Microfinanza contro il climate change: 5 esempi dalla Via della Seta

Offrendo l’accesso al credito alle piccole medie imprese, la microfinanza rappresenta un’opportunità di investimento a impatto per gli investitori attenti alle dinamiche Esg. Anche il climate change è nel mirino dei suoi obiettivi

Secondo la Banca mondiale, l’accesso al credito è il secondo ostacolo più frequentemente citato per la crescita del business dalle piccole e medie imprese dei mercati emergenti e dei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, a livello globale le pmi rappresentano il 90% delle attività e impiegano più del 50% della forza lavoro. “Tali piccole realtà costituiscono lo scheletro dell’economia mondiale”, commenta Vincenzo Trani, Presidente di Mikro Kapital. “Basti pensare che nei paesi in via di sviluppo due lavori su tre sono forniti dalle pmi locali. Un numero sempre crescente di istituzioni di microfinanza sta andando incontro alle necessità di una vasta fetta di popolazione, generando un significativo impatto sociale” Un obiettivo cui non è secondo l’impatto ambientale, dato che un numero crescente di progetti di sviluppo internazionale e microfinanza sta scendendo in campo nella lotta contro il climate change. Ecco 5 esempi dai paesi lungo la Via della Seta, in cui Mikro Kapital opera dal 2008.

Climate change e micro finanza: 5 esempi per investimenti Esg

1. Tajikistan, un fondo per prepararsi ai disastri naturali

È di inizio marzo 2022 la notizia che la Banca centrale ha concesso un prestito di 50 milioni di dollari al Progetto per la preparazione e la resilienza contro i disastri naturali, che investirà nelle infrastrutture chiave del paese per mitigare e gestire al meglio i rischi legati al cambiamento climatico. Tra il 1992 e il 2016, le perdite economiche legate alle catastrofi naturali tra cui terremoti, allagamenti, frane fangose e valanghe sono state pari a 1,8 miliardi di dollari e hanno coinvolto circa 7 milioni di persone. Le conseguenze del climate change sono visibili già nelle strade danneggiate o dai ponti interrotti, che in un paese quasi interamente montuoso (il 98% del territorio è costituito da montagne dai 300 ai 7,500 metri di altitudine) rischiano di tagliare fuori intere comunità dai servizi essenziali, oltre che dal mercato. Inoltre, il costo economico sulla rete stradale del Tajikistan dovuto a tali disastri è pari allo 0,5% del Prodotto interno lordo (Pil) annuo, o circa 445 milioni nel 2022, ma entro i prossimi dieci anni il rapporto potrebbe arrivare al 3%.

2. Kirghizistan, la nuova rete idrica creerà migliaia di posti di lavoro

Il progetto Kyrgyzstan climate resilience water supply project è stato approvato a marzo 2022 e vedrà la partecipazione della Bers, dell’Unione europea, della Banca europea per gli investimenti e del Fondo mondiale per l’ambiente. Il pacchetto finanzierà fino a 50 milioni di euro nel ripristino, costruzione e distribuzione di infrastrutture della rete idrica e delle acque reflue del paese. Come risultato, circa 8,7 mila ettari di terra irrigata saranno disponibili per l’agricoltura, creando più di 14 mila posti di lavoro per i residenti rurali.

3. Lago d’Aral, attrarre le api con fioriture di piante resistenti alla siccità

Il Lago d’Aral, situato al confine tra Uzbekistan e Kazakistan, era un tempo il quarto lago più grande del mondo: oggi, è quasi del tutto scomparso. Al suo posto, un immenso letto secco lascia poche speranze circa la possibilità di recuperare il suo habitat naturale e di arrestare le polveri sabbiose che impattano le vite degli abitanti della regione. Il progetto Global disruptive tech challenge 2021: restoring landscapes in the Aral Sea region ha voluto tuttavia dare una nuova speranza al territorio. Ciascuno dei vincitori, annunciati lo scorso giugno, ha ricevuto un prestito di 5 mila dollari e il confronto diretto con alcuni degli esperti della Banca mondiale. Uno dei progetti premiati è stato presentato da una botanica che, dopo aver studiato l’impatto del lago essiccato per più di un decennio, ha proposto la semina di piante resistenti in un clima secco e salato che, fiorendo costantemente da aprile a settembre, potranno attrarre le api e migliorare la qualità del terreno.

4. Asia centrale, rafforzare le capacità di previsione e allerta delle alluvioni

L’Asia centrale è una regione prevalentemente secca: ciò nonostante, le alluvioni rappresentano un danno frequente e mortale. Per questa ragione il Central Asia flood early warning system, supportato dalla Banca mondiale e dalla World meteorological organization, punta a fornire una piattaforma online per aiutare la regione a migliorare la prevedibilità di condizioni atmosferiche estreme e alluvioni. I dati saranno disponibili per sei paesi: Afghanistan, Kazakistan, Repubblica del Kyrgyz, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Il progetto è attualmente in corso di sviluppo.

5. Kazakistan, ridurre l’inquinamento atmosferico ammodernando i riscaldamenti

A livello globale, l’inquinamento atmosferico contribuisce a perdite economiche pari a più di 8 mila miliardi di dollari ogni anno, causando danni incalcolabili all’ambiente. Ad Almaty, capitale del Kazakistan, nei mesi invernali la concentrazione di polveri sottili eccede regolarmente il limite suggerito di 17 volte, ha riscontrato uno studio di IQAir. Le conseguenze sono evidenti: la Banca mondiale ha notato come nel paese l’inquinamento atmosferico causi più di 10 mila decessi prematuri e circa 10,5 miliardi di dollari in danni economici. Per rispondere a questa minaccia, il governo ha annunciato di voler raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060. L’obiettivo sarà reso possibile grazie al supporto della Banca mondiale attraverso la contemporanea riduzione delle emissioni prodotte dal paese. Centrale sarà quindi l’ammodernamento dei riscaldamenti, oltre che il miglioramento dell’efficientamento energetico e della gestione dei rifiuti.

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