Il proxy voting a supporto di donne e minoranze etniche

Sostenibilità e crescita inclusiva: sono questi i valori che Goldman Sachs Asset Management persegue con l’aggiornamento delle sue politiche di voto per delega annunciato lo scorso 2 dicembre. Heather Miner, chief operating officer di Goldman Sachs Asset Management, ha dichiarato di voler promuovere, tramite tale aggiornamento, una maggiore diversità e inclusione nei consigli di amministrazione di tutto il mondo.

Sostenibilità e crescita inclusiva: sono questi i valori che Goldman Sachs Asset Management persegue con l’aggiornamento delle sue politiche di voto per delega annunciato lo scorso 2 dicembre. Heather Miner, chief operating officer di Goldman Sachs Asset Management, ha dichiarato di voler promuovere, tramite tale aggiornamento, una maggiore diversità e inclusione nei consigli di amministrazione di tutto il mondo.

Un voto per fare la differenza

Tramite il voto per delega (o proxy voting), le società di gestione del risparmio esprimono un voto nelle assemblee delle imprese nelle quali investono per conto dei propri clienti. Gli azionisti votano su una serie di questioni differenti: dall’elezione dei membri del consiglio di amministrazione (cda) all’approvazione di operazioni straordinarie come fusioni o acquisizioni. Nel caso in cui sia richiesta la maggioranza assoluta, l’eventuale astensione dal voto può influire, ad esempio, sull’esito dell’elezione di un amministratore. Anche il voto per procura o per delega, quindi, può essere determinante nella definizione della composizione e del comportamento delle società in cui si è deciso di investire. “Consideriamo il voto attivo per delega e l’engagement sulla diversità e su altre questioni come una parte fondamentale del nostro ruolo di steward del capitale dei nostri clienti” ha dichiarato Catherine Winner, responsabile della stewardship di GS Asset Management.

Goldman Sachs Asset Management: più diversità nei board delle quotate

Da marzo 2022, Goldman Sachs Asset Management intende rafforzare il proprio impegno nel promuovere la diversità di genere e etnica nei board delle società quotate. In particolare, richiederà a tutte le società dell’S&P 500 e del FTSE 100 di avere nel cda almeno un amministratore appartenente a una minoranza etnica sottorappresentata. Le politiche verranno ampliate a livello globale a tutte le società quotate, che dovranno includere almeno due donne nel proprio consiglio (a meno che non abbia meno di 10 membri o dove i requisiti locali siano già superiori a questo minimo). L’asset manager si impegna a votare contro i membri dei comitati di nomina che non rispettano questi requisiti, mentre negli Stati Uniti continuerà a votare contro tutti i membri dei board che non includono donne. Katie Koch, co-head del comparto Fundamental Equity, ha definito la diversità all’interno dei cda delle grandi società “un’importante fonte di pensiero diversificato al più alto livello di ogni azienda e un driver rilevante della performance aziendale”. Così l’obiettivo diventa quello incoraggiare un comportamento sostenibile e inclusivo, ma comunque sempre funzionale all’ottenimento di buoni risultati per gli azionisti.

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