Microcredito, tra diversificazione e impatto sociale

Il microcredito impatta positivamente la società garantendo l’accesso al credito alle persone più povere o emarginate. Come in Tajikistan, dove una società fondata da due donne punta a sviluppare l’imprenditoria al femminile in un paese a prevalenza mussulmana

Nel mondo, più di 2,3 miliardi di persone non possiedono un conto in banca. Ovvero, quasi un quarto della popolazione mondiale è oggi escluso dai sistemi finanziari tradizionali, dalla possibilità di contrarre un mutuo a un finanziamento per la propria impresa. Condizioni, queste, quasi necessarie per un vasto numero di cittadini e lavoratori per uscire da povertà ed emarginazione sociale, soprattutto nei paesi meno sviluppati.
Nasce da questi presupposti il microcredito, uno strumento di sviluppo economico che permette l’accesso ai servizi finanziari a persone che vivono in condizioni sfavorevoli all’emancipazione sociale e finanziaria. Il lato positivo per gli investitori? “La possibilità di diversificare il proprio portafoglio stimolando al contempo la crescita economica di aree meno sviluppate, rendendo così l’investimento d’estremo impatto dal punto di vista sociale”, spiega Vincenzo Trani, Presidente di Mikro Kapital.

Come funziona il microcredito

“Il microcredito si propone come strumento di sviluppo economico che fa fronte all’esclusione finanziaria, favorendo la democratizzazione del credito. Fa parte della più ampia categoria della microfinanza, che comprende sia servizi di credito che di risparmio”, spiega Trani. “Attraverso l’aiuto finanziario che viene dato a chi ha poco capitale investibile, si crea una forza importante che contrasta la tendenza moderna a concentrare la produzione nelle mani di poche grandi aziende”. Con il supporto alle piccole e medie imprese, spina dorsale di molte economie in Europa e nei paesi in via di sviluppo, la microfinanza impatta in maniera concreta e immediata l’economia reale 

Un esempio lungo la Via della Seta: il Tajikistan

Un esempio di quanto possa fare il microcredito nei paesi in via di sviluppo viene da Imon International, principale ente di microcredito del Tajikistan, di cui Mikro Kapital è recentemente diventata azionista di maggioranza, andando così a rafforzare la propria presenza nei paesi emergenti lungo la Via della Seta.
Fondata nel 1999 da due donne con l’obiettivo di aumentare l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro del paese, aprendo così le porte dell’imprenditoria al femminile in Tajikistan, Imon International ha contribuito a diffondere i principi del microcredito in tutta la nazione in un momento in cui rilasciare prestiti in assenza di garanzie era impensabile per le istituzioni finanziarie locali. “Fin da subito, la società ha iniziato offrire microcrediti a gruppi vulnerabili della popolazione, per lo più donne, spiegando in un linguaggio accessibile il funzionamento economico del microcredito e le sue principali caratteristiche: fu una rivoluzione nella mente e nei destini di molte persone”, spiega Trani.
Ora, Imon International è riuscita a coinvolgere attori internazionali per sostenere il suo progetto di impatto sociale nel lungo termine. “Gli azionisti di Imon sono impegnati a sostenere le attività della società, vitali per le imprese di base e gli agricoltori nelle zone rurali di montagna del Tajikistan. La transazione porterà Imon a diventare un’istituzione sostenibile conforme ai requisiti normativi e agli standard internazionali di corporate governance e integrità”, conclude Trani.

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