Tecnologia: ecco perché investire senza la paura di bolle

Dall’epoca delle dot.com, il settore tecnologico è più maturo, diversificato e solido rispetto a 20 anni fa. La direzione investimenti di Fidelity International spiega perché non scoppierà un’altra “bolla del 2000” e illustra le opportunità di investimento legate alle tecnologie della 4^ rivoluzione industriale

La tecnologia non è più un “nuovo mercato” ma offre nuove opportunità di investimento generate dalla quarta rivoluzione industriale e, secondo la direzione investimenti di Fidelity International, chi naviga i mercati finanziari dovrebbe tenerlo bene a mente.

Infatti quella che negli anni Novanta veniva definita “new economy” è ormai diventata l’attuale economia e gli investitori non si basano più su una visione ottimistica del futuro: la digitalizzazione è diventata indispensabile e imprescindibile in ogni settore economico. Per le imprese del settore tecnologico, si tratta della base per una crescita sostenibile.

L’automazione, il riconoscimento vocale, la robotica, l’intelligenza artificiale, i big data e altre tecnologie stanno conquistando un comparto industriale dopo l’altro: le aziende automobilistiche costruiscono vetture sempre più intelligenti; i robot utilizzati dalle imprese minerarie sostituiscono gli operai in mansioni rischiose per la salute; i rivenditori al dettaglio ottimizzano la gestione delle scorte grazie ai dati raccolti dal web; le città e le fabbriche sono sempre più “smart”. L’intelligenza artificiale non è utilizzata solo dalle banche per prevenire le frodi, ma anche nella diagnostica medica, nella sicurezza domestica, nei trasporti e persino negli investimenti finanziari.

Tutto questo è possibile grazie agli enormi progressi compiuti negli ultimi anni dalla tecnologia dei semiconduttori, come i chip dei computer, che oggi sono diventati indispensabili in quanto componente essenziale dei dispositivi elettronici, e costituiscono la chiara dimostrazione che il settore tecnologico oggi non potrebbe più svanire senza lasciare traccia, a differenza di alcune società internet degli anni Novanta. Basti pensare che l’informatica degli anni 2000 ha generato un incremento del Pil globale pari allo 0,6%, mentre l’intelligenza artificiale potrebbe produrre già di per sé un aumento annuo della crescita economica globale dell’1,3% entro il 2030.
Secondo Gartner, società specializzata nelle ricerche di mercato, nel 2020 saranno in uso 20 miliardi di dispositivi dotati di connessione a internet rispetto agli 11 miliardi circa del 2018.
Questa diffusione a macchia d’olio produrrà una quantità esponenziale di big data: tenendo conto che, attualmente, almeno il 60% dei dati a disposizione delle aziende non viene utilizzato, il potenziale di rendimento è enorme.

Ma se all’inizio del millennio la bolla delle dot-com è stata alimentata soprattutto dai rivenditori al dettaglio online e dalle società di telecomunicazioni, oggi il settore tecnologico è un vasto campo popolato da colossi dell’innovazione e redditizie società di nicchia e comprende le imprese specializzate in social media e streaming, i produttori di componenti e dispositivi, i fornitori di software aziendali e di servizi bancari digitali, e molti altri tipi di imprese.
L’ampiezza della gamma delle tecnologie digitali è emersa in particolare quando l’indice statunitense S&P500 si è arricchito di un nuovo settore, denominato “servizi di comunicazione”. Netflix, Alphabet, Facebook e Twitter sono passati dalla tecnologia a questo nuovo settore, insieme a società di media e telecomunicazioni come Disney e Verizon. Di conseguenza i confini tra la tecnologia e gli altri settori diventano sempre più sfumati.

Inoltre, se da un lato i titoli tecnologici sono oggi molto più costosi del resto del mercato, dall’altro le valutazioni, in media, non sono lontanamente paragonabili a quelle che si registravano prima dello scoppio della bolla del 2000. Alla fine del 1991, per esempio, l’indice Nasdaq Composite ha raggiunto un rapporto prezzo/utili pari a 200. Oggi il rapporto tra prezzo delle azioni e utili dell’impresa si colloca appena intorno a 20.

Molte società dot.com al momento della quotazione in Borsa avevano registrato addirittura perdite, poiché la conoscenza del marchio e la crescita del numero di utenti erano più importanti degli utili. Oggi le imprese del settore tecnologico possono produrre utili assai più cospicui e dispongono pertanto di un margine di manovra economico sufficiente per svolgere ricerche innovative e conservare la propria rilevanza nonostante i rapidi mutamenti del settore.
La crescita degli utili e quella dei prezzi vanno attualmente di pari passo.

Come ogni mercato in crescita, conclude la direzione investimenti di Fidelity International, il settore tecnologico avrà qualche sorpresa in serbo per gli investitori ma, con il graduale dispiegarsi del pieno potenziale di molte tecnologie, le opportunità di investimento non mancheranno di certo.

Fidelity Global Technology Fund

Per cogliere queste opportunità, Fidelity International propone il Fidelity Funds Global Technology Fund, che “mira a individuare le società tecnologiche più promettenti a livello mondiale per capacità di innovazione, puntando sui leader di mercati in forte crescita o su aziende che sono riuscite a imporsi in nicchie di mercati emergenti”, spiega Hyun Ho Sohn, gestore del fondo azionario globale.
Il comparto investe in società che generano utili nel lungo periodo guidati dall’innovazione tecnologica, con un approccio bottom-up guidato dai fondamentali. Il portafoglio è composto da un minimo di 40 fino a un massimo di 60 imprese di qualità, sottovalutate e con un forte potenziale di crescita nel lungo periodo (roe maggiore rispetto al mercato di riferimento), che dovrebbero generare un rendimento superiore all’Msci Ac World Information Technology. La selezione dei singoli titoli è fatta dopo un’attenta valutazione del rischio, privilegiando una diversificazione regionale e tematica per cogliere tre tipi di opportunità (growth, ciclici e situazioni speciali) e per soddisfare una serie di diversi contesti di mercato.

Il fondo è uno strumento interessante per accedere al tema della tecnologia per le seguenti ragioni:

  • offre l’opportunità di beneficiare dei trend di crescita nel lungo periodo del settore tecnologico, con esposizione sia ad aziende affermate e leader che a nuove tecnologie;
  • mantiene un posizionamento lontano dalle strade più battute (ad es. sottopesando strutturalmente i titoli growth);
  • si focalizza strategicamente su un numero ristretto di aziende dinamiche che hanno una forte capacità di innovazione e una visione di lungo termine al futuro;
  • è gestito attivamente e concentrato su idee convincenti, con utili sostenibili nel tempo e una minore volatilità;
  • beneficia della ricerca proprietaria, della presenza globale e dell’accesso alle aziende di Fidelity International.

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