Transizione green: quanto conta dove viviamo e cosa mangiamo

L’edilizia e l’agroalimentare sono stati identificati dagli esperti di Goldman Sachs Asset Management come dei settori chiave per il successo della transizione green

Legati alla prospettiva di una transizione green, efficienza energetica nell’edilizia e agricoltura sono due tra i temi legati alla sostenibilità sotto la lente degli esperti di Goldman Sachs Asset Management. “In un contesto in cui i locatari chiedono edifici più efficienti, la loro realizzazione può potenzialmente fare la differenza in termini di riduzione delle emissioni” spiega Alexis Deladerrière, Portfolio manager del Goldman Sachs Global Environmental Impact Equity Portfolio. Anche il settore agricolo, tra i più inquinanti, è spinto non solo dalle scelte dei consumatori verso prodotti “sostenibili”, ma anche dallo sviluppo tecnologico. Approfondiamo i temi più nel dettaglio.

Efficienza energetica degli edifici

Secondo quanto riportato nel report Energy Efficiency 2020 pubblicato dalla International Energy Agency (Iea), gli edifici sono responsabili del 36% del consumo globale di energia e circa il 40% delle emissioni globali di gas effetto serra (GHGes) è riconducibile agli immobili residenziali e commerciali. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) sottolinea, inoltre, che nell’Unione Europea (Ue), ad esempio, due terzi degli edifici residenziali sono stati costruiti prima del 1980 e un quarto prima del 1945. Tali costruzioni tendono a presentare scarse prestazioni in termini di efficienza energetica e un miglioramento in tal senso potrebbe rappresentare un’opportunità unica per ridurre drasticamente i consumi e le emissioni di CO2.
L’efficientamento energetico nell’edilizia è un tema di investimento che si svilupperà nel prossimo decennio e oltre, considerata la vastità degli interventi e le tempistiche richieste per realizzare soluzioni orientate alla sostenibilità”, aggiunge l’esperto di Goldman Sachs Asset Management. “A titolo di esempio, abbiamo investito in una società specializzata in sistemi di isolamento i cui prodotti hanno contribuito a far risparmiare una quantità di energia equivalente a 110 milioni di barili di petrolio: 4,7 volte il consumo annuale di elettricità della Grande Londra”.

Il settore agroalimentare

Deladerrière sottolinea inoltre i rapidi sviluppi del settore agroalimentare, classificato tra i più inquinanti. Secondo il report Climate Change and Land pubblicato a gennaio 2020 dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Icc), infatti, circa il 23% del totale di emissioni di gas serra nel periodo compreso tra il 2007 e il 2016 derivavano solamente da agricoltura, silvicoltura e altro uso del suolo. “Non è semplicemente il mutamento delle abitudini dei consumatori a favore di regimi alimentari maggiormente basati sui alimenti vegetali a sostenere la domanda e l’ampliamento della gamma di soluzioni di investimento. Nel settore biotecnologico stanno emergendo diverse nuove tecnologie” continua Deladerrière. Ad esempio, lo sviluppo di soluzioni basate su enzimi naturali è indirizzato a ridurre l’uso di pesticidi e fertilizzanti, la limitazione o il riutilizzo dei rifiuti alimentari e allungare i tempi di conservazione dei generi alimentari. “Queste tecnologie si trovano in una fase di sviluppo più iniziale rispetto, ad esempio, all’efficienza energetica degli edifici, ma la loro adozione su vasta scala lungo le catene di approvvigionamento potrebbe generare un impatto significativo”, conclude l’esperto.

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