Oltre la crisi: come investire nei panni dell’imprenditore

“Reattività. Grandissima reattività”. Queste le parole chiave per descrivere gli imprenditori italiani nel corso di questa crisi appena attraversata, che ancora porta con sé degli strascichi

Quali conseguenze si porta dietro la crisi da Coronavirus?

“Gli imprenditori che seguo hanno mostrato tutti grandissima attenzione alla propria azienda, non solo in termini di ritorni finanziari, ma anche sociali. La prima preoccupazione è stata infatti quella di ottimizzare la situazione aziendale per tutelare i propri dipendenti e metterli nella condizione di lavorare in sicurezza”. Come sottolineato da Massimo Fontana, Wealth Manager di IWBank Private Investments, c’è stata una “grandissima reattività nel cercare di adattarsi e trovare soluzioni alternative. Alcuni hanno colto l’occasione per sfruttare la tecnologia e cambiare il proprio modello di organizzazione. Tali schemi non saranno abbandonati in futuro, ma permetteranno di procedere verso una nuova ottimizzazione di spazi, tempi e risorse”, permettendo così di mantenere quanto di positivo si è riusciti a cogliere dalla pandemia.
 

Imprenditore e difficoltà: questione di…

“Parlando con i miei clienti ho colto una certa differenza nell’affrontare la situazione a seconda dell’area geografica e del territorio in cui operano. Lo spirito con cui si è affrontato il fluire degli eventi è stato in molti casi direttamente proporzionale all’intensità della pandemia: nelle aree in cui la situazione era più drammatica, specie in Lombardia, la forza di reazione è stata ancora più marcata. E non parlo di qualche settore in particolare, ma in generale: dalle materie prime, alla manifattura, alle attività produttive, al commercio al dettaglio, al campo medico sanitario. Discorso analogo per la dimensione aziendale”.
 

Il giusto approccio da adottare in materia di investimenti

“Il principale rischio che si corre nei momenti di crisi è che, in una fase difficile come quella affrontata, ogni attenzione sia posta sulla sola attività lavorativa, lasciando indietro tutto il resto. In altri termini, ciò che si temeva era la scelta dell’attesa nell’ambito delle attività e della finanza personali, e la concentrazione dell’attenzione sulla sfera professionale. Come è noto, però, stare fermi in una fase di debolezza implica quasi sempre una mancata opportunità di investimento a condizioni migliori”.
In questo senso, “nei panni del consulente, è stato indispensabile mettersi al fianco dei propri clienti senza lasciarsi fuorviare dalle situazioni del momento”.
 

Qual è la preoccupazione media dell’imprenditore?

“Personalmente, non ho percepito grandissimi timori circa il proseguimento dell’attività. Forse un po’ di tristezza legata al contesto in generale, sicuramente qualche preoccupazione in termini di bilancio, ma non la voglia di mollare. La crisi è stata vissuta dall’imprenditore medio come un qualcosa di esterno: c’è stata una grande ferita, un grande shock, da cui è però scaturita la voglia di riprendersi. Non parlerei quindi di imprenditori inermi, ma di professionisti motivati ad affrontare questa situazione”.
 

Un qualcosa che si è riverberato poi sui consulenti…

“In qualità di professionisti della consulenza, abbiamo cercato di essere presenti e propositivi, di far sentire la nostra presenza costante, senza essere troppo insistenti. Affiancando il cliente, abbiamo provato a fornirgli le giuste indicazioni affinché potesse scegliere il percorso da seguire in modo consapevole”. In un contesto difficile, “anche per noi consulenti è stata una sfida: grazie alla scelta di lavorare in team che, molto prima della pandemia, abbiamo fatto con altri due colleghi, siamo riusciti a condividere analisi, idee e approcci grazie alle nostre caratteristiche ed expertise complementari . Tutto questo ha reso molto più semplice gestire questa fase di emergenza e ci ha aiutato ad essere meno isolati”.
 

Clienti e domande: c’è stato un tema ricorrente?

“Durante la fase di lockdown non ho ricevuto domande particolari. Ho rilevato però un altro aspetto importante: la necessità di discutere e illustrare una situazione economica di insieme non sempre rappresentata dai media. Le notizie negative, seppur reali, hanno qualche volta preso il sopravvento su quanto invece ha continuato a funzionare, e questo ha portato in alcuni casi ad un eccesso di pessimismo. Intessere una relazione profonda e di fiducia con il cliente ci ha permesso anche di fare questo: andare a rimuovere i rumori di fondo, instaurando un dialogo che guardasse oltre la cronaca quotidiana e pensasse ad un orizzonte di più lungo termine”.

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