Più astri nascenti che angeli caduti: il reddito fisso nel 2022

Tra rising stars e fallen angels, quale sarà l’impatto per gli investitori obbligazionari sull’eventuale ingresso in una fase espansionistica del ciclo economico nel 2022?

Dal downgrade all’upgrade: se il 2020 è stato l’anno degli angeli caduti, il 2022 potrebbe essere ricordato come l’anno degli astri nascenti. Ad affermarlo è Gene Tannuzzo, Vice responsabile reddito fisso globale di Columbia Threadneedle Investments, che sottolinea come i prossimi mesi potrebbero vedere la promozione di diverse società high yield alla fascia investment grade da parte delle agenzie di rating.
I fallen angels (angeli caduti) sono obbligazioni societarie che al momento della loro emissione hanno ricevuto un merito creditizio pari a investment grade (Ig, il migliore attribuibile), ma che successivamente, a seguito della perdita dei requisiti necessari, vengono declassate a junk bond o high yield (perché giudicate più rischiose). Sin dall’inizio della pandemia a marzo 2020, Standard & Poor’s Global Ratings ha ad esempio declassato un totale di 1496 società a livello globale ed emittenti sovrane. Tuttavia, la velocità di tale attività è rallentata nel 2021, quando gli angeli caduti sono stati poco più della metà delle rising stars (astri nascenti, ovvero bond promossi al livello investment grade), per un totale di 363 contro 603, continua S&P Global Ratings.


Astri nascenti: gli innalzamenti del merito di credito delle società
high yield stanno superando i declassamenti post recessione.
Fonte: Columbia Threadneedle Investments.

 

Fallen angels e rising stars

“Nei periodi di recessione capita spesso che le agenzie di rating declassino le società le cui sorti economiche iniziano a essere sfavorevoli” continua Tannuzzo. “Tuttavia, dato il livello di intervento dei governi e delle banche centrali e il progressivo ritorno della domanda (che hanno contribuito a stabilizzare i saldi di cassa delle imprese), il numero di downgrade è notevolmente rallentato dopo il picco del secondo trimestre 2020”. Cosa aspettarsi per il prossimo anno? “Per il 2022 ci aspettiamo che il filo conduttore del mercato si sposti dallo stato di shock e stupore innescato dalla pandemia alla tradizionale fase espansionistica del ciclo economico” aggiunge l’esperto. “In questo periodo gli investitori obbligazionari traggono molto meno vantaggio dalla detenzione di strumenti associati a un rischio di mercato generico, poiché le banche centrali si apprestano a mettere in atto le loro strategie di uscita. Un approccio più mirato, incentrato sul miglioramento dei bilanci aziendali e delle finanze dei consumatori, dovrebbe portare a migliori risultati nel 2022”. Ecco una breve panoramica del settore secondo gli esperti di Columbia Threadneedle.

Oltre i fallen angels, le prospettive per il 2022 per il reddito fisso

Titoli di Stato

“Il 2022 dovrebbe portare rendimenti superiori rispetto al 2021 per questo settore” spiega Adrian Hilton, Responsabile tassi e valute globali. I mercati dei titoli di Stato dovrebbero infatti trarre vantaggio da un contesto di evoluzione negativa dei salari reali, difficoltà sul fronte fiscale (specialmente nel Regno Unito, ricorda Hilton) e relativo inasprimento monetario, dato che “a nostro avviso le pressioni inflazionistiche eccezionali registrate nel 2021 non saranno ripetibili e non porteranno ad aumenti sostenibili dei salari”.

Investment grade

Secondo Alasdair Ross, Responsabile credito investment grade Emea della società, a provocare difficoltà ai rendimenti di questo settore nel 2022 potrebbero essere le valutazioni o gli spread. “L’attuale livello degli spread creditizi è ben superiore alla media di breve termine (5 anni) e alla media a lungo periodo (20 anni), nonché più oneroso di poco più di 0,5 deviazioni standard rispetto alla seconda. Per l’anno a venire, abbiamo un giudizio piuttosto neutrale sul livello degli spread, che riflette l’equilibrio tra fondamentali positivi e valutazioni onerose” continua Ross. Le prospettive di uno scenario di crescita contenuta (ma positiva), un miglioramento qualità del credito societario e un ritorno alla domanda di classi generatrici di reddito con livelli di rischio più bassi lasciano tuttavia sperare in un ritorno degli indicatori chiave ai livelli di fine 2019.

High yield

“Nel 2021, gli spread dell’high yield europeo hanno viaggiato avanti e indietro su una forbice di 100 pb, toccando i minimi a metà settembre” spiega Roman Gaiser, Responsabile high yield Emea “risultante in minori aspettative di default grazie al buon supporto alla classe di attivi dovuto al principio dei tassi bassi più a lungo adottato dalle banche centrali”. Lo scenario per il 2022 continua ad essere sostenuto da prospettive di crescita positive e da fondamentali societari in miglioramento, conclude l’esperto: “con la ripresa dei rendimenti e una duration moderata, l’universo dell’high yield europeo offre una serie di opportunità”.

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