Il Dragone guarda al futuro e prova a non lasciare indietro nessuno

Le riforme attuate in Cina a partire dal 2020 hanno creato molte incognite tra gli investitori di tutto il mondo. Secondo gli esperti di Lazard Asset Management, le opportunità per il prossimo decennio sono numerose

Entro il 2035, 300 milioni di cittadini cinesi potrebbero passare dalla fascia a basso reddito alla classe media, un numero di persone pari alla quasi totalità della popolazione degli Stati Uniti, secondo quanto riportava il China institute for income distribution (Ciid) a fine 2020. “L’era di riforme in Cina, iniziata nel 1978, ha salvato dalla povertà il maggior numero di persone di sempre” spiega Terrence Gray, portfolio manager di Lazard Asset Management. “Concentrandosi su questa trasformazione alla base della piramide del reddito, e nonostante i rapidi e rigidi cambiamenti in diversi settori dell’economia, riteniamo che gli investitori potranno scoprire interessanti opportunità d’investimento nel prossimo decennio”.

Un’era di riforme per il Dragone

“Secondo la Banca Mondiale, nel 2020 si è registrato il primo aumento della povertà globale dal 1998” continua Gray. “La Cina sembra essere la prima ad affrontare direttamente la disuguaglianza, ma presto altri paesi potrebbero seguire”. Quali le misure adottate dal Dragone finora? In primis la stretta normativa che ha toccato diversi settori dell’economia, con i giganti della tecnologia tra i più colpiti. In generale, infatti, l’amministrazione del Presidente Xi Jinping è volta al raggiungimento di una ‘common prosperity‘, ovvero un benessere comune che riduca le disuguaglianze di reddito e che sia capace di traghettare il paese verso una crescita più sostenibile nel lungo periodo. Oltre all’income inequality, Xi e il suo governo dovranno affrontare anche altre sfide a lungo termine. Tra di esse, gli elevati livelli di debito. “Il rapporto debito/Prodotto interno lordo (Pil) cinese supera ora il 300%, il che rappresenta un rischio a lungo termine per la crescita sostenibile della Cina” ricorda Gray. Il governo si è quindi concentrato sul settore immobiliare, il più colpito dal fenomeno dell’indebitamento, per frenare il debito eccessivo che molte aziende hanno raggiunto negli ultimi dieci anni.

Il futuro della Cina e i settori più esposti al cambiamento

Gli esperti di Lazard Asset Management credono tuttavia che il picco della regolamentazione sia ormai alle spalle. Dove saranno le opportunità maggiori per gli investitori? Sono tre le categorie da monitorare.
In primo luogo, i beneficiari del consumo: “attualmente, il tasso di risparmio in Cina è di circa il 40% del Pil, il più alto a livello globale. Con la nuova regolamentazione, i consumatori cinesi potranno acquistare la fiducia necessaria per aumentare la spesa, specialmente nei confronti di prodotti caseari, fast food, assicurazioni, elettrodomestici e cosmetici, tra gli altri”.
In secondo luogo, le società del settore sanitario. Il governo ha infatti cercato di ridurre i prezzi dell’assistenza sanitaria per renderla più accessibile alla popolazione, in particolare abbassando i costi di distribuzione dei dispositivi medici che, raggiungendo prima quasi il 300% del prezzo di fabbrica, gravavano infatti sui consumatori. “Riteniamo che le aziende d’eccellenza del settore trarranno vantaggio da volumi più elevati di vendite e dall’eliminazione di tali costi elevati”.
In terzo e ultimo luogo, “le normative antitrust imposte ai giganti del tech potrebbero andare quasi sicuramente a vantaggio delle società tecnologiche più piccole” conclude Gray. “Il comparto potrebbe continuare a giocare un ruolo fondamentale nel miglioramento della produttività e nel raggiungimento di una crescita sostenibile del reddito”.

 

 

 

 

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