Consulenza previdenziale: i tool digitali migliorano la protezione

L’Italia è uno dei paesi più sottoassicurati d’Europa, con rapporti tra premi e Pil inferiori rispetto ad altre economie sviluppate. I tool digitali aiutano gli italiani a identificare e colmare gap previdenziali e di protezione

Italiani popolo di sognatori, ma senza rete di protezione. Lo confermano gli ultimi dati dell’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), che dimostrano come nel 2021 i premi danni pagati in Italia (tra cui l’rc auto obbligatoria) ammontavano al 2% del Prodotto interno lordo del paese. Di contro, sempre nello stesso anno paesi europei come la Germania e la Francia registravano rispettivamente un rapporto del 4,1% e del 3,7%, secondo quanto evidenziato dall’Insurance information institute. Nonostante la crescita stimata dall’Ania in comparti come il ramo danni polizza di ramo III (fondi di investimento, +45% rispetto al 2020) e il ramo vita (+8,5%), l’Italia resta quindi tra i paesi sviluppati più sottoassicurati.

Consulenza previdenziale, un panorama in continuo mutamento

“In questo contesto, la mancanza di consapevolezza degli italiani rappresenta tuttavia una consistente opportunità per la consulenza , che potrà aiutare i risparmiatori a identificare le migliori soluzioni offerte dal mercato” spiega Michele Tanzi, Market Solution Director di Objectway, tra i principali fornitori di soluzioni end-to-end per wealth, banking e asset management a livello mondiale. “In questo contesto, è l’innovazione tecnologica a correre in soccorso degli advisor, soprattutto considerando il sistema normativo complesso e in continua evoluzione”.
L’evidenza del concreto supporto della tecnologia in questo campo è emersa significativamente in seguito all’entrata in vigore della Insurance distribution directive (Idd) il 1° ottobre 2018. “La normativa, una sorta di Mifid II del mondo assicurativo, contribuisce infatti alla creazione di un nuovo framework che ha lo scopo di cambiare la prospettiva di tale industria, ponendo al centro della logica di costruzione dei prodotti e di distribuzione degli stessi gli effettivi bisogni del cliente”.

P&P Previdenza e Protezione: la soluzione di Objectway

“In Objectway abbiamo risposto a questa nuova sfida con una soluzione semplice, intuitiva e che consente al cliente di avere un quadro completo delle proprie esigenze assicurative, ovvero P&P Previdenza e Protezione” continuano dalla società. Tre le variabili attorno a cui l’intero strumento è stato creato: la capacità di rispondere velocemente alla gestione di nuovi bisogni e/o prodotti, in linea con le disposizioni della normativa Idd; la flessibilità di adattarsi al grado di profondità e analisi richiesto dal cliente; e la scalabilità del servizio stesso, che permette di inserire facilmente nuovi parametri per seguire l’evoluzione della vita e dello stato patrimoniale del cliente.

Se i tool digitali migliorano la protezione

“Il servizio si articola su quattro fasi” spiega Tanzi. “Nella prima, il consulente raccoglie le informazioni del cliente (ed eventualmente del coniuge/convivente oltre che del nucleo familiare) attraverso un questionario di profilatura. L’obiettivo è identificare le esigenze previdenziali e assicurative con una ampiezza e specificità maggiore rispetto al questionario Demands and needs previsto dalla direttiva Idd, pur essendo coerente e integrato con quest’ultima”.
“Durante la seconda fase, invece, il P&P determina le esigenze assicurative previdenziali o di protezione distinte per soggetto principale e coniuge/convivente e fornisce una serie di misure atte a sensibilizzare la percezione del cliente e la necessità di tutelarsi”. In questo contesto, sono tre i parametri fondamentali elaborati dal tool. In primis il gap previdenziale, ovvero la differenza tra il tenore di vita raggiunto al termine dell’attività lavorativa e le rendite disponibili derivanti dalla pensione pubblica ed integrativa. Successivamente si determina l’indice di rischio, in base all’esposizione e all’importanza di tutela del rischio in oggetto valutando qual è il relativo gap di protezione, ovvero l’eventuale integrazione necessaria in forma di capitale da assicurare a fronte del danno economico conseguente al verificarsi del rischio. Infine, il livello di tutela per il bisogno in esame: da tutelare, parzialmente tutelato, o tutelato.
“Gli indicatori forniti dal servizio vengono quindi analizzati dal consulente, che può modificare i risultati della prima analisi e procedere a un ricalcolo del gap in ottica di affinamento” aggiunge Tanzi. “Infine, l’advisor può individuare i prodotti collocabili verificandone l’idoneità sulla base delle specifiche esigenze del cliente e consegnandogli la proposta”.

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