Quote di emissioni di Co2, un asset green dal futuro più liquido

L’accelerazione della transizione energetica sta cambiando le modalità con cui gli investitori prendono in considerazione l’intero segmento delle materie prime. Un esempio? Le quote di emissioni di Co2

Il Sistema per lo scambio delle quote di emissioni dell’Unione europea (European Union Emission Trading Scheme, EU ETS) è in vigore da oltre sedici anni. Come asset class, però, le quote sulle emissioni di carbonio sono ancora lontane dall’essere liquide. “Riteniamo che la liquidità sia destinata ad aumentare, poiché l’accelerazione della transizione energetica sta cambiando le modalità con cui gli investitori prendono in considerazione l’intero segmento delle materie prime”, afferma Koen Straetmans, Senior strategist multi-asset di NN Investment Partners. “Le quote di emissioni di carbonio rappresentano un asset in fase di sviluppo, e la nostra view sulla loro connotazione green e sul prezzo è positiva. Siamo stati tra le prime società di gestione che hanno integrato le quote sulle emissioni di carbonio nel proprio posizionamento standard multi-asset”.

Sistema ETS dell’Ue: come funziona

Sviluppato a partire dal 2005, il sistema ETS dell’Ue è stato il primo mercato mondiale della Co2 e continua a essere il più esteso. L’ETS funziona limitando le emissioni prodotte da circa 11 mila impianti nel settore dell’energia elettrica e nell’industria manifatturiera, oltre che dalle compagnie aeree che operano in Europa, interessando circa il 40% delle emissioni di gas a effetto serra dell’Ue. Il sistema è di tipo cap-and-trade: fissa un tetto massimo di emissioni (cap) consentite nei settori in cui le aziende operano, che diminuisce di anno in anno, creando così un mercato (trade) in cui le emissioni possono essere scambiate. Il cap è così suddiviso in quote (European Union allowances, Eua, in cui 1 quota corrisponde a 1 tonnellata di emissioni di Co2, l’equivalente di un viaggio in macchina da New York a Las Vegas) distribuite alle aziende dallo Stato a titolo gratuito o acquistate dalle stesse tramite asta pubblica. In questo modo, le società più inquinanti possono vendere le proprie quote a imprese meno virtuose o conservarle per eventuali usi futuri.

L’ETS come principale strumento politico al climate change

Ad oggi, “l’ETS rappresenta il principale strumento politico nella lotta contro il cambiamento climatico, dato che offre incentivi alla decarbonizzazione”, continua Straetmans. “Come una soglia massima di quota in base agli obiettivi prefissati sulle emissioni di carbonio, l’impiego dei ricavi derivanti dalle aste per investimenti nel settore energetico, una metodologia di assegnazione gratuita che sostiene una produzione più efficiente in termini di emissioni di carbonio e il finanziamento dei fondi per la transizione energetica”. Il sistema sarà a breve revisionato per ridurre maggiormente le quote sulle emissioni di anidride carbonica a livello europeo, anche alla luce dei più ambiziosi obiettivi dell’Ue riguardo al raggiungimento al 2030 del 55% in meno delle emissioni rispetto ai livelli del 1990, sulla strada per il net-zero al 2050.

Quote di emissioni Eua: prezzi e futuro andamento

“Dalla creazione del sistema ETS dell’Ue, i prezzi delle quote Eua sono stati trainati da due fattori: la normativa e i cicli economici”, spiega Straetmans. “Prevediamo, per questo, un aumento dei prezzi delle quote di emissioni di carbonio in Europa a breve e medio termine. Ci aspettiamo inoltre che l’imminente riforma della Commissione europea, prevista a luglio, sostenga i prezzi. Ciò determinerà una riduzione dell’offerta di quote sulle emissioni di carbonio. Sul fronte della domanda, invece, l’elenco dei settori interessati dal sistema verrà probabilmente ampliato, includendo con ogni probabilità il trasporto marittimo ed eventualmente anche quello su strada, così come l’edilizia. Anche la percentuale di assegnazione gratuita delle quote potrebbe diminuire a favore delle vendite all’asta, con un conseguente aumento della domanda”, aggiunge Straetmans.
Nel breve termine, la ripresa economica e la ripartenza delle economie determineranno un aumento della domanda di quota Eua”, conclude l’esperto. “Nel medio periodo, invece, un tangibile aumento della credibilità dell’UE e la percezione dell’emergenza legata alla lotta contro il cambiamento climatico indicano che i prezzi delle quote Eua potrebbero aumentare fino a raggiungere il costo marginale di abbattimento delle emissioni, così da rendere necessaria la decarbonizzazione”.

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