Cina e premio al rischio: il rapporto vale ancora la candela?

L’investimento è una questione di premio al rischio. Per molte aziende cinesi tale rapporto si è fatto più interessante a fronte dei recenti sviluppi

Non è facile comprendere il nuovo paradigma cinese, che si sostanzia in una crescita più matura, vincolata però ad una stretta normativa e regolamentare severa per le maggiori corporate del Paese. Il giro di vite che ha colpito i settori più influenti dell’economia del Dragone (tra cui quello della tecnologia) dev’esser letto, secondo gli esperti di Fidelity International, come parte di un progetto generale volto a promuovere un modello più sostenibile ed equilibrato. Uno scenario complesso, che ha creato a sua volta nuove opportunità.

Cina: non perdere di vista lo scenario d’insieme

Più che l’azione in sé, ad impattare su mercati è stata la rapidità delle decisioni politiche, che in poche settimane hanno coinvolto interi settori apparentemente intoccabili, tra cui la tecnologia. A detta di Andrew McCaffery, Global CIO, Fidelity International, gli investitori non dovrebbero però perdere di vista lo scenario macro d’insieme: “Gli investitori globali tendono a concentrarsi sul tasso di crescita economica della Cina, ma vale la pena ricordare che c’è spesso una bassa correlazione tra la crescita economica e i rendimenti del mercato dei capitali”.
In tal senso, “il governo cinese ha rivisto la propria strategia orientandosi verso una crescita economica sostenibile, piuttosto che verso un ‘numero elevato’. E gli investitori globali, sottolinea lo stesso “devono ancora comprendere completamente questo aspetto”.

Al momento, il mercato dei capitali cinese resta pertanto interessante nel lungo termine. Fatta da parte la volatilità di brevissimo, la nuova regolamentazione non ha causato grandi deflussi di capitale o grandi fluttuazioni del renmimbi. Secondo Paras Anand, CIO, Asia Pacifico, Fidelity International, “se si osserva la valuta rispetto alla contrazione del mercato, non si rileva una fuga di capitali, a riprova della sua solidità. La Cina non ha fatto mistero dei suoi obiettivi riguardo allo sviluppo del mercato dei capitali e alla internazionalizzazione dello yuan. Chiaramente” prosegue Anand, “la creazione e l’evoluzione di un ambiente di investimento stabile (sia per gli investitori nazionali, che esteri) deve avere un ruolo chiave per il raggiungimento di tale obiettivo”.

Un mercato ancora sottopesato

La Cina resta comunque al momento sottopesata all’interno dei portafogli internazionali. I dati MSCI World aggiornati a luglio 2021 mostrano una percentuale di equity cinese sul totale delle posizioni pari al 4%, in crescita di appena due punti percentuali rispetto al 2010. “Per gli investitori a lungo termine, le prospettive in Cina sono ancora forti” commenta Dale Nicholls, Portfolio manager, Fidelity International. “Il sentiment ha subito un colpo più pesante rispetto ai fondamentali, e le aziende rimangono solide di fronte al cambiamento”.
Anche in termini di valutazioni, “vediamo che molte realtà, specie quelle del settore tecnologico, sono scambiate a valutazioni storicamente basse, a sconti significativi rispetto ai loro competitor globali. Riconosciamo che c’è la possibilità che i modelli di business cambino e, di conseguenza, stiamo abbassando le nostre aspettative sulla previsione di poter monetizzare alcune aziende”.

Detto questo, “l’investimento è una questione di premio al rischio” concludono gli esperti, “e per molte aziende questo sembra favorevole dopo i recenti cambiamenti”.

Fai rendere di più la tua liquidità e il tuo patrimonio. Un’opportunità unica e utile ti aspetta gratuitamente.

Compila il form qui sotto, ti colleghiamo con un consulente, per i tuoi obiettivi specifici.

Articoli correlati

Articoli più letti

Ultime pubblicazioni

Magazine
Magazine N. 67 – aprile 2024
Magazine 66 – marzo 2024
Guide
Design

Collezionare la nuova arte fra due millenni

INVESTIRE IN BOND CON GLI ETF

I bond sono tornati: per anni la generazione di income e la diversificazione del rischio erano state erose dal prolungat...

Dossier
Più dati (e tech) al servizio del wealth
Il Trust in Italia