Quali sono i settori più proattivi nella corsa al net zero?

La transizione climatica continua la sua accelerazione, favorita soprattutto dal settore delle utilities. Ma non tutti i settori partecipano proattivamente a questo processo

“Le aziende devono essere proattive nel loro approccio alla transizione climatica se intendono sopravvivere, e fiorire, in un’economia net zero: mentre alcuni settori stanno abbracciando la sfida, altri stanno rinviando l’inevitabile”. Così Terry Raven, Director European equities di Fidelity International. Quali i comparti più proattivi nel raggiungimento dell’obiettivo delle zero emissioni nette promosso da istituzioni e governi? A tale domanda risponde l’Esg Analyst Survey 2021 di Fidelity International.

È quello delle utilities il settore in prima linea verso il net zero, con quasi il 90% degli analisti che riferiscono del costante impegno delle società del comparto. Secondo l’indagine del gestore, infatti, “la transizione offre chiare opportunità di business per i servizi di pubblica utilità: le aziende sono altamente incentivate a costruire capacità di generazione rinnovabile e a utilizzare elettricità rinnovabile per il proprio consumo”, come afferma un analista europeo. “L’economia delle risorse rinnovabili” prosegue l’esperto, “ora è meglio di quella termica e la regolamentazione e gli investitori sono incentrati su temi ambientali, sociali e di governance (Esg). Pertanto, i servizi di pubblica utilità sono stati molto attivi nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”.

Transizione climatica: quali i settori in ritardo?

Tuttavia, sono ancora numerosi i settori rimasti indietro nell’impegno verso un mondo a zero emissioni nette. Un esempio? Solamente il 20% degli analisti di beni voluttuari ritiene che le aziende del proprio settore si stiano avvicinando alla transizione in modo proattivo. “Sono disposte a fare la loro parte, ma non stanno guidando il cambiamento” commenta un analista che si occupa di giochi, tempo libero e prodotti di consumo nordamericani. Anche “le aziende chimiche statunitensi”, spiega un analista del settore materials del Nord America, “sono consapevoli della necessità di ridurre le emissioni di carbonio, ma non credo che siano ancora pronte a investire per decarbonizzare più velocemente del necessario”.
“A lungo termine, però, tutte le aziende dovranno adattarsi a un’economia a zero emissioni. Le aziende che stanno cogliendo in modo proattivo questa nuova realtà saranno nella posizione migliore per capitalizzare le opportunità generate dalla transizione a basse emissioni di carbonio. Quelle che non lo faranno, potrebbero presto trovarsi indietro”, concludono gli esperti di Fidelity.

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