Investire nella transizione: la sostenibilità va creata

La logica finora prevalente nella selezione di investimenti attenti al cambiamento climatico è stata quella di allocare capitale su imprese a basse emissioni di carbonio. Ci sono però settori chiave ai quali serve più tempo per la transizione green. Ed è lì che possono risiedere alcune interessanti opportunità

L’accelerazione della transizione verso una economia circolare, snella, inclusiva e pulita (CLIC economy) richiede investimenti mirati e approccio lungimirante. Complessivamente, secondo i dati Bank of America, gli afflussi globali di capitale a sostegno di investimenti che rispettano criteri ambientali, societari e di governance (Esg) hanno registrato un forte rialzo: “Da inizio anno, gli afflussi verso fondi azionari globali sono aumentati del 200% su base annua e hanno raggiunto il record di 1,3 mila miliardi di dollari”, commentano i Chief investment officer di Lombard Odier Investment Managers (LOIM). Risorse, concentratesi principalmente su fondi attivi.

La (finora limitata) logica dietro agli investimenti sostenibili

La crescente sensibilità al tema della sostenibilità si riverbera anche sugli investitori, che potrebbero però avere difficoltà nell’attuare strategie capaci di raggiungere i propri obiettivi green.
“Finora, la logica prevalente alla base degli investimenti attenti al cambiamento climatico è stata quella di allocare capitale alle imprese a basse emissioni di carbonio. L’approccio, tuttavia, è sorprendentemente problematico” riportano gli esperti di LOIM. Le strategie a basse emissioni di carbonio lasciano infatti del tutto irrisolti alcuni problemi in settori difficili da trasformare, come quello dell’acciaio, del cemento, del vetro e dei prodotti chimici. Essendo però tali settori fondamentali per un’economia funzionante, è opportuno fissare target progressivi di adattamento, sfruttando il periodo di transizione come opportunità di acquisto.

Investire nel green: le opportunità della transizione

Sul mercato esistono settori ritenuti fondamentali tanto per il buon funzionamento dell’economia, quanto per la mitigazione verso il cambiamento climatico. Le società cosiddette “di transizione” potrebbero nascondere potenzialità in ambito Esg che gli investitori ancora non sono in grado di cogliere. Si tratta di società ad alta intensità di carbonio nei processi di sviluppo. Cercando di adattarsi all’obiettivo comune del “net zero”, ovvero zero emissioni di carbonio entro il 2050, tali aziende si stanno impegnando per contenere e azzerare le emissioni di carbonio.
“A seguito del rinnovato impegno degli Stati Uniti per affrontare il cambiamento climatico”, proseguono infatti da LOIM, “l’80% dell’economia globale è ora impegnata sotto una qualche forma dell’obiettivo net zero, un consistente balzo rispetto a quel 16% che abbiamo osservato solo un anno fa”.
Per poter individuare gli investimenti più profittevoli, gli investitori si trovano ora ad affrontare un’importante sfida di valutazione.

LOIM: come catturare le fonti di alfa nella transizione

Lombard Odier, leader nel settore degli investimenti sostenibili, investe in società che potrebbero in futuro ottenere risultati positivi grazie al processo di decarbonizzazione che stanno mettendo in atto. Approfondire la conoscenza di queste aree tematiche, così da poter investire consapevolmente affidandosi a esperti del settore, potrebbe portare a considerevoli vantaggi per gli investitori e incentivare il rallentamento del cambiamento climatico.
Investitori in grado di approfondire il tema della transizione in sé possono catturare queste fonti di alfa, fondamentali per la transizione verso una CLIC economy.

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