L’agricoltura sostenibile può salvare il mondo e gli investimenti

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La popolazione mondiale ha appena toccato quota 8 miliardi e per sfamarli la produzione di cibo deve diventare sempre più intensiva. Eppure un’altra agricoltura, sostenibile e meno invasiva, è possibile e può diventare anche un ottimo tema di investimento. Parola di Janus Henderson Investors

Il 15 novembre scorso la popolazione del pianeta ha toccato gli 8 miliardi di abitanti
secondo la stima ufficiale delle Nazioni Unite, di cui 2,3 miliardi vivono però
nell’insicurezza alimentare. La sfida di saziarli tutti è già partita grazie all’agricoltura
intensiva che però porta con sé grandi problemi di sostenibilità. La produzione
agricola
, infatti, contribuisce per quasi il 40% alle emissioni dei sistemi alimentari
globali
, che rappresentano a loro volta circa un terzo del totale a livello mondiale.
Per questo l’agricoltura sostenibile è chiamata a svolgere un compito sempre più
importante per favorire la transizione ambientale e azzerare le emissioni di gas
serra entro il 2050.

Soluzioni innovative per l’agricoltura

A fronte della crescita costante della popolazione, che non accenna a rallentare, la
sfida è aperta per provvedere al fabbisogno di cibo senza aumentare ulteriormente
la già significativa impronta di carbonio del settore agricolo globale. Una sfida che
interessa anche gli investimenti. Infatti, secondo Tal Lomnitzer, gestore di
portafoglio di Janus Henderson Investors, esistono “alcune soluzioni innovative
lungo l’intera filiera agricola che stanno attirando un’ingente volume di investimenti
,
con iniziative incentrate sulla riduzione degli sprechi alimentari, sul pieno
sfruttamento delle già scarse risorse e sul progresso dell’innovazione
nell’agricoltura sostenibile”. Solo negli Stati Uniti, l’agricoltura sostenibile, infatti, ha
attirato investimenti per 2.400 miliardi di dollari di patrimonio in gestione, secondo
PWC.

Due miliardi di persone in più da nutrire entro il 2050

Se non vi saranno interventi strutturali, si prevede che le emissioni agricole
cresceranno del 15-20% entro il 2050 in seguito all’aumento della popolazione
mondiale che toccherà i 10 miliardi di individui
e a una crescita del consumo
alimentare pro capite compresa tra l’8 e il 12%. Numeri da capogiro, che ci pongono
davanti alla scelta – obbligata – d’intervenire sul sistema produttivo agricolo. Ma
come? “La riduzione delle emissioni del sistema alimentare richiederà un
cambiamento su diversi fronti. Per quanto riguarda l’agricoltura, nello specifico, tra
le vie di miglioramento possibili ci sono l’ottimizzazione del mix di mangimi per il
bestiame
, le strategie di rotazione delle colture, l’agricoltura rigenerativa e
l’ottimizzazione delle pratiche di fertilizzazione” sottolinea Lomnitzer. Un
miglioramento legato anche alla tecnologia applicata all’agricoltura che negli ultimi
anni ha consentito di migliorare la genetica delle piante per aumentare la resilienza
delle colture, di applicare l’Intelligenza artificiale alla gestione dei suoli e di utilizzare

i droni per dosare con precisione fertilizzanti e pesticidi, fino all’uso di macchinari
agricoli a guida autonoma per ridurre la fatica dell’uomo. Per questo il valore
dell’agritech globale è in rapida espansione e si prevede che toccherà i 32,5 miliardi
di dollari entro il 2027 rispetto ai 9,11 miliardi del 2020
. Un business in grande
espansione che fa dire al gestore di Janus Henderson Investors che “l’agricoltura
svolgerà un ruolo significativo nel raggiungimento dello zero netto e costituirà inoltre
un’ottima opportunità per le aziende che facilitano e adottano il cambiamento”.

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