Outlook bond: districarsi tra incertezza e ritorno dei rendimenti

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Il ritorno dei rendimenti a livelli elevati sta riaccendendo i riflettori sull’obbligazionario. PGIM nel suo outlook trimestrale fa il punto sull’attuale contesto economico e sulle prospettive per il reddito fisso

Una serie di questioni spinose – dal rallentamento economico alla Guerra in Ucraina, passando per i prezzi del gas in Europa, l’inasprimento quantitativo della BCE, la fine della politica Covid zero in Cina – terranno in sospeso gli investitori in questa prima parte del 2023 alimentando possibili nuove ondate di volatilità sui mercati. Parallelamente, il rapido aumento dei livelli di rendimento ha di fatto riportato l’orologio indietro di due decenni, riportando il reddito fisso a offrire rendimenti interessanti. 

Mercati vs banche centrali

Gli ultimi segnali di moderazione dell’inflazione sono sicuramente positivi, anche se le principali banche centrali probabilmente continueranno ancora per un po’ ad alzare il livello dei tassi di interesse. A differenza dello scorso anno, oggi la maggior parte dei rialzi da parte delle banche centrali dei Paesi sviluppati appare alle spalle. Il picco per i tassi di Fed e Bce si dovrebbe aggirare intorno al 5% e al 3,5% rispettivamente.

 I mercati in questo primo scorcio d’anno guardano il bicchiere mezzo pieno assumendo il delinearsi di un percorso caratterizzato da un ulteriore rallentamento dell’inflazione e da condizioni economiche favorevoli, continuando a prevedere tagli ai tassi di politica monetaria nel corso dell’anno. Bisognerà vedere quanto queste aspettative positive troveranno riscontro nei prossimi mesi con un effettivo cambio di rotta di Fed & co. “L’opposizione dei mercati alle banche centrali è un gioco pericoloso che contribuirà a creare periodi di volatilità, a prescindere da quale giocatore batterà le palpebre per primo”, rimarca PGIM Fixed Income nel suo outlook sul reddito fisso per il primo trimestre 2023.

Cogliere le opportunità di rendimento

Mentre il 2022 era iniziato con yield molto bassi, i rendimenti sono saliti ora a livelli storicamente rispettabili. Sebbene una certa cautela sulle prospettive è certamente giustificata, PGIM invita a considerare che i fattori negativi che hanno schiacciato i ritorni del reddito fisso negli ultimi trimestri – bassi rendimenti di partenza, forte crescita, inflazione elevata, i rialzi dei tassi delle banche centrali e le preoccupazioni per l’approvvigionamento energetico – si stanno probabilmente trasformando in venti di coda.

In aggiunta, con la chiarezza sulle principali questioni macroeconomiche, i primi segnali di moderazione dell’inflazione e di riapertura in Cina, gli spread societari investment grade possono diventare interessanti in una prospettiva di lungo periodo. “Le aree di incertezza persistente possono portare a picchi di ampliamento degli spread, in particolare nella prima metà dell’anno, che potrebbero offrire opportunità per aggiungere rischi”, rimarca PGIM.

 Vista l’ampiezza dei potenziali scenari e la volatilità che dovrebbe caratterizzare questo 2023, PGIM prevede anche il generarsi di una maggiore dispersione nei risultati societari, negli spread di credito e nell’alfa rispetto al beta. “Pertanto un’accurata rotazione settoriale, ricerca sul credito di tipo bottom-up e accertamento del valore relativo dovrebbero superare l’esposizione indiscriminata al mercato”.

L’outlook trimestrale di PGIM Fixed Income invita anche a sfruttare le divergenze regionali. Investire in regioni con fondamentali diversi offre infatti opportunità in diversi segmenti. Ad esempio, i cicli macro/politici contrastanti in Europa e negli Stati Uniti.

 In definitiva, l’outlook dei tassi appare equilibrato in quanto a un ulteriore inasprimento della politica monetaria si affiancano fondamentali che sembrano volgere al meglio, con crescita economica e inflazione in moderazione, il che suggerisce che i tassi si trovano in prossimità di un picco. Il margine di discesa dei tassi, tuttavia, è probabilmente limitato, dati i timori dei banchieri centrali di fronte a una ripresa delle pressioni salariali e a bassi livelli di disoccupazione. “È vero, l’orizzonte di investimento rimane nuvoloso e l’ansia è alta – conclude PGIM – ma per compensare il rischio, i rendimenti sono passati dai minimi del 2020 senza precedenti ai massimi degli ultimi anni, lasciando le obbligazioni ben posizionate per un forte performance a lungo termine”.

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