La nuova era dell’energia è rinnovabile

La lotta al cambiamento climatico passa attraverso l’energia rinnovabile. Le società che punteranno su questo trend potranno prevalere sui combustibili fossili anche grazie al supporto politico

L’era dell’energia come la conosciamo potrebbe essersi conclusa. Al suo posto, una nuova epoca in cui le società leader nel campo delle energie rinnovabili prenderanno il posto dei giganti dei combustibili fossili. A segnare il passaggio, il sorpasso ad inizio ottobre da parte di NextEra Energy Inc., il più importante fornitore mondiale di energia eolica e solare, della capitalizzazione di mercato di Exxon Mobil Corp., la prima compagnia petrolifera occidentale e nel 2013 la più grande società quotata del mondo. Un vantaggio di circa 10 miliardi con cui la prima ha battuto la seconda: 148 di NextEra contro i 139 di Exxon.
Sebbene ad oggi Exxon abbia guadagnato quota, risalendo attorno a quota 185 miliardi di dollari di market cap, il sorpasso di ottobre è indice di un trend secolare che non intende arrestarsi e che segna un cambio netto di direzione nel settore energetico. Ecco perché.

Energia rinnovabile: le ragioni di un sorpasso epocale

La prima ragione si può ritrovare nel calo della domanda di petrolio dovuto alle misure per contrastare la pandemia da Covid-19 nella prima metà del 2020. Tuttavia, in seguito agli annunci di novembre riguardo ai primi vaccini, il mercato ha ritrovato la fiducia nel petrolio, con una ripresa del WTI che da inizio novembre a metà dicembre 2020 ha maturato una crescita di poco più del 30%. Restano da verificare le quote di produzione di petrolio per i prossimi mesi: la riunione dell’Opec Plus prevista per il 4 gennaio si è conclusa con un nulla di fatto a causa delle pressioni della Russia, l’unica a volere aumentare le quote per il mese di febbraio; la riunione si aggiornerà il 5 gennaio.
Ma se l’andamento del petrolio è stato sensibilmente influenzato (sia in termini negativi che positivi) dallo sviluppo della pandemia, ciò che è cresciuto in maniera costante nel 2020 è stata la maggiore attenzione alla sostenibilità da parte di governi e istituzioni. Ecco quindi la seconda ragione.
Un interesse green che premia anche le imprese più attente: infatti “le società della ‘nuova energia’ sono avvantaggiate dai cambiamenti positivi sul fronte delle politiche ambientali e dall’introduzione di obiettivi di neutralità carbonica da parte dei governi di tutto il mondo”, commentano Pauline Grange, gestore azioni globali e Jess Williams, analista di portafoglio investimento responsabile di Columbia Threadneedle Investments. Non sorprende, quindi, che “tra i nostri titoli, quelli delle aziende i cui prodotti e servizi promuovono la decarbonizzazione globale hanno conseguito alcune tra le migliori performance trimestrali: tra le altre, NextEra, Orsted, Samsung SDI e Kingspan”.

Le amministrazioni più green

Negli ultimi anni le più importanti amministrazioni e potenze economiche di tutto il mondo hanno introdotto strategie volte a contenere (e in futuro azzerare) le emissioni di gas serra nel medio termine. Ad esempio, “il Parlamento europeo ha deliberato di innalzare l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 dal 40% al 60% rispetto ai livelli del 1990 e sta inoltre introducendo stimoli fiscali volti ad indirizzare gli investimenti verso le tecnologie ‘green’ tramite il suo recovery fund in risposta al Covid-19”, sottolineano da Columbia Threadneedle. Anche il primo ministro britannico Boris Johnson si è fatto portavoce di una rivoluzione industriale verde grazie all’impegno di potenziare l’energia eolica offshore del Regno Unito, innalzando il target per il 2030. Seguono Giappone e Corea del Sud, in cui l’obiettivo principale è la sostituzione dell’energia a carbone con fonti rinnovabili per il raggiungimento delle emissioni nette entro il 2050.

La sorpresa della Cina

“Ma è stata la Cina a sorprendere i mercati”, affermano da Columbia Threadneedle. L’annuncio è arrivato a settembre 2020, in occasione di una riunione delle Nazioni Unite, con l’impegno a raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050. Il target sarà inserito nel prossimo piano quinquiennale, che sarà varato a marzo 2021. In questo modo, il paese progetta di toccare il picco delle emissioni prima del 2030. “È  la prima volta che la Cina fissa un obiettivo di neutralità carbonica concreto a lungo termine; questa decisione avrà un effetto trasformativo sugli sforzi internazionali volti a limitare il cambiamento climatico, dato che la nazione produce circa il 27% delle emissioni di gas serra di tutto il mondo”.

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