AI: eroe invincibile o destinato a cadere?
Nei classici film romantici, dopo una serie di relazioni complicate, arriva un nuovo amore e il o la protagonista si chiede se questa volta sarà diverso. Quasi sempre la risposta è sì, ma purtroppo non si può dire la stessa cosa per i mercati. La storia è piena di momenti di trasformazione profonda e tutte le epoche hanno i loro titoli di punta. Ogni volta gli investitori si convincono che quei titoli manterranno il loro primato a lungo, non solo per qualche mese, ma, purtroppo, prima o dopo, arriva sempre la doccia fredda e quei titoli finiscono per perdere gran parte del loro appeal. Qualche esempio? Non ha avuto difficoltà a trovarne vari Michael Dowd, Head of Investment Risk di Man Numeric, la divisione di Man Group che applica un approccio sistematico all’investimento in titoli azionari: “Il mondo si stava preparando al dominio economico del Giappone, fino a quando non è stato sconfitto. I conglomerati e le compagnie petrolifere, i "Nifty Fifty" degli anni '70 hanno avuto tutti il loro momento di gloria”. Insomma, guardando al passato gli esempi non mancano. Che questa storia si ripeti anche con i titoli dell’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale sbanca il mercato
Capire qual è il trend di punta del 2023 non è troppo difficile, visto che è ormai da quasi un anno, con il lancio di ChatGpt, che solo menzionare l’intelligenza artificiale (AI) genera entusiasmi quasi euforici. Quindi è tornata alla mente degli investitori la fatidica domanda: questa volta sarà diverso? Insomma, tutta l’euforia che sta facendo da sfondo alla scalata dell’AI è giustificata o gli investitori devono iniziare a prepararsi a un inevitabile crollo? Dowd sembra positivo al riguardo, riconoscendo che esistono ragioni per credere che questa volta possa essere davvero diverso. Una fra queste è la dimensione: senza dubbio, l’intelligenza artificiale sta travolgendo il mercato ad una velocità inedita, ma soprattutto con una potenza mai vista prima, che sta superando anche il potere rivoluzionario di Internet. Alcuni grandi nomi, come Nvidia, stanno offrendo opportunità che sembrano imperdibili per gli investitori, offrendo gli strumenti necessari per seguire la nuova traiettoria del mercato. Solo guardando al secondo trimestre fiscale 2024, il gruppo statunitense ha riportato un fatturato di 13,5 miliardi di dollari, registrando un incremento dell’88% rispetto al trimestre precedente e segnano un +101% sull’anno passato. Un trimestre dove ogni aspettativa è stata superata, tra cui anche quella delle vendite con un aumento del 23% rispetto alle aspettative. Una crescita che non sembra verrà frenata a breve termine, anzi. Per il terzo trimestre le prospettive vedono una incredibile crescita del 171% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con ricavi previsti salire a 16 miliardi di dollari.
Tutti questi dati rappresentano, senza dubbio, un dessert molto invitante a cui è incredibilmente difficile dire di no.
Ma prima di tuffarsi di testa nel mare dell’intelligenza artificiale e focalizzarsi unicamente sui grandi nomi del momento, guardare cosa è successo agli eroi del passato, potrebbe dare qualche spunto di riflessione in più.
Purtroppo, “raggiungere la top 100 in un decennio non è stata una garanzia di successo in quello successivo. In ognuno dei cinque interi decenni che abbiamo analizzato, il peso dei primi 100 titoli alla fine di un decennio è stato materialmente inferiore in quello successivo” spiega l’esperto. E anzi, il decennio successivo a quello della corsa alle dot-com degli anni 90, che potrebbe essere il fenomeno più simile a quello attuale, ha registrato il tasso di sopravvivenza più basso nello studio, con solo il 73% dei titoli rimasti nel portafoglio nel decennio successivo.
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La realtà è che il mercato varia spesso e, solitamente, emergono nuovi leader ogni volta che cambia il ciclo di mercato. Ma non bisogna vedere tutto in negativo: esistono eccezioni che ribaltano questa regola. Una fra tutte Microsoft che è stata in grado di mantenere alta la sua fama anche ben oltre la fine degli anni ‘90, rimanendo anche oggi tra le cinque maggiori multinazionali dell’IT, insieme a Google (ora Alphabet), Amazon, Apple e Meta.
Senza dubbio è ancora troppo presto per capire con certezza il futuro di Nvidia e i grandi nomi dell’AI e, se da un lato non farsi trascinare da questo nuovo ed entusiasmante capitolo del mercato può essere difficile, se non addirittura un errore, dall’altro è bene pensare al passato. Non solo nella mitologia greca i più grandi eroi sono stati distrutti da piccolezze, come una freccia sul tallone; questo può accadere, e anzi è accaduto, anche ai grandi nomi del mercato.