Tapering Usa, vicino ma non troppo: cosa succede al mercato dei bond?

Per gli Stati Uniti si avvicina il rientro dalle misure di stimolo monetario, seppur ancora non vi sia una data di inizio tapering. Intanto l’Europa prende tempo. In questo contesto, come muoversi sul mercato obbligazionario?

Ancora non è certo il momento in cui la Federal Reserve (Fed) statunitense darà l’avvio alla riduzione del quantitative easing. Durante la conferenza del 22 settembre 2021, il presidente Jerome Powell ha dichiarato che l’avvio del tapering, il rientro delle misure di stimolo monetario, avverrà quanto prima. L’annuncio potrebbe essere dato già a partire dalla prossima riunione del FOMC (Federal Open Market Commettee, nonché braccio operativo della Fed), che si terrà il 2-3 novembre. Un eventuale taglio dei tassi potrebbe invece realizzarsi già entro il 2022, un’opzione sulla quale concordano il 50% dei membri del Board Fed (9 su 18).
“La riduzione del sostegno fiscale nel 2022 potrebbe contribuire al rallentamento dell’economica statunitense” afferma Gergely Majoros, Portfolio Advisor e Member of the Investment Committee di Carmignac. “Il suo tasso di crescita” prosegue Majoros, “dovrebbe tuttavia mantenersi ampiamente superiore alle stime, continuando quindi ad aumentare la pressione sui prezzi. Di conseguenza, la Fed potrebbe trovarsi a dover affrontare una sorta di ‘stagflazione 2.0‘, ovvero di rallentamento economico accompagnato da un aumento delle aspettative di inflazione; un mix che renderebbe particolarmente difficile definire una politica monetaria ottimale”.
Anche le prospettive di sostegno fiscale dell’Amministrazione Biden restano incerte. “L’intenzione di far approvare due massicci piani di sostegno in pochi mesi prima delle elezioni di medio termine del 2022, ovvero un piano di infrastrutture fisiche ‘bipartisan’ e un altro piano di ‘infrastrutture umane’, resta un obiettivo molto sfidante per l’Amministrazione Biden”. La visibilità su tali piani di sostegno difficilmente riuscirà a migliorare prima del mese di ottobre, ponendo un ulteriore fattore di incertezza sull’economia.

Europa a rilento

“In Europa, invece, la situazione si conferma meno complessa che negli Stati Uniti” dichiara l’esperto, osservando una situazione più lenta rispetto agli Stati Uniti nella fase di ripresa economica”.
Le aspettative di inflazione, attualmente ancora basse rispetto all’obiettivo della Banca centrale europea (che ha fissato il proprio target di inflazione di lungo periodo al 2% simmetrico), resteranno un tema centrale. Inoltre, il dibattito sull’estensione del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp), avente scadenza al momento a marzo 2022, resta uno dei punti in agenda da smarcare.
Confermata al momento la prosecuzione del piano di acquisti da 20 miliardi al mese di acquisti (Asset purchase program, noto come il quantitative easing europeo).
“Questa politica monetaria più accomodante di quella attuata negli Stati Uniti ci consente di esporre i portafogli a una maggior duration modificata obbligazionaria in Europa, pur restando fortemente selettivi” spiega Majoros.

Strategia obbligazionaria di Carmignac

“Riteniamo che un posizionamento nettamente direzionale sui mercati obbligazionari sia prematuro in questa fase. La nostra gestione dei mercati obbligazionari resta quindi prudente e flessibile” spiega l’esperto. “Una fiducia cieca nelle future decisioni di politica monetaria ci sembra attualmente ingiustificata. Nell’ambito della gestione obbligazionaria, manteniamo grande prudenza e siamo pronti ad adattarci all’andamento del contesto monetario e fiscale” conclude Majoros.

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