Tecnologia a fine corsa? No, ma serve un cambio gomme

Il settore della tecnologia ha dominato i mercati durante lo scorso decennio, ma alcuni investitori temono che questa situazione potrebbe non durare a lungo. Cosa è cambiato? Ne parliamo con Fidelity International

Il dominio del settore tecnologico sui mercati sta giungendo al termine? Non secondo Hyun Ho Sohn, gestore del portafoglio FF Global Technology di Fidelity International.
Nonostante il sell-of dei titoli tecnologici ad alta crescita (avvenuto sui mercati a partire dai primi giorni del 2022) abbia affossato gli indici azionari statunitensi, ci sono diversi fattori che permettono di rimanere fiduciosi sulla forza del settore, quattro in particolare: un forte potere di determinazione dei prezzi, la natura sempre più “mission critical” per i consumatori, ll consolidamento delle aziende del settore e il sostegno dei governi allo sviluppo.

Tecnologia, una nuova bolla?

A partire dal pomeriggio del 4 gennaio 2022, il settore tecnologico ha assistito a un sell-off dei titoli cosiddetti growth, iniziato negli Stati Uniti e in Europa e proseguito poi in Asia. Le vendite hanno riguardato anzitutto il Nasdaq 100, che nella notte tra il 5 e il 6 gennaio ha perso il 3,3%, mentre l’l’indice S&P 500 Information Technology cedeva il 3,1%. Nel resto del mondo, l’indice Euro Stoxx Technology registrava un ribasso del 3,2%, mentre il Nikkei 225 e l’S&P/AP 200 segnavano, rispettivamente, -2,9% e -2,7%.
Questo evento, unito alla rotazione da growth a value, ha portato alcuni investitori a chiedersi se il mercato toro pluriennale del tech sia giunto al termine e se possa ripetersi una situazione simile a quella di fine degli anni ’90, con la cosiddetta bolla Dot-com e il successivo crollo dei titoli tecnologici nel 2000.
“Le valutazioni in alcune aree del mercato sono elevate, e negli ultimi mesi abbiamo visto segnali di eccesso speculativo in termini di livelli di partecipazione degli investitori finali, trading di opzioni e flussi di capitale di rischio nelle startup tecnologiche”, commenta l’esperto. “Tuttavia, ritengo che la situazione rimanga fondamentalmente diversa, dato che la performance di oggi è guidata dai fondamentali del business e da una comprovata domanda del mercato finale”.
In aggiunta, la pandemia sembra aver evidenziato alcune criticità dell’Information Technology nella nostra vita personale e lavorativa. “Potremmo assistere a una leggera inversione post-Covid nei mercati dell’hardware” aggiunge Hyun Ho Sohn, “ma nel complesso, tutti noi dipendiamo sempre più dalla tecnologia. I rialzi dei prezzi delle azioni sono quindi guidati dalla crescita degli utili”.

Valutazioni elevate, ma non troppo

Il mercato tecnologico nel suo complesso non sembra eccessivamente costoso, sia su una base comparativa che storica”. L’esperto ammette comunque la presenza di aree già eccessivamente prezzate dal mercato, soprattutto laddove si sono registrati flussi di investimento verso start-up innovative.
Minori sostegni di politica monetaria e condizioni più restrittive potrebbero significare un mercato delle Ipo meno esuberante e un maggiore consolidamento in tutto il settore. “L’innovazione continua a essere guidata da aziende consolidate, in particolare le mega-cap, che continuano a sfruttare le loro posizioni dominanti sul mercato e la loro forza di cassa per costruire nuovi flussi di entrate e investire in nuove iniziative”, aggiunge Hyun Ho Sohn, anche se tutto ciò può aver portato a un’eccessiva spinta (esemplificativo il picco di tre anni raggiunto da Apple, con una capitalizzazione di mercato di 3.000 miliardi di dollari).
In Cina, invece, le valutazioni e il sentiment verso i titoli cinesi si sono deteriorati l’anno scorso a causa del giro di vite normativo e antitrust voluto dal governo cinese. “Avremo maggiore chiarezza sulla posizione normativa del governo con il 20° Congresso del Partito di ottobre, ma già il suo approccio sembra meno mirato, con meno shock normativi improvvisi che colpiscono le aziende cinesi”.

Tecnologia, come posizionarsi?

Come posizionarsi, dunque? Aziende con mercati finali solidi, fondamentali forti e valutazioni ragionevoli sono i tre aspetti chiave da considerare quando si parla di tecnologia, alla base del processo d’investimento del portafoglio FF Global Technology di Fidelity. “Restiamo positivi e sovrappesiamo la maggior parte delle mega-capitali a livello globale, data la loro forza a lungo termine combinata con valutazioni ragionevoli”, spiega il suo gestore.
Aziende tecnologiche al servizio della “vecchia economia” (in particolare in settori come produzione e energia), automazione, semiconduttori, veicoli elettrici, infrastrutture di comunicazione e software sono un esempio dei temi d’investimento su cui si concentra la strategia di Fidelity.
Guardando infine al problema dei colli di bottiglia lungo le supply chain, “penso che il peggio possa essere passato in termini di problemi della catena di approvvigionamento, sospinto dalla pandemia e dalle chiusure. Le pressioni dovrebbero attenuarsi, anche se gradualmente, nei prossimi mesi”, conclude l’esperto.

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