno del quale ci troviamo; analisi settoriale in termini di rapporto rischi opportunità; analisi del rischio Paese, specie per quelle economie meno note e più lontane. “In altre parole, si tratta di analizzare le situazioni che portano ad avere il massimo rendimento per il miglior livello di rischio” chiosa il gestore.
L’approccio bottom up parte invece dall’analisi delle singole aziende. “Aspetto fondamentale per una società di gestione è definire un proprio rating”. Le ragioni sono sostanzialmente due: anzitutto, per applicare un criterio più coerente e preciso rispetto al mero giudizio esterno delle agenzie di rating; in secondo luogo, per prendere in considerazione anche il mondo delle aziende senza rating, ricco però di opportunità.

Vincere la sfida della liquidità

La sfida degli investitori nei prossimi anni è dunque aperta: allocare liquidità e ottenere rendimenti interessanti, utilizzando i giusti mezzi. Nasce in quest’ottica il fondo Pharus Liquidity, fondo obbligazionario a breve termine, primo fondo di casa Pharus, con 19 anni su 20 di risultati positivi. Il fondo investe nei mercati globali, adottando una diversificazione geografica e settoriale, con copertura sistematica sul rischio cambio. La selezione ricade su obbligazioni per lo più corporate con scadenza iniziale o residua non superiore a 3 anni e 20 giorni, con un rating medio BB e un rendimento medio del 1,5%.
“L’obiettivo è offrire un portafoglio stabile con forte attenzione al rischio, per essere preparati soprattutto in fasi di ciclo economico meno favorevoli” chiosa Volpi.

 

 

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