Idrogeno: come traslarlo dall’aria al portafoglio

L’idrogeno è ovunque, letteralmente. Attualmente impiegato da diverse industrie, dai fertilizzanti alle raffinerie di petrolio, il potenziale dell’idrogeno è ancora in larga parte inespresso, che si tratti di industria pesante o di circolazione su veicoli a basso impatto ambientale

Incentivare il passaggio dall’idrogeno grigio all’idrogeno pulito per spingere l’investimento, la ricerca e lo sviluppo tecnologico, rispettivamente verso un idrogeno blu (prodotto a partire da combustibili fossili, dove le emissioni di CO2 vengono catturate e stoccate) e verde (prodotto con energie rinnovabili, tramite elettrolisi).
La catena del valore dell’idrogeno ha iniziato a ricoprire un ruolo centrale nel processo di decarbonizzazione mondiale, nonché nel passaggio verso un’economia più green e a zero emissioni. Oltre alle enormi potenzialità dell’elemento chimico in sé, resta però ancora qualche zona d’ombra.

Idrogeno e combustibili fossili

L’idrogeno è il primo componente della tavola periodica degli elementi, il più leggero, il più abbondante nell’universo osservabile, e, spesso, non del tutto “pulito”. Attualmente, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, oltre il 99% dell’idrogeno è infatti prodotto utilizzando combustibili fossili. Per accelerare la transizione verde un H più green, “il costo degli elettrolizzatori utilizzati per generare idrogeno verde (cioè l’idrogeno prodotto esclusivamente con energia rinnovabile) deve diminuire” ha commentato Aanand Venkatramanan, Head of ETF Investment Strategies, Index Funds di Legal&General Investment Management (LGIM).
Secondo Bank of America Research, nell’ultimo decennio il prezzo dell’energia eolica e solare che alimenta gli elettrolizzatori è diminuito del 70-90%, mentre il costo degli elettrolizzatori è sceso fino al 50% negli ultimi cinque anni e si prevede che prezzerà un ulteriore 40-60% in meno entro il 2030. Una energia verde più economica potrebbe aprire le porte all’adozione dell’idrogeno in una più ampia varietà di applicazioni, servendo come valida alternativa alle fonti di energia convenzionali.

Settori interessati dalla rivoluzione dell’idrogeno

Secondo l’esperti di LGIM, nel breve termine, è probabile che la catena del valore si concentrerà sulla domanda di idrogeno verde proveniente da: industrie che già consumano idrogeno (come la produzione di fertilizzanti e raffinazione del petrolio); industrie come cemento, vetro e acciaio dove l’idrogeno può essere una fonte di energia alternativa; applicazioni di mobilità a lungo raggio e industriale come autocarri pesanti, carrelli elevatori e veicoli passeggeri potenzialmente di grandi dimensioni.
La domanda a medio e lungo termine potrebbe inoltre essere sostenuta da altre applicazioni, ha concluso Venkatramanan, come il trasporto di massa, le applicazioni di riscaldamento e la generazione di energia.

LGIM porta l’idrogeno in portafoglio

L&G Hydrogen Economy UCITS ETF  di LGIM, al debutto sul mercato italiano a metà febbraio, offre agli investitori una esposizione alla catena di valore dell’idrogeno e a una gamma di attività passibili di beneficio dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Oggetto di interesse, quelle tecnologie e quelle realtà aziendali (in senso più ampio) che lavorano alla produzione di forme di idrogeno pulite e a costi più contenuti.

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