Giappone: il problema della aziende sostenibili ma poco trasparenti

Le aziende giapponesi si stanno concentrando sul rispetto di standard di trasparenza e disclosure riguardanti la sostenibilità, ma gli sforzi sembrano non bastare. Resta infatti aperta la questione della trasparenza

Il 100% delle prime cento aziende giapponesi per valore del fatturato produce un rapporto sulla sostenibilità e, di queste, il 96% include informazioni sulla sostenibilità nei propri rapporti annuali. “The KPMG Survey of Sustainability Reporting 2020”, rapporto del dicembre 2020 pubblicato da KPMG, mostra questi dati e afferma che la quasi totalità delle prime cento aziende giapponesi ha pubblicato un rapporto integrato in materia di criteri ambientali, sociali di governance (Esg). Nonostante gli sforzi compiuti, le società giapponesi non soddisfano però ancora alcuni standard minimi di trasparenza.

L’impegno giapponese in materia di Esg…

Il governo giapponese si è impegnato a raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette entro il 2050 e ha promosso nuovi standard in materia di disclosure e trasparenza riguardo le pratiche di sostenibilità. Anche il Codice di governo societario giapponese, che offre principi fondamentali per una efficace governance delle società quotate in Giappone, è in fase di revisione e propone potenziali perfezionamenti ai requisiti di rendicontazione della sostenibilità, tra cui il miglioramento, da parte delle società quotate sul mercato primario, della qualità e della quantità delle loro informative relative al clima, sulla base delle raccomandazioni della Taskforce on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) o di quadri internazionali equivalenti. La strada da percorrere però è ancora lunga.

…ma aziende ancora indietro negli standard di trasparenza

Nonostante gli sforzi compiuti, più della metà delle società giapponesi non soddisfa gli standard minimi per la trasparenza Esg stabiliti da Legal and General Investment Management (LGIM) attraverso un approccio basato su regole per valutare le società in materia di sostenibilità (LGIM Esg score). Infatti, “a maggio 2020”, commentano Marion Plouhinec, Senior global Esg Analyst, e Aina Fukuda, Japan Esg manager di LGIM, “solo il 29% delle istituzioni non finanziarie e il 36% delle istituzioni finanziarie in Giappone avevano una rendicontazione completamente allineata al quadro TCFD”.
Il team Investment Stewardship di LGIM ha lanciato una nuova campagna di coinvolgimento sul tema della trasparenza Esg con le società partecipate. Sono state coinvolte quelle aziende che presentano dati di trasparenza molto bassi (score che vanno da un minimo di 0 a un massimo di 100). Tra le 101 aziende che rientrano in questo progetto, 53 sono di provenienza giapponese.
Ma di cosa si occupa questo programma?

Disclosure e trasparenza Esg: il progetto di LGIM

“Sosteniamo l’introduzione di solide regole di rendicontazione Esg in Giappone e l’allineamento dei requisiti di informativa Esg in linea con le migliori pratiche internazionali e le aspettative degli investitori, per consentire loro e alle altre parti interessate di accedere a informazioni Esg a livello globale pertinenti, comparabili, coerenti e verificabili”, affermano gli esperti di LGIM. Stakeholder e investitori, infatti, fanno sempre più affidamento sui dati Esg ricevuti da terze parti; fornire dati imprecisi o errati potrebbe comportare che gli investitori non valutino correttamente azioni e obbligazioni delle società. “L’approccio di LGIM è quello di raccomandare requisiti di divulgazione obbligatori. Attraverso questa campagna”, proseguono gli esperti, “LGIM cerca di sensibilizzare le nostre società partecipate sull’importanza di verificare le informazioni che i fornitori di dati Esg detengono su di loro”.
Considerando il punteggio sulla trasparenza espresso da LGIM, i fornitori di dati sono incoraggiati a contattare direttamente l’azienda per verificare l’accuratezza dei propri dati e/o cercare di migliorare lo score. L’ambizioso progetto promosso da LGIM potrebbe consentire una analisi dei dati più accurata da parte degli investitori, in modo da favorire investimenti che puntino meglio sulla sostenibilità.

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