I 7 peccati commessi quando si parla di investimenti tematici

Gli investimenti tematici necessitano non solo di buone idee, ma anche di corretta implementazione. Sono 7 i peccati da non commettere, sia dai gestori che dagli investitori

Secondo Guy Kawasaki, a capo del marketing di Apple Macintosh al momento del suo lancio nel 1984, “una buona idea è 10% ispirazione e 90% implementazione”. Una massima che, per gli esperti di Lazard Asset Management, vale anche quando ci si approccia agli investimenti tematici: “la nostra esperienza decennale nel settore ci ha portato a concordare con il fatto che, in questo comparto, gli investitori possono ricevere benefici significativi soltanto se la loro strategia è correttamente implementata. Molti dei trend di oggi, infatti, sono frutto di strategie di marketing e non offrono l’opportunità di generare ritorni positivi nel lungo periodo”, spiegano dalla società. Sono 7, in particolare, i ‘peccati’ che gestori, e investitori, non devono commettere se desiderano investire nei tematici. Ecco quali.
Gli investimenti tematici saranno oggetto della conferenza dal titolo “Un caffé con Gramellini – Lazard e i temi del futuro” che si terrà giovedì 16 settembre, ore 09:00 al MiCo – Milano Congressi, in occasione del Salone del Risparmio.

I 7 peccati degli investimenti tematici 

1. Considerare solo la propria narrativa

“Le strategie tematiche sono particolarmente vulnerabili se costruite intorno ad astute, ma in fin dei conti vuote, narrative di marketing, anziché su opportunità genuine di rendimento”, aggiungono da Lazard. “Gli approcci monotematici sono altrettanto suscettibili in quanto creano incentivi aggiuntivi per il bias di conferma, ovvero quando i team di investimento ricercano ragioni a supporto di quella strategia ma ignorano al contempo le prove contrarie. Soluzioni multi-tematiche, invece, consentono la competizione tra temi diversi, mitigando i rischi”.

2. Non ricordarsi che all’orizzonte c’è sempre nebbia

“Le previsioni, in particolare per il prossimo decennio, sono imprecise, se non pericolose”, commentano da Lazard. “Gli investitori dovrebbero chiedere ai gestori da dove nascono le loro idee e dare priorità alle fonti basate sulle evidenze pratiche più che sul consenso popolare. Traiamo la maggior parte delle nostre strategie dalle discussioni con le aziende, perché saranno loro ad allocare il capitale che guiderà il cambiamento strutturale. I gestori dovrebbero essere umili in quanto alla propria capacità di prevedere risultati futuri in mezzo a rischi imprevedibili e diffidare dai tentativi di dipingere più rosa un avvenire comunque incerto”.

3. Usare la mazza al posto del bisturi

“Le idee di investimento generiche sono come mazze: proposte semplici e ampiamente definite possono avere un marketing di impatto immediato, ma possono anche lasciare danni permanenti nei portafogli”, commentano gli esperti. “Temi progettati in modo troppo ampio nei propri obiettivi potrebbero non raggiungere i target e i rendimenti prefissati. Per questa ragione, sviluppiamo temi proprietari che cercano di isolare specifici cambiamenti strutturali in grado di generare profitti, al contempo permettendo loro di evolvere così da non diventare obsoleti. La scelta dei temi dovrebbe essere il più precisa possibile: i gestori dovrebbero armarsi di bisturi, non di una mazza”.

4. Fermarsi alle metriche di valutazione

“Titoli che sembrano essere validi candidati per un tema potrebbero effettivamente avere poca rilevanza. I gestori devono guardare al di là delle metriche di valutazione e selezionare aziende che potranno veramente beneficiare dei potenziali di cambiamento strutturale, così come effettuare controlli incrociati per il rischio idiosincratico e la valutazione. Individuare i giusti pezzi per risolvere un puzzle tematico necessita di andare oltre l’ovvio”, spiegano da Lazard.

5. Puntare tutto su un solo talento

“Inserire più temi in portafoglio non è di alcun beneficio se, sotto sotto, si assomigliano tutti”, aggiungono dalla società. “Una strategia tematica dovrebbe provare ad accedere al cambiamento strutturale attraverso molteplici fonti di rendimento, senza dipendere in modo permanente da un particolare fattore come geografia, settore o stile. La costruzione di un portafoglio ben calibrato dovrebbe impiegare diversi criteri di diversificazione all’interno di differenti spunti tematici”.

6. Predicare bene, razzolare male

“Osserviamo che i gestori tendono a commettere tre errori quando affermano di incorporare la sostenibilità nei loro processi di investimento: non farlo, fingere di farlo o farlo male”, proseguono da Lazard. Nella nostra analisi diamo uguale peso alle sia alle esternalità tradizionali che a quelle legate alla sostenibilità: crediamo che sia questa la vera definizione di integrazione Esg”.

7. Pensare che l’esperienza sia sufficiente

“La genuina esperienza tematica è scarsa. Crediamo che sia cruciale che i team di investimento tematico abbiano specifiche competenze e formazione nell’analizzare i cambiamenti strutturali, oltre che lo stato dell’arte del mercato. Seguire una specifica area geografica o settore anche per decenni potrebbe non fornire abbastanza opportunità di apprendimento. In Lazard sosteniamo invece un approccio globale e multi settoriale che, insieme a un rapporto indipendente con analisti di comprovata esperienza, può far capire davvero la direzione del futuro”, concludono dalla società.

 

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Partecipa alla conferenza di Lazard Fund Managers
Giovedì 16 settembre 2021 – ore 09:00-10:00
Sala Red 1, MiCo Milano Congressi – via Gattamelata 5, 20149 Milano
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(evento riservato esclusivamente
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