Silver wealth: 4 consigli per affrontare il ribasso dei mercati

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In fasi di mercato ribassiste, l’adozione di una gestione proattiva della liquidità familiare può dimostrarsi un’efficace strategia per aiutare i pensionati a superare i periodi di crisi. Ne parliamo con gli esperti di Janus Henderson Investors

Le correzioni di mercato e le fasi ribassiste preoccupano tutte le classi di investitori, ma sono i pensionati a essere particolarmente penalizzati se i loro portafogli perdono valore, soprattutto quando si apprestano a entrare nella fase di decumulo. “Lo scorso 13 giugno l’indice S&P 500 è ufficialmente entrato in fase ribassista – spiega Matt Sommer, Head of defined contribution & Wealth advisor services di Janus Henderson Investors – e di fronte a questa dura realtà, sentirsi dire di rimanere pazienti non è probabilmente di grande conforto”. Che fare quindi?
Benché non esistano risposte semplici, è possibile guardare alla storia recente per imparare alcune lezioni. L’adozione di una gestione proattiva della liquidità della famiglia si è dimostrata utile in passato. Analogamente, i cambiamenti significativi dell’asset allocation si sono storicamente tradotti in sottoperformance degli investitori rispetto al mercato in generale”. Ecco una selezione di strategie che hanno aiutato molti pensionati ad affrontare e superare i periodi di crisi del passato.

1. Tagliare le spese

Considerato l’attuale calo di mercato, è bene ridurre le proprie abitudini di spesa ed evitare così di decrementare il proprio risparmio. “Un approccio possibile è quello di dividere il budget in bisogni, volontà e desideri, per poi considerare un ridimensionamento di quest’ultime due categorie”. Rinunciare a spese superflue, inoltre, consentirà di avere più margine temporale e “darà ai titoli azionari in sofferenza più tempo per recuperare”.

2. Razionalizzare entrate e uscite

Mettere in atto un piano finanziario è un buon punto di partenza, ma sapere esattamente quanto si spende ogni anno può risultare difficile quando si effettuano prelievi da diversi conti. Per tenere traccia delle spese giornaliere è meglio dotarsi di un unico conto in cui far convergere tutti i diversi flussi di cassa, come spese previdenziali, distribuzioni pensionistiche, pensioni, dividendi e interessi.
Questo renderà possibile “controllare periodicamente il conto per assicurarsi che gli importi totali delle spese siano in linea con il piano finanziario”.

3. Creare una riserva di liquidità biennale

Una buona prassi finanziaria, che viene spesso consigliata ai più giovani, è quella di accumulare capitale per incrementare il patrimonio. Per i pensionati, tuttavia, il ciclo reddituale prevede la cessione di asset (vendita di azioni, di immobili etc.) e prelievo di liquidità. Per i profili senior, ciò risulta subottimale: nelle fasi di calo dei mercati, infatti, per creare lo stesso reddito è necessario liquidare un maggior numero di quote o azioni. In parole povere, si è costretti a vendere al ribasso. Bisogna invece stabilire il livello di liquidità necessaria per i 24 mesi successivi e considerare l’accantonamento di tale importo in un fondo del mercato monetario.”

4. Non stravolgere l’asset allocation

Nonostante nei momenti di difficoltà dei mercati azionari e obbligazionari vendere possa sembrare una scelta saggia, uscire completamente da queste asset class per passare alla liquidità potrebbe rivelarsi una scelta errata, per almeno tre ordini di ragioni. In primis, “il market timing è uno sforzo inutile. Serve sapere non solo quando vendere i titoli, ma anche quando rientrare sul mercato. Se si perde il momentum i rendimenti possono subire una drastica riduzione nel tempo. In secondo luogo, l’aumento dei tassi non implica automaticamente che le obbligazioni siano un investimento negativo: le strategie obbligazionarie a bassa duration possono anche essere utilizzate per reinvestire i titoli a breve termine in scadenza in nuove emissioni che distribuiscono cedole più elevate”. Infine, incrementare la liquidità non è un’operazione priva di costi (si pensi alle fees applicate da alcuni istituti bancari sui conti eccedenti i 100 mila euro) e rende il patrimonio particolarmente vulnerabile in periodi di elevata inflazione.

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