Outlook mercati: più Asia per chi cerca crescita e diversificazione

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Con una recessione che incombe su Stati Uniti ed Europa, potrebbe essere il momento giusto per l’Asia di attirare investitori che cercano crescita e diversificazione. Grazie alla riapertura della Cina, tutta l’aria del Sudest Asiatico potrebbe beneficiarne

L’Occidente si trova in una situazione di elevata incertezza dettata dalla concomitanza di alta inflazione, tassi di interesse in aumento e rischio di recessione. Decisamente meno cupe appaiono le prospettive per l’Asia con la Cina che sembra pronta a tornare a fare da traino con l’attesa di un rimbalzo in scia alla riapertura. Andiamo a vedere come questo si traduce nell’economia reale e chi ne beneficia.

Cina: pronti, partenza e via

Calmo e ben determinato, alla ricerca del progresso tramite la stabilità”, così Xi Jinping, confermato ufficialmente presidente per il terzo mandato, ha definito il popolo cinese durante l’incontro annuale del Parlamento che si è tenuto a marzo.

La riapertura dei confini cinesi dopo tre anni di restrizioni Covid ha aiutato ad allentare un po’ di tensione, permettendo al dragone di riaprire le ali e prepararsi a una nuova ondata di crescita, ma l’obiettivo del leader cinese è chiaro: puntare sì sulla crescita, ma mettendo sempre più enfasi su una crescita di alta qualità, “dove l’economia non è più unicamente retta da investimenti esterni e un modello orientato all’esportazione, bensì una situazione più bilanciata, dove l’economia si regge sul consumo interno e il settore manufatturiero”, spiega Andrew McCaffery, Global Chief Investment Officer di Fidelity International.

Questa decisione è sicuramente stata spinta anche dal rapporto sempre più incerto con gli Stati Uniti che, già a partire dalla fine del 2022, hanno imposto un blocco alle esportazioni di chip. Il nuovo focus del governo di Pechino è quindi quello di diventare autonomo nei comparti cruciali, come quello della tecnologia e, proprio per stimolare l’industria di semiconduttori Made in China, ha il progetto di lanciare un pacchetto di 143 miliardi di dollari destinati alle industrie di eccellenza del settore, stando ai dati di Reuters.

Che si tratti della mossa giusta per rendere le imprese cinesi davvero pronte a competere con la controparte americana quando si parla di tecnologia avanzata?

Segnali positivi arrivano anche dal lato inflazione, con questa che continua a rimanere contenuta, arrivando a valere a marzo solo 0,7%, ben al di sotto del target ufficiale del 3%. A questo va aggiunto anche uno slancio positivo delle piccole medie imprese, che sono entrate nel 2023 con una nuova forza, oltre alla spesa dei consumatori e i prezzi delle case che stanno iniziando a dare segnali di recupero, senza dubbio supportati dagli allentamenti delle restrizioni dopo tre anni di chiusura quasi completa. Nonostante questi segnali positivi, nella recente sessione annuale del Congresso nazionale del popolo, la Cina ha fissato un obiettivo di crescita economica prudente di circa il 5% nel 2023. Una ripresa completa potrebbe non essere troppo lontana, ma tutto è nelle mani dei consumatori: “se la ripresa sarà o meno sostenibile dipenderà dalle aspettative che i consumatori avranno sull’aumento del loro reddito e sul loro livello di fiducia”, spiega McCaffery.

Un’Asia che supera i confini cinesi

Cina e Asia non sono sinonimi, il continente infatti potrebbe offrire molte opportunità anche al di fuori dei confini del Dragone.

Il Giappone a inizio anno si è visto costretto ad affrontare un’inflazione record del 4,3%, un dato che non si vedeva da 41 anni, che ora si sta piano piano abbassando. La Bank of Japan (BoJ) intanto ha deciso di non sorprendere il mercato, mantenendo i tassi di interesse estremamente bassi, confermando l’attuale politica monetaria ultra-espansiva. Durante la più recente riunione per discutere la politica monetaria, tenutasi il 28 aprile, è risultato subito chiaro che anche il neo-eletto presidente della BoJ, Kazuo Ueda, ha deciso di mantenere lo stesso ritmo, forse proprio considerando che la decisione di alzare i tassi avrebbe potuto avere un impatto colossale sui flussi di capitale a livello globale. Infatti, “è proprio grazie a tassi molto bassi che gli investimenti giapponesi sono diventati molto attraenti anche all’estero, rendendo la Terra del Sol Levante il maggior creditore al mondo”. Appena l’inflazione tornerà ai livelli passati, nuove interessanti opportunità potrebbero emergere nel Paese, con gli asset che beneficeranno di nuovi afflussi di capitale e, si spera, uno yen sempre più forte.

In generale la riapertura della Cina ha portato una ventata di aria fresca su tutto il Sudest asiatico, dove negli ultimi mesi il turismo e la nuova ripartenza del commercio hanno dato una forte spinta verso la ripresa. Certo è che i paesi con un forte legame commerciale con l’Occidente, come la Malesia e l’India, si trovano ancora costretti ad affrontare alcuni venti contrari, visto il rischio di recessione per gli Stati Uniti.

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