Tempo di cambiamenti per i gestori di portafoglio nel 2022

Cambiamenti in atto, e non solo di politica monetaria, che richiedono un cambio di strategia ai gestori di portafoglio. Quali? Rispondono gli esperti di NN Investment Partners

Prospettive di crescita, trend di inflazione, politica economica ed evoluzioni del virus: sono queste le 4 variabili fondamentali su cui incentrare le strategie di asset allocation nel 2022. Ad affermarlo sono gli esperti di NN Investment Partners, secondo cui una minore crescita e un ridotto stimolo economico potrebbero infatti determinare un nuovo ordine di mercato e, di conseguenza, richiedere ai gestori di portafoglio un cambio di regime d’investimento.

Cambio di scenario

Il 2021 dei mercati è stato caratterizzato da una forte ripresa della crescita, uno stimolo fiscale senza precedenti e una politica monetaria estremamente accomodante. Questo scenario potrebbe però presto cambiare.
Negli Stati Uniti (Usa), la pressione esercitata dagli elevati livelli di inflazione ha indotto la Federal Reserve (Fed) a intensificare la sua politica “da falco” iniziata nel 2021. “Per quest’anno sono ora previsti cinque rialzi” sottolinea Patrick Moonen, Principal strategist della società.
L’Eurozona segue a distanza gli Usa: la Banca centrale europea (Bce) acquisterà ancora obbligazioni nel 2022 e non sono previsti rialzi dei tassi. “L’orientamento fiscale è positivo, grazie all’European Recovery Fund” aggiunge Moonen.
Per quanto riguarda la situazione pandemica, con la variante Omicron (più contagiosa, ma meno grave) lo scenario peggiore potrebbe essere stato evitato. “Finora, il suo impatto macro sembra gestibile, ma l’offerta sembra più vulnerabile della domanda a causa dell’aumento dei livelli di congedo per malattia e delle misure di quarantena”, spiega l’esperto. “Anche le finanze aziendali e familiari sono sane. Sul lato aziendale, ciò si traduce in bilanci solidi e buoni flussi di cassa, che forniscono un vantaggio per gli investimenti e i pagamenti per gli azionisti. Per i consumatori, significa risparmi eccessivi e maggiore resilienza a potenziali venti contrari economici”.
Nel 2022 l’attenzione sarà alta anche sugli eventi politici e geopolitici. La Francia andrà alle urne ad aprile e gli Usa terranno le elezioni di medio termine a novembre. Occhi puntati anche alle tensioni al confine tra Russia e Ucraina e alle relazioni tra Usa e Cina.

Mercato azionario e obbligazionario

Tra i settori azionari, quelli finanziario, dell’energia, dei materiali e industriale potrebbero essere i più performanti. Ancora dubbi permangono, al contrario, sulle utility e sui servizi di comunicazione. A livello regionale, rimane in sovrappeso nel portafoglio di NN IP l’Eurozona, così come la Cina, anche se moderatamente, per contrastare la divergenza politica con il resto del mondo. In generale, NN IP si mantiene neutrale, anche se “nel medio termine, le azioni potrebbero rappresentare una delle poche classi di attività in grado di offrire un rendimento positivo per quest’anno”.
Una correzione nel breve termine dei rendimenti potrebbe invece caratterizzare i bund e i treasury statunitensi. “Abbiamo implementato una posizione lunga in obbligazioni tedesche indicizzate all’inflazione a 10 anni contro titoli protetti dall’inflazione (tips) del Tesoro statunitense a 10 anni” aggiunge Moonen. Più fiducia anche nei confronti dei titoli di Stato cinesi a 10 anni, ma cautela nei confronti dei tassi locali dei mercati emergenti, ai quali una Fed più aggressiva e un’inflazione globale ancora elevata potrebbero lasciare poca scelta, se non rimanere “falchi”.

Immobili e materie prime

Posizione di neutralità anche nei confronti del settore immobiliare e delle materie prime per gli esperti di NN IP. “Prevediamo che gli aumenti complessivi dei rendimenti saranno limitati” sottolinea Moonen.
Gli standard di credito dell’Eurozona per le abitazioni e le imprese si sono inaspriti nel quarto trimestre del 2021, mentre quelli statunitensi si sono allentati meno nel quarto trimestre rispetto al terzo trimestre. “Prevediamo che un ulteriore inasprimento degli standard di credito diventi un ostacolo per il settore immobiliare nel 2022”. I dati su alloggi e lavoro negli Usa sono in miglioramento, ma permangono colli di bottiglia dovuti alla carenza di manodopera e di materiali da costruzione. In aggiunta, la crisi del Covid ha amplificato i cambiamenti strutturali in atto nel settore immobiliare (come la tendenza all’e-commerce e l’aumento dello smart working, che ha ridotto la domanda di immobili al dettaglio e rafforzato la logistica immobiliare). In ogni caso, la ripresa economica tendente alla normalizzazione, resa più probabile dai vaccini, potrebbe sostenere la domanda immobiliare in generale e “le valutazioni immobiliari restano interessanti, sia in termini assoluti che rispetto alle azioni” aggiunge Moonen. “Tuttavia, la prevista ripresa degli utili è modesta, con l’Eps che dovrebbe aumentare dell’8% nel 2022 e la crescita dei dividendi dovrebbe salire al 7,5% dal 2% nel 2021”.
Per quanto riguarda le materie prime, i mercati sono stati sostenuti all’inizio dell’anno dall’attenuazione dei timori del virus Omicron, dallo stimolo politico in Cina e dalle tensioni su Russia e Ucraina. “È probabile che il mercato petrolifero si muova verso un surplus nei prossimi mesi poiché la crescita dell’offerta da Opec+ e altrove supera la domanda”.
Sovrappeso nell’alluminio per quanto riguarda i metalli industriali, ma possibili rischi al ribasso a breve termine per le fonderie cinesi alimentate a carbone.
“I prezzi si sono avvicinati ai massimi storici con una sostanziale volatilità e riteniamo che i prezzi elevati dell’energia genereranno un respingimento politico a breve termine” concludono da NN IP. “Abbiamo spostato il palladio a un sovrappeso data la prevista ripresa dell’industria automobilistica poiché i vincoli di offerta di chip si sono allentati. A rischio anche l’offerta russa di palladio, viste le tensioni geopolitiche”.

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