Russia contro tutti: le sanzioni aumentano il rischio stagflazione

L’avanzata dell’esercito russo ha provocato una reazione immediata da parte dei mercati, ma anche dell’opinione pubblica. Per gli investitori, gestire il portafoglio in maniera ponderata è la chiave

Venti di tempesta sui mercati e al confine. Mentre i combattimenti continuano in Ucraina e le sanzioni alla Russia si inaspriscono, per gli investitori mantenere un approccio cauto e difensivo diventa un imperativo. “L’insieme degli scenari geopolitici possibili è così ampio da rendere più che mai difficile posizionarsi sul mercato in presenza di tali eventi” afferma Henk-Jan Rikkerink, Global head of solutions and multi-asset di Fidelity International.

Russia vs Ucraina, cosa sta accadendo sui mercati

Roma, Londra, Atene, Parigi e Berlino sono solamente alcune delle più grandi città europee dove, a partire dal 24 febbraio scorso, le strade si sono popolate di manifestanti a sostegno di Kiev. Un sentimento di solidarietà che ha raggiunto anche Mosca e San Pietroburgo, dove i protestanti si sono però scontrati con le forze del governo.
“La mossa di isolare le banche russe dal sistema di pagamenti internazionali Swift e l’imposizione di restrizioni alla banca centrale rappresentano importanti battute d’arresto per Mosca e sono il risultato di un significativo inasprimento dell’opinione pubblica contro la guerra”, commenta l’esperto. Ciò rappresenta un ulteriore fattore di incertezza sui mercati, a cui si aggiunge la decisione autonoma del settore privato occidentale di uscire dal mercato russo, provocando interruzioni fisiche sul lato dell’offerta. Un esodo a cui hanno preso parte alcune tra più grandi multinazionali al mondo: tra le altre, Ikea, Volkswagen, Lego, Netflix, Toyota, Apple, Volvo, Microsoft e Nike.

È necessario un approccio cauto

In termini di asset allocation, “manteniamo un atteggiamento prudente nei confronti del rischio in portafoglio”, spiegano da Fidelity. Sono due i rischi principali da monitorare secondo l’esperto. Il primo è la prospettiva di un aumento sostanziale dell’azione militare russa, e la possibilità che il conflitto si riversi anche nei paesi baltici, territorio della Nato, anche accidentalmente; il secondo è che il notevole impatto economico delle nuove sanzioni possa aumentare le possibilità di un cambio di regime in Russia.
“Continueremo a monitorare gli sviluppi e ad adeguare il posizionamento ove appropriato”, concludono. Nel frattempo, “sfruttiamo quelle aree di investimento che offrono una diversificazione significativa o che rappresentano un vento favorevole, come l’Asia”.

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