Dalla “e” alla “s”: il matrimonio inevitabile tra gli investitori e il sociale

Gli investitori responsabili volgono sempre più lo sguardo verso la ‘s’ di Esg, senza però necessariamente abbandonare la ‘e’. Ne parliamo con gli esperti di NN Investment Partners

Interesse per il futuro o ‘attrazione’ temporanea? Un matrimonio inevitabile, secondo gli esperti di NN Investment Partners, è quello che intercorrerà tra gli investitori responsabili e la ‘s’ dell’acronimo Esg (sostenibilità ambientale, sociale e di governance). La pandemia e la guerra in corso hanno infatti esacerbato le disuguaglianze nelle nostre società e l’attenzione sembra spostarsi sempre più sugli aspetti sociali, piuttosto che ambientali, dove tradizionalmente si sono concentrati gli investimenti sostenibili. Questa tendenza continuerà? “Tutto ciò che sta succedendo nel mondo, che si tratti della pandemia, del grande divario tra ricchi e poveri o della crisi dei rifugiati, si collega agli aspetti sociali”, commenta Fouad Mehadi, Senior investment strategist Multi Asset di NN IP. Un legame dal quale sembrerebbe difficile divincolarsi e che, oltre ai vantaggi Esg, ha senso anche dal punto di vista finanziario. “Questo è solo l’inizio”.

Investimenti responsabili: alla ‘e’ alla ‘s’ di Esg

Un rapporto pubblicato nel febbraio 2021 da Bloomberg Intelligence ha previsto che gli asset Esg globali in gestione potrebbero superare i 53 mila miliardi di dollari (ossia circa un terzo degli asset gestiti a livello globale) entro il 2025. “Nei prossimi anni, vedremo un cambiamento che coinvolgerà investitori istituzionali e non solo, che si spostano nello spazio Esg”, commenta Fouad Mehadi. La pandemia e, successivamente, la guerra in Ucraina hanno assunto il ruolo di acceleratori di questa tendenza, in particolare per quanto riguarda gli aspetti sociali. Disuguaglianze, indebitamento o fallimento delle imprese e impatto sulla coesione sociale (e sulla stabilità politica) sono tra i fattori fondamentali che non solo hanno spinto i governi a intervenire tramite stimoli fiscali, ma anche diverse organizzazioni a livello globale a emettere più obbligazioni o richiedere finanziamenti indirizzati specificatamente ad attutire le ricadute della crisi. La Banca di Sviluppo del Consiglio d’Europa, ad esempio, ha emesso a aprile 2021 un nuovo Social Inclusion Bond (Sib) da 1 miliardo di euro per aiutare i suoi stati membri ad assistere milioni di rifugiati. “Che si tratti della pandemia o di una crisi dei rifugiati, tutte queste cose si collegano alla ‘s’ all’interno di Esg”, aggiunge l’esperto, che ricorda, tra gli altri, l’aumento della popolazione e delle disuguaglianze come questioni che dovranno essere affrontate in futuro e che potrebbero portare a un aumento significativo della domanda di investimenti in questa direzione.

Un confine sottile

Le crisi affrontate in questi ultimi anni hanno portato gli investitori a prendere maggiore consapevolezza del legame che intercorre tra la sfera ambientale e quella sociale.
“Alcuni rischi sociali e difficoltà sociali a cui abbiamo assistito oggi si confrontano anche con questioni ambientali”, afferma Marina Iodice, Senior portfolio manager di NN IP. “Ad esempio, il cambiamento climatico determinerà inevitabilmente più migrazioni; queste comporteranno a loro volta lo sfollamento di persone o la necessità di lasciare i propri mezzi di sussistenza per reinsediarsi altrove, creando così anche alcuni problemi sociali”.
A questo proposito, si parla oggi di una transizione ‘giusta’, termine non utilizzato di frequente fino a cinque o dieci anni fa. Con questa espressione si fa riferimento al fatto che paesi in via di sviluppo dovrebbero avere il diritto di emettere di più dei paesi sviluppati. “Dobbiamo assicurarci di affrontare il cambiamento climatico in un modo che sia accettabile per tutti”, aggiunge l’esperta.
In ogni caso, le difficoltà riscontrate oggi dagli investitori interessati agli aspetti sociali sono in parte riconducibili all’assenza di una normativa. Per quanto riguarda i criteri ambientali, in Europa esiste una Tassonomia che li definisce e che permette agli investitori di indentificare con chiarezza se un asset è in linea con gli standard richiesti. Sul lato sociale, la Commissione europea è ancora al lavoro per fare in modo che gli investitori siano tutti d’accordo su quali sono i criteri e quali le linee guida.

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