Cosa ci insegna l’indice VIX della paura

La diffusione di Covid-19 ha provocato una ondata di volatilità sui mercati azionari globali, culminata nel picco dell’indice VIX. In situazioni come queste, gli investitori decidono spesso di farsi da parte, aspettando acque più tranquille per posizionarsi. Ma è questo il miglior modo di agire?

In un periodo fortemente incerto per le borse mondiali, l’analisi storica dell’indice VIX, indice che misura la volatilità implicita delle opzioni sullo S&P500, noto colloquialmente come indicatore della paura, può fornire qualche risposta.
A partire dal 9 marzo 2020 e per tutto il resto del mese, l’indice VIX è rimasto al di sopra della soglia di 50 (mercato altamente volatile), arrivando a toccare picchi massimi in area 80. Dal 1990 fino a prima del recente picco, i dati giornalieri del VIX mostravano solo tre periodi in cui l’indice ha superato i 50 punti, tutti attorno alla crisi finanziaria globale del 2008: ottobre-dicembre 2008, gennaio 2009, febbraio-marzo 2009.
L’analisi di Goldman Sachs Asset Management si è concentrata proprio su questi tre periodi: coloro che hanno investito a partire dal momento in cui il VIX è sceso al di sotto dei 50 punti hanno ottenuto un rendimento medio a 12 mesi pari al 32,4%, ben superiore al rendimento medio annuo a lungo termine (l’ultimo trentennio) dell’S&P500, pari al 9%.

Le dinamiche dell’indice VIX

Anche se i dati del passato non sono mai un indicatore dei rendimenti futuri, la storia suggerisce che oggi potrebbe essere un momento positivo per investire su un orizzonte temporale di almeno un anno.
Lo schema, hanno proseguito gli esperti di GSAM, viene confermato anche dai casi in cui il VIX ha superato la soglia di 40, fermandosi però al di sotto dei 50 punti.
“Nel corso degli ultimi trent’anni ci sono state 10 occasioni in cui il VIX ha infranto la barriera dei 40. In tutti questi periodi tranne due (gli attacchi alle Torri Gemelle dell’11 settembre e la crisi finanziaria globale), i rendimenti azionari sono stati performanti 12 mesi dopo il giorno in cui il VIX ha superato i 40. Se calcoliamo i rendimenti sui 12 mesi a partire dal giorno in cui il VIX è tornato al di sotto dei 40, i risultati sono positivi nove volte su dieci”.

In conclusione…

Oggi, con un indice VIX poco al di sopra della soglia dei 40 punti, può essere un buon momento per iniziare a valutare un ingresso sul mercato azionario. Con alcune clausole: anzitutto, disporre di un periodo di tempo di almeno un anno; in secondo luogo, essere in grado di sopportare le oscillazioni di breve termine; infine, saper aspettare.
La pazienza” hanno aggiunto a proposito da GSAM “è generalmente premiata”.


Fonte: Goldman Sachs Asset Management. Clicca sull’immagine per vederla ingrandita

Il grafico mostra la performance del comparto azionario a 12 mesi, a partire dal momento in cui l’indice VIX ha superato (barra blu) e rotto nuovamente a ribasso (barra azzurra) rispettivamente la soglia dei 50 e dei 40 punti.

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