Credere nell’innovazione, nonostante le incertezze del mercato

Ciò che ha messo in difficoltà oggi un mercato potrebbe anche essere ciò che lo spingerà in futuro? Nel settore dell’innovazione, questo potrebbe essere il caso. Ce ne parlano gli esperti di Goldman Sachs Asset Management

L’alta inflazione e l‘incertezza geopolitica che caratterizzano il contesto attuale potrebbero costituire, un fattore di spinta per i titoli del settore dell’innovazione. Lo sostengono gli esperti di Goldman Sachs Asset Management, secondo cui “si è venuto a creare un punto di ingresso interessante nel comparto dell’innovazione per gli investitori di lungo termine”.

Investire nell’innovazione a un prezzo più “ragionevole” 

Negli ultimi mesi, i titoli azionari del comparto dell’innovazione hanno registrato la flessione più marcata rispetto all’intero mercato azionario. Questo è in parte dovuto al fatto che “le azioni orientate all’innovazione hanno un rischio di duration implicita più elevato: sono infatti più sensibili alle aspettative di rialzo dei tassi”. A detta degli esperti di Goldman Sachs Asset Management, ora gli investitori potrebbero avere l’opportunità di ottenere un’esposizione all’innovazione a un prezzo “molto più ragionevole”, con le valutazioni di questi titoli attualmente scese al di sotto della loro media di lungo periodo. 

Inoltre, proseguono da GS Asset Management, “sebbene il premio che gli investitori sono disposti a pagare per titoli con equity duration lunga si sia ridotto, non abbiamo assistito a un peggioramento generalizzato dei fondamentali. Anzi, riscontriamo alcuni esempi di fondamentali che rimangono solidi e che, in molti casi, migliorano”. 

Inflazione e tensioni internazionali: alleati inaspettati 

Sono due i motivi che spingono Goldman Sachs a ritenere che il contesto attuale, caratterizzato da elevata inflazione e incertezza geopolitica, potrebbe dare ulteriore slancio a questi titoli. 

Da un lato, spiegano gli esperti, nelle fasi di elevata inflazione, le imprese cercano di aumentare i ricavi e ridurre le spese per compensare l’aumento dei costi dei fattori di produzione. “Dal punto di vista della scelta dei titoli questo significa concentrarsi sulle imprese con un forte potere di determinazione dei prezzi e su quelle che offrono soluzioni innovative volte a incrementare l’efficienza di altre aziende”, aggiungono dalla società. “Con l’aumento dell’inflazione, prevediamo un aumento della domanda di molte delle soluzioni innovative in cui investiamo, tra cui le soluzioni software di automazione, che permettono di aumentare la produttività del lavoro e di ridurre i costi complessivi, e l’assistenza sanitaria tecnologicamente avanzata, che riduce i costi e migliora i risultati per i pazienti”. 

Guardando alle crescenti tensioni geopolitiche, gli esperti si attendono un’accelerazione della tendenza al nazionalismo delle risorse, dal momento che i paesi cercano di ridurre la propria dipendenza esterna e di raggiungere l’autosufficienza, soprattutto sotto forma di indipendenza energetica e tecnologica. La delocalizzazione di asset tecnologici di rilevanza strategica è oggi più rischiosa agli occhi dei governi e delle aziende. Negli ultimi anni, infatti, “essi hanno dovuto fare i conti con un inasprimento del contesto geopolitico, con problemi di sicurezza nazionale e con strozzature nella catena di approvvigionamento, come nel caso dei semiconduttori, che hanno paralizzato interi settori”. 

Anche l’energia rientra, oggi più di ieri, nel perimetro delle considerazioni strategiche nazionali. In aggiunta agli obiettivi di contrasto di cambiamento climatico, i recenti sviluppi geopolitici “hanno attirato l’attenzione globale sul rischio di dipendere principalmente da risorse energetiche limitate, ovvero petrolio e gas, fornite da un piccolo gruppo di Paesi” affermano gli esperti. “Per evitare l’impatto di potenziali interruzioni della catena di approvvigionamento e dei conseguenti shock sui prezzi, i paesi si stanno attivando per diversificare ed evitare la dipendenza da un’unica fonte energetica”. Un esempio è il recente Re-power EU di Bruxelles, che mira ad azzerare entro il 2027 la dipendenza energetica dalla Russia e ad aumentare del 45% la produzione di energia da fonti rinnovabili. 

Per il futuro, riteniamo che i titoli azionari del segmento dell’innovazione continuino a essere destinati a sovraperformare, anche in un contesto inflazionistico e di rialzo dei tassi. In ultima analisi riteniamo che la crescita a lungo termine che probabilmente si registrerà in queste imprese riuscirà a superare l’attuale tensione dovuta all’aumento dei tassi e ad altre pressioni strutturali a breve termine” concludono da GS Asset Management, sottolineando l’importanza della gestione attiva specialmente in periodi di incertezza e volatilità, che determinano una maggiore differenziazione tra i titoli.



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