Nel mercato della transizione energetica, dominano le contraddizioni

Nonostante la transizione verso un’economia a basse emissioni di gas serra sia sempre più urgente, l’industria dei combustili fossili continua a ricevere sussidi. Come risolvere? Ne parliamo con gli esperti di Legal & General.

Un prezzo unico e universale per il carbonio potrebbe essere un enorme passo avanti verso la decarbonizzazione dell’economia globale. Attualmente, ciò non accade. Al contrario, secondo i dati della World Bank, il prezzo del carbonio varia significativamente da paese in paese. “Un modo ovvio per aiutare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è livellare il campo di gioco, rimuovendo i sussidi ai combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili”, spiega John Daly, senior solutions trategy manager di Legal & General Investment Management. “Stabilire un prezzo del carbonio aiuta a riportare l’esternalità sugli emittenti”.

Sussidi vs obiettivi

Le concentrazioni di anidride carbonica (principale gas serra che riscalda l’atmosfera) stanno aumentando. “Stiamo emettendo il gas a una velocità allarmante di circa 40 miliardi di tonnellate all’anno”, ricordano gli esperti di LGIM. Per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi entro la fine del secolo (obiettivo concordato dalla comunità scientifica), le emissioni di carbonio devono essere azzerate entro il 2050.
In questa situazione di emergenza climatica, l’industria dei combustibili fossili sta ancora ricevendo sussidi. “I sussidi alla produzione si manifestano sotto forma di agevolazioni fiscali o pagamenti diretti che riducono i costi di produzione di carbone, petrolio e gas”, spiegano gli esperti. “I sussidi al consumo sono tagli diretti ai prezzi del carburante per il consumatore finale, ad esempio fissando il prezzo alla pompa di benzina al di sotto di quello che sarebbe stato altrimenti il tasso di mercato”.
Un recente rapporto del Fondo monetario internazionale (Fmi) stima che i “sussidi al netto delle tasse” (definiti per includere il costo dell’esternalità per la società con riferimento all’inquinamento locale, alla congestione del traffico e al riscaldamento globale) sono oltre 5 mila miliardi di dollari all’anno, ovvero oltre il 6% del Prodotto interno lordo (Pil).

Cambio di prospettiva

In altre parole, il vero prezzo del consumo di risorse naturali scarse non viene pagato da coloro che le consumano, a spese della comunità globale.
Stabilire un prezzo del carbonio potrebbe contribuire a riportare l’esternalità sugli emettitori. “Tuttavia, il processo per stabilire questo prezzo varia notevolmente oggi”, spiega l’esperto. “Non c’è un indicatore o un mercato a cui puoi puntare”. Invece, diversi strumenti per la determinazione del prezzo del carbonio sono disponibili: le tasse sul carbonio (ossia, un prezzo diretto), sistemi di scambio di emissioni, meccanismi di credito, finanziamenti per il clima basati sui risultati e un mercato volontario del carbonio.
La Banca Mondiale e l’Ocse hanno fornito indicazioni su come le nazioni e gli organismi dovrebbero strutturare meccanismi efficaci di determinazione del prezzo del carbonio, ma inevitabilmente i principi vengono diluiti dagli interessi nazionali e politici.
Esiste una serie di iniziative in materia di prezzi del carbonio adottate in diversi paesi, che vanno dal nulla al sistema di scambio di emissioni (Ets) dell’Unione Europea.
“Complessivamente, il prezzo del carbonio copre circa il 20% delle emissioni globali di gas serra”, aggiunge Daly, “che è basso”.

Aspettative sul prezzo futuro del carbonio

Man mano che le nazioni di tutto il mondo affrontano il cambiamento climatico e riversano sugli emettitori un onere finanziario associato alle emissioni di gas serra, il prezzo del carbonio aumenterà. Gli scenari climatici di LGIM stimano che il prezzo del carbonio aumenti a $380/tCo2 entro il 2050 in uno scenario ottimistico (sotto i 2°C).
Nello scenario disordinato (in cui le nazioni non agiscono immediatamente, ritardando di 10 anni un’azione significativa), il prezzo del carbonio sale a $ 1000/tCo2 entro il 2050.
Le aziende, i proprietari di asset e gli investitori stanno già agendo autonomamente, comprendendo che le esternalità associate alle emissioni di carbonio si tramuteranno in rischi finanziari nel medio termine”, conclude Daly. Un prezzo universale del carbonio riporterebbe i costi associati alle esternalità sugli emettitori. “Date le politiche nazionali disparate, siamo molto lontani da questo. Tuttavia, non tutto è perduto. Tecnologie emergenti dirompenti, un cambiamento nella responsabilità aziendale, evoluzione della legislazione e proprietari di asset e investitori attivamente coinvolti formano una formidabile alleanza sul clima”.

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