La sopravvivenza sulla terra è una questione di budget

Budget di carbonio in esaurimento: servono provvedimenti. Gli esperti di Lombard Odier Investment Managers hanno identificato gli aspetti da monitorare per valutare chi sarà in grado di domare il processo (già in corso) verso la decarbonizzazione

“Pensate al clima come a una vasca da bagno, e alle emissioni di carbonio come un rubinetto che la riempie d’acqua. I gas serra già emessi hanno riempito quasi per intero la vasca, ora pronta a tracimare”. È con questa metafora che gli esperti di Lombard Odier Investment Managers (LOIM) avvertono: le emissioni continuano e consumano rapidamente il budget di carbonio rimanente.
Ripensare lo zero netto è oggi imperativo assoluto, così da ridurre l’esposizione ai rischi fisici e climatici e al tempo stesso cogliere le opportunità di crescita offerte dalla decarbonizzazione. Essere in grado di ‘domare’ il trend della decarbonizzazione “significa capire in che modo la transizione sta creando nuovi rischi e opportunità per i vari settori e quali cambiamenti nell’ambiente fisico e normativo incideranno sulle imprese”, afferma Thomas Höhne-Sparborth, Head of sustainability research di LOIM. Ma anche “investire nella vera decarbonizzazione e capire quali aziende – da oggi al 2050 – prospereranno, sia lungo il cammino, che una volta raggiunta la meta di un’economia con zero emissioni nette”.

Il budget di carbonio

“Se non riduciamo l’attuale flusso di emissioni, in 10 anni esauriremo il budget di carbonio per contenere entro 1,5 °C il riscaldamento globale”, spiega ancora l’esperto. Ciò vorrebbe dire fallire nel raggiungimento dell’obiettivo fissato nell’Accordo di Parigi del 2015 di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C sopra i livelli preindustriali entro il 2050 al fine di attutire gravi impatti economici ambientali e sociali. Secondo il World Resources Institute, attualmente le emissioni di CO2 sono pari a 52 miliardi di tonnellate ogni anno. “Le attuali politiche comporterebbero un aumento della temperatura compresa tra i 2,7 e i 3,1°C”, spiegano gli esperti. “Anche se gli impegni dei governi venissero rispettati, la temperatura globale aumenterebbe di 2,4°C”. Più di 125 paesi sono già impegnati nel processo di decarbonizzazione, ma sono necessarie misure più drastiche, che implicano una riduzione del 50% delle emissioni globali entro il 2030.
La corsa verso lo zero netto è cominciata, e l’80% circa dell’economia globale è ora soggetta all’obiettivo dello zero netto”, sottolinea Kaminer. Ma ciò non basta: le aziende di tutti i settori di tutte le aree geografiche devono abbandonare i carburanti fossili.

Quattro aspetti da valutare

Secondo gli esperti di LOIM, sono quattro i fattori fondamentali da valutare per comprendere chi saranno coloro che guideranno la transizione climatica nel lungo periodo.
In primo luogo, lo stato e i livelli di esposizione attuale alla CO2. È necessario procedere con l’accertamento del rischio di transizione e con un’analisi accurata delle emissioni lungo il loro intero ciclo di vita: emissioni Scope 1 (direttamente generate dall’azienda), emissioni Scope 2 (indirette, generate dall’energia acquistata e consumata dalla società) o emissioni Scope 3 (tutte le emissioni indirette che vengono generate dalla catena del valore dell’azienda).
In secondo luogo, è opportuno effettuare un’analisi prospettica delle emissioni, calcolando la traiettoria della temperatura di ciascuna azienda rispetto al percorso verso lo zero netto del settore di appartenenza.
In terzo luogo, gli esperti di LOIM invitano a valutare il potenziale di accelerazione di un’impresa. Ciò significa definire l’esposizione della stessa agli impatti net zero nazionali, l’impegno del suo team di dirigenti nella riduzione delle emissioni, la spinta alla decarbonizzazione tra le concorrenti settoriali, l’influenza degli stakeholder (clienti, dipendenti, azionisti) e il rischio di controversie legali e sanzioni in caso di progressi nulli o lenti.
In quarto e ultimo luogo, l’azienda deve essere in grado di adottare obiettivi di decarbonizzazione sempre più ambiziosi e maggiormente basati sulla scienza, nella prospettiva di universo di investimenti allineato allo zero netto, come conseguenza dell’uso più frequente delle informative.

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