Fine dei finanziamenti a basso costo, le aziende preparano le contromosse

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L’Analyst Survey 2023 di Fidelity International mostra un cauto ottimismo sulle prospettive economiche e rivela come le aziende si stanno preparando per quello che sarà un mercato dei finanziamenti complesso

Le aziende in questo 2023 si trovano ad affrontare un contesto decisamente sfidante, a partire dal rialzo dei prezzi che a cascata ha portato una veloce risalita dei tassi di interesse. Con l’ultimo rialzo dei tassi apportato a febbraio dalla Federal Reserve, il costo del denaro si è portato ai massimi degli ultimi tre lustri. Questo comporta dei costi di finanziamento decisamente più alti per le aziende e in generale un contesto sfidante per che necessita di adeguate contromisure. 

Dall’Analyst Survey 2023 di Fidelity International emerge un cauto ottimismo e più della metà degli analisti prevede che il ciclo economico tornerà positivo entro la fine del 2023.Tassi così alti sono attesi impattare sui bilanci meno che in passato. “Sebbene l’outlook a breve termine sia impegnativo, gran parte delle aziende che tratto è in una posizione molto migliore a livello di bilancio rispetto al passato,” afferma un analista del settore dei consumi USA.
Per soli due settori il debito è visto in aumento: si tratta dei servizi di pubblica utilità, dove le aziende stanno investendo ampiamente nell’energia rinnovabile, e dei settori di consumo che stanno ancora facendo fatica dopo due anni di restrizioni associate al Covid. Di contro, le banche sono viste uscire vincitrici con ricavi stimolati dall’aumento dei tassi di interesse.

Più disciplina di bilancio

Sei analisti su dieci segnalano che le aziende monitorate si focalizzeranno sul rafforzamento dei loro bilanci nel 2023, mentre il 46% cita il potenziamento delle riserve liquide come provvedimento per la resilienza adottato dalle aziende. Il sondaggio annuale di Fidelity International rivela come in quasi tutte le regioni e i settori si guarderà a una forte disciplina di bilancio. Uniche eccezioni i beni di consumo primari e l’IT, dove gli analisti segnalano un focus più marcato sull’investimento nelle nuove tecnologie.

Questo approccio improntato alla cautela influirà sui piani di espansione delle aziende.

Per la prima volta negli ultimi anni, la maggior parte degli analisti ritiene che l’attività di M&A diverrà meno prevalente nei prossimi 12 mesi. In nessuna regione la media delle risposte degli analisti indica un incremento su questo fronte.

Per gli utili non mancheranno elementi di traino

Guardando invece alla voce utili, il 74% degli analisti afferma che i ceo delle aziende monitorate prevedono una crescita degli utili nei prossimi 12 mesi. Tra le ragioni per essere ottimismi sugli utili c’è in primo luogo la prospettiva di una crescita della domanda, in particolare per settori quali sanità, information technology e servizi di pubblica utilità.

Una voce trasversale in vari settori è l’attesa di una sponda agli utili dalla riduzione dei costi. Circa tre quarti degli analisti afferma che al momento il focus principale per i Consigli di Amministrazione è quello di tenere bassi i costi e consolidare i ricavi, piuttosto che investire per la crescita o fornire rendimenti agli azionisti.

Tassi alti, le imprese preparano le contromosse

Il nuovo contesto, con tassi non più a livelli storicamente bassissimi, si profila complesso sul fronte dei finanziamenti. Il 72% degli analisti prevede costi di finanziamento delle aziende in significativo aumento prima della fine del 2025. Questo implica che alcune aziende potrebbero trovarsi in difficoltà con il tasso di default atteso in aumento in tutte le regioni salvo la Cina, che è già stata colpita da un’ondata di default trainati dal settore immobiliare.

Quali contromisure per adattarsi al nuovo contesto? Le aziende potrebbero focalizzarsi maggiormente sulla liquidità e potenzialmente anche sulla riduzione del debito, dato l’aumento dei costi di finanziamento. Molti analisti ritengono inoltre che le aziende cercheranno di ridurre la loro dipendenza dai mercati del debito, impiegando ad esempio la liquidità a bilancio o raccogliendo risorse tramite cessioni di asset.

C’è poi la via della riduzione dei costi. Il 17% degli analisti ritiene che le aziende ridurranno le spese in conto capitale per gestire l’aumento dei costi di finanziamento.

Tra chi invece continuerà comunque a raccogliere capitali sui mercati, potrebbe verificarsi un cambio di modalità di accesso al capitale necessario per la crescita: il 30% degli analisti ritiene che le aziende trattate ricorreranno primariamente ai prestiti bancari tradizionali piuttosto che emettere azioni od obbligazioni per gestire l’aumento dei costi di finanziamento.

Invece di entrare nel panico dinanzi a una crisi senza precedenti, sembra che le aziende stiano facendo un sobrio e difficile, ma necessario, ritorno a condizioni che in passato erano ritenute normali.

Qui trovi l’Analyst Survey 2023 di Fidelity International


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