Portafoglio 60/40: la diversificazione azioni-bond è scomparsa?

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Il 2022 è stato un anno anomalo con sia azionario che obbligazionario in caduta, penalizzando non poco i portafogli bilanciati. I portafogli 60/40 hanno perso la loro virtù di diversificare il rischio? Janus Henderson Investors non crede

Il 2022 è stato a livello di rendimenti l’anno peggiore dalla grande crisi finanziaria del 2007/2008. Un anno difficile in particolare per gli investitori con portafogli equilibrati tra bond e azioni, colpiti fortemente dalla caduta simultanea delle due asset class regine.

Gli investitori con strategie bilanciate, tipicamente con il 60% degli asset investiti in azioni e il 40% in obbligazioni, pensavano di poter stare tranquilli, dal momento che storicamente questo tipo di portafoglio è mediamente più protetto dai rischi rispetto a quelli esclusivamente azionari e sapendo che di solito azioni e obbligazioni si muovono in due direzioni diverse. Se si guarda fino al 2021 i portafogli 60/40 avevano una reputazione impeccabile, portando rendimenti positivi per 35 anni sui 41 analizzati. Il 2022 ha, però, rappresentato una secchiata di acqua gelida per loro: Edward McQuarrie, economista della santa Clara University, ha spiegato che guardando al periodo tra ottobre 2021 e ottobre 2022 è un po’ come tornare al 1794, si tratta dell’anno peggiore di sempre. Lo scorso anno è stato il peggiore di sempre per i bond con un sonante -13% del Bloomberg U.S. Aggregate Bond Index.

È arrivato il momento di abbandonare la classica diversificazione 60/40? Secondo Janus Henderson Investors sarebbe da sprovveduti mettere nel cassetto per sempre questo tipo di strategia di diversificazione.

Il 2022 come eccezione che conferma la regola

È difficile guardare all’anno appena passato con oggettività dopo che i portafogli hanno sofferto così tanto. Tuttavia, Greg Wilensky e Jeremiah Buckley, entrambi portfolio manager di Janus Henderson, sottolineano che è vitale per gli investitori capire che il 2022 ha rappresentato una rarità. Il crollo dei prezzi degli asset è dipeso in gran parte dai rialzi aggressivi dei tassi da parte della Federal Reserve che nel corso del 2022 ha alzato il costo del denaro di 450 punti base. Se a questo si somma anche il fatto che dal 1929 ad oggi solo 5 volte le azioni e le obbligazioni sono scese in simultanea, dovrebbe essere chiaro quanto insolito sia il contesto in cui il mercato si è ritrovato lo scorso anno.

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