Debito Italia sostenibile? La view di Goldman Sachs Asset Management sui BTP

In un contesto delicato per la politica italiana sale l’attesa per la Bce, che in occasione della riunione del 21 luglio, illustrerà lo strumento contro il rischio frammentazione, meglio noto come scudo anti-spread. Sarà sufficiente a rassicurare gli investitori sul debito italiano? La view di Goldman Sachs Asset Management

Titoli di Stato italiani sotto stretta osservazione, con l’acuirsi dei venti di crisi in Italia che hanno risvegliato le tensioni su spread e tassi viste negli ultimi mesi, facendo tornare lo spettro della sostenibilità del debito. In questo contesto così delicato, sarà ancora più importante il nuovo strumento messo a punto dalla Bce contro il rischio frammentazione, meglio conosciuto, appunto, come scudo anti-spread, o anche scudo salva BTP, i cui dettagli dovrebbero essere annunciati e illustrati in occasione della riunione di politica monetaria, in agenda il prossimo 21 luglio. Ma la delusione per i mercati potrebbe essere dietro l’angolo, visti i disaccordi interni al consiglio direttivo Bce. Secondo Goldman Sachs Asset Management, dunque, è probabile che i BTP rimangano volatili nel breve termine, rendendo ancora più difficile orientarsi nella giusta direzione.

BTP, cosa succede? 

Le dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, hanno riportato le tensioni sui BTP con spread e tassi che si sono riportati verso i pericolosi livelli visti nei mesi scorsi. Tutto è iniziato con la riunione della Bce dello scorso 10 giugno, in cui l’istituto ha annunciato l’intenzione di iniziare ad alzare i tassi e di porre fine al piano di Quantitative easing tradizionale (QE), scatenando un’ondata di vendite sui debiti sovrani considerati più vulnerabili, quelli di Italia e Grecia in primis. Lo spread tra BTP e Bund si è ampliato verso i 200 punti base, raggiungendo il livello più elevato dall’inizio della pandemia e avvicinandosi pericolosamente al livello raggiunto nel 2018, quando crescevano i timori degli investitori per le ventate populiste. Contemporaneamente, il rendimento è schizzato al 3,5% (con punte oltre il 4%), il livello più elevato dal periodo della crisi del debito sovrano europeo e ben al di sopra di quella che molti definirebbero la “zona di sicurezza” in termini di dinamiche del debito.

Rischio sostenibilità del debito italiano?

Il recente movimento sui BTP risveglia i timori sulla sostenibilità del debito italiano. Ma è davvero così reale questo rischio? In generale, “le stime sul limite di rendimento, ossia il livello di rendimento oltre il quale il debito di un paese diventa insostenibile, sono diverse, – ricorda Simona Gambarini, Senior market strategist e strategic advisory solutions di Goldman Sachs AM – poiché la sostenibilità del rapporto debito/PIL di un paese dipende non solo dal livello del rendimento, ma anche dalla crescita potenziale del PIL”.

In altre parole, bisogna guardare non solo ai movimenti su spread e tassi ma anche al denominatore del rapporto debito/PIL, ossia alla crescita: fino a quando il tasso di interesse nominale medio richiesto sul debito governativo rimane inferiore al tasso di crescita potenziale del PIL, non sussistono grosse problematiche.

Purtroppo le previsioni macro in questo senso non sono confortanti. La Banca d’Italia ha tagliato a giugno le stime sulla crescita dell’economia italiana. Le nuove proiezioni, elaborate da via Nazionale, mostrano una crescita del PIL quest’anno del 2,6% e una frenata all’1,6% nel 2023. Appare piuttosto evidente quindi che un rendimento a 10 anni intorno al 3,5% sia piuttosto allarmante, a meno che “il paese non sia in grado di incrementare in modo significativo il potenziale di crescita del PIL attraverso le riforme e gli investimenti, ma questo richiede stabilità politica”. E l’Italia, proprio in questo momento, non è in grado di garantirla.

Come maneggiare i BTP

La Bce avrà un arduo compito per evitare un’altra crisi del debito della regione, soprattutto con i venti di crisi di governo in Italia e le elezioni politiche in agenda nel 2023 anche in Grecia e Spagna. E, ricorda Goldman Sachs Asset Management, la discontinuità politica potrebbe aggravare il problema della sostenibilità fiscale.

In questo contesto, quindi, diventa fondamentale capire se questo scudo Bce avrà le caratteristiche per rassicurare in maniera sufficiente i mercati, senza scatenare critiche, polemiche e disaccordi all’interno del Consiglio direttivo. Per questa ragione, Gambarini non esclude nel breve termine il ritorno della volatilità e di pressione sulla carta italiana.

“Sarà difficile orientarsi in questi mercati, pertanto un approccio attivo da parte degli investitori diventa ancora più fondamentale”, suggerisce l’esperta. Guardando a un orizzonte di più lungo periodo, invece, le cose potrebbero migliorare per i BTP: proprio grazie al sostegno della Bce, “gli investitori considereranno con maggiore favore l’Italia come emittente”.

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