Mercato cinese: verso un’unica sfumatura di verde

Il mercato delle obbligazioni green cinese è in crescita, ma è necessario un ulteriore passo verso l’armonizzazione delle normative a livello internazionale

Secondo il China green bond market newsletter H1 2021 pubblicato dal Climate Bond Initiative (Cbi), il mercato cinese delle obbligazioni green ha mostrato una rapida ripresa dall’impatto del Covid-19. L’emissione totale di green bond, infatti, è aumentata su base annua del 58,1%. Dei 37,6 miliardi di dollari emessi nella prima metà dell’anno, però, solo il 58% delle obbligazioni (circa 22 miliardi di dollari) è conforme con le definizioni internazionali (un piccolo aumento rispetto al 54% nel 2020 e al 57% nel 2019). A fronte di questi dati, secondo gli esperti di Fidelity International, “il divario nelle definizioni dei green bond tra Cina e Occidente rimane una sfida per gli investitori globali”.

Metriche di valutazione differenti

Nel suo discorso per il 70esimo anniversario delle Nazioni Unite celebrato nel mese di settembre 2020 il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato di voler rendere la Cina carbon free entro il 2060. Questo obiettivo è tanto ambizioso quanto cruciale, dato che (secondo un rapporto del Rhodium Group pubblicato nel dicembre 2019) negli ultimi due decenni la Cina ha contribuito per quasi i due terzi della crescita delle emissioni globali e senza il suo apporto non sarebbe possibile raggiungere la limitazione del riscaldamento globale indicata nell’Accordo di Parigi. Sono state così emanate una serie di normative, nel tentativo di disciplinare e uniformare gli standard di valutazione.
Le regole europee si concentrano principalmente sul cambiamento climatico, mentre la Cina definisce i green bond in modo più ampio. I principi guida sono stabiliti in due classificazioni ufficiali, che spesso vengono paragonati alla tassonomia della finanza sostenibile dell’Unione europea (Ue): quello della People’s bank of China (Pobc) e quello della National development and reform commission (Ndrc) sull’industria green. Il documento della Pboc ha elencato sei categorie di progetti green: risparmio energetico e protezione ambientale, produzione pulita, energia pulita, ambiente ecologico, aggiornamento green delle infrastrutture e servizi green. Il clima è invece presente in due dei sei obiettivi ambientali della tassonomia dell’Ue: mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, uso e protezione sostenibili delle risorse idriche e marine, transizione verso un’economia circolare, prevenzione e controllo dell’inquinamento e protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Gli esperti di Fidelity fanno notare come “le definizioni europee appaiono più rigorose e dettagliate quando si tratta di criteri di screening”. Inoltre, le regole cinesi sono anche più flessibili sull’uso dei proventi, consentendo agli emittenti di destinare fino al 50% dei fondi raccolti al rimborso dei prestiti e al capitale circolante, mentre gli standard internazionali di solito richiedono la piena allocazione a progetti verdi. Ciò concede scappatoie per un possibile uso improprio dei fondi nel mercato cinese, che può disincentivare gli investitori volti alla promozione di concreti risultati in ambito Esg.

Uno sforzo di armonizzazione

Riconoscendo queste differenze, la Cina ha compiuto sforzi per armonizzare i suoi standard sui green bond con quelli internazionali. Nel 2020 la Pboc ha rimosso il cosiddetto “carbone pulito” dalle sue definizioni di green bond, che comporta un processo di purificazione per aumentare l’efficienza energetica del carbone. “Per i politici cinesi, questa rappresenta una mossa audace, data la forte dipendenza del paese dall’energia a carbone”, fanno notare in Fidelity.
Nel maggio 2021, la Pboc, la China securities & regulatory commission (Csrc) e la Ndrc hanno annunciato un aggiornamento del “Green bonds endorsed project catalogue”. Tra le altre novità, la banca centrale cinese ha seguito i regolatori europei nell’adottare il principio “non fare danni significativi” al fine per escludere i progetti che portano benefici ambientali in alcuni modi ma causano danni in altri.
“Il cambiamento richiederà tempo, ma la direzione in cui si sta sviluppando il mercato è chiara” affermano gli esperti. “Man mano che la Cina apre ulteriormente i suoi mercati dei capitali e allinea i suoi standard di obbligazioni verdi con il mondo, i flussi di capitale aumenteranno e l’attuale boom dovrebbe avere molto più spazio per funzionare”, concludono.

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